TRASPARENZA E INGANNO
di GIovanni sartori
Ricordate il nuovo modo di fare l'automobile? Era una delle balordaggini del '69. Tra le quali ci fu anche, ricordo, la matematica rossa. Ma quando nel suo discorso di candidatura Walter Veltroni ha promesso un nuovo modo di fare politica, l'ho preso e lo prendo sul serio. A Torino Veltroni non ha spiegato come sarà e come la farà. In attesa provo io a dire la mia.
La politica è sempre stata un gioco di interessi «particulari» contrapposti. L'età d'oro della politica disinteressata non è mai esistita. Però la politica mette in gioco anche ideali, e tra questi il perseguimento del bene pubblico e di un interesse generale. Se non lo fa, è inaccettabile «bassa politica». E questo è il punto al quale il vecchio modo di fare politica è oramai arrivato. Che è caratterizzato da un doppio gioco nel quale i politici sono insinceri, o mentono, quando spiegano al popolo bue quello che fanno, mentre sono muti come pesci sulle vere ragioni del loro fare.
Prendiamo il caso emblematico della riforma elettorale. Perché non si fa? Tutti dicono che il «porcellum» è da ripudiare pena la ingovernabilità. Però siamo fermi. E siamo fermi perché «non c'è accordo». Tante grazie. Un accordo che non si vuole non lo si trova mai. E valga il vero. La priorità di Romano Prodi è di restare a palazzo Chigi costi quel che costi; e Prodi sa benissimo che i suoi «nanetti» accetterebbero solo un sistema elettorale che salvi loro e la frammentazione. Così Prodi manda a giro il suo ministro dei Rapporti con il Parlamento per menare il can per l'aia. Alla stessa stregua a Silvio Berlusconi interessa soltanto il sistema elettorale che più danneggia il suo avversario. E siccome la sinistra è più frammentata della destra anche lui fa finta di volere riforme che non vuole.
La vecchia politica, la politica che pratichiamo, funziona così. Non è una politica fondata sulla trasparenza, come ci viene spudoratamente raccontato, ma invece sull'inganno, sul dire una cosa e farne un'altra. Il nuovo modo di fare politica dovrebbe invece ridurre drasticamente l'inganno e aumentare drasticamente la trasparenza.
Nel caso in esame la realtà è questa: che all'interesse dei partitini di sopravvivere si contrappone l'interesse maggiore (di tutto il Paese) di essere governati da governi in grado di governare, e cioè liberati dall'indebito intralcio dei loro nanetti. Il che equivale a dire, in pratica, che un buon sistema elettorale può solo risultare da un accordo trasversale tra i partiti maggiori. O così, o niente. E chi vuole il niente deve essere identificato come tale. Non gli deve essere consentito di farla franca.
A onor del vero una politica nuova richiederebbe anche una classe politica meno asina di come è. La nostra «casta» sta poco a lavorare in ufficio, è tutta presa da interviste, interventi e comparsate tv; e anche per questo non legge più niente, nemmeno i giornali. Quando Berlusconi cercò di coinvolgere il capo dello Stato nella vicenda della Guardia di finanza e del generale Speciale, un costituzionalista del calibro di Leopoldo Elia spiegò nitidamente su questo giornale come stava, costituzionalmente, il caso. Quella sera sulla questione ci furono tre dibattiti in televisione tra il grosso dei nostri grossi calibri del potere; ma nessuno citò Elia. L'avevano letto? Il punto interrogativo diventa un punto dubitativo.
Mi fermo. Che io mi diverta a immaginare un nuovo modo di fare politica non toglie che il problema sarà di Veltroni. Non lo invidio.
a parte l'incipit - una tirata anti-operaia che non centra un piffero con il tema, ma che fa molto "riformista" - non capisco per quale motivo Sartori debba "prendere sul serio" Waltere. Cos'è, matto?
ma che fa molto "riformista"
direi di no, sartori è un liberale di destra e ne va anche molto fiero.
I very rivoluzionari in Italia sono i liberali.
Il risultato del governo dei cattolici, ex-comunisti e (ancora peggio) dei seguaci di Berlusoni, che ci hanno governato negli ultimi 60 anni, li vediamo oggi.
Davide, lungi da me l'idea di arruolare Sartori tra i "riformisti". Nel mio personalissimo vocabolario di scienza politica, "fare affermazioni riformiste" significa lasciarsi andare a luoghi comuni reazionari, di preferenza in tema di diritti dei lavoratori, ambiente e libertà civili.
Evidenzio:
"[...] all'interesse dei partitini di sopravvivere si contrappone l'interesse maggiore (di tutto il Paese) di essere governati da governi in grado di governare, e cioè liberati dall'indebito intralcio dei loro nanetti."
e quindi:
"Il che equivale a dire, in pratica, che un buon sistema elettorale può solo risultare da un accordo trasversale tra i partiti maggiori."
A mio parere una buona legge elettorale deve (in ordine casuale):
1) Creare una rappresentanza degli elettori
2) Rispettare le minoranze
3) Permettere la definizione di un governo che sia in grado di governare.
Sartori considera solo il punto 3.
Considerare solo il punto 3 significa che il fascismo è cosa bella buona e giusta perchè permette di governare.
D'altra parte il fascismo si è afermato, essenzialmente, negando il punto 2.
Da queste considerazioni se ne cade, a mio modesto parere, tutto l'impianto del discorso. La legge elettorale NON E' UNA COSA FACILE DA FARE.
I pareri sulle linee di principio, sono contrastanti. Gli interessi particulari sono contrastanti.
Chi come Sartori, semplifica dicendo, "eh ma tanto son tutti marmaglia..." (perchè alla fine è questo che ha detto) è molto comodo a chi ha solo interessi particulari.
Hanno di recente fatto una prima proposta (Bianco su repubblica di ieri), personalmente preferisco giudicare solo a posteriori.
Cari amici,
non cadiamo di nuovo nel solito tranello:
le discussioni sulla legge elettorale proporzionale o maggioritaria, alla tedesca o alla francese, sono evidentemente solo fumo negli occhi, favole per bambini ...
al massimo contentini per Catini (pardon, Mastelli)ed associati, da l'una o dall'altra parte della barricata...
Il principale punto dolente della "porcata" non e' di ingegneria istituzionale, e' che incoraggia i brogli invece di renderli piu' difficili.
Questa "porcata" ha ridoto i componenti delle commissioni eletorali da otto a quattro,
ha affidato la costituzione delle commissioni elettorali alle maggioranze dei comuni e non al consiglio comunale nel suo insieme, con il vincolo di rappresentare le forze politiche espresse nel comune (che gia' sarebbe un po' povchino come garanzia costituzionale)
- ci sono state Comuni in cui la commissione elettorale era formata solo di appartenenti ad un partito o quasi.
- i Rappresentanti di Lista non fanno piu' parte del seggio e non partecipano piu' alle operazioni di scrutinio. Se proprio insistono posso assistervi con gli stessi diritti del pubblico.
RISULTATI DELL'ESPERIENZA PASSATA:
-le schede bianche, antistatisticamente sparite, in particolare in quei comuni periferici che avevano le commissioni elettorali piu'"omogenee", (stiamo parlando, se ben mi ricordo, di 2 milioni di schede apparse invece in conto centrodestra)
-la notte tragica delle elezioni, che non dimenticheremo mai, con l'Italia ad un passo dal collasso,
-risultati sul filo di lana, 20000 voti di scarto, pochissimi, in modo da poter ricattare e delegittimare la maggioranza, e lasciare aperta la strada alla solita campagna strategia eversiva:
- si grida ai brogli, dei quali si accusa l'avversario,
-si chiedono nuove elezioni, come in Ukraina, in Bielorussia, in Venezuela ecc.
Se si ottengono nuove si ha un vantaggio di posizione, se non si ottengono si e' comunque ulteriormente delegittimato il governo eletto.
In ogni caso si fa pensare al popolo che le elezioni sono una buffonata e non che sono veramene necessarie In fondo, in confronto a questo sfacelo, un "uomo forte" (mai pronunciare la parola "dittatura") e' persino accettabile...
Dopo si fara' pensare al popolo che il governo precedente era anche meglio, che gli uni e gli altri sono uguali, che questa politica fa schifo e che ci vuole un "uomo forte" per mettere a posto le cose: in fondo ai tempi del Fascio nessuno ti molestava per strada (a parte le squadracce in camicia nera)...
Ho dimenticato di dire che le commissioni elettorali della "porcata" nominano i presidenti di seggio e gli scrutatori (anch'essi ridotti alla meta') "tra gli iscritti alle liste dei residenti nel comune" SENZA NESSUN ALTRO OBBLIGO di rappresentativita'...
Riuscite adesso ad immaginarvi come e da chi sia stata "sequestrata" e fatta scomparire la Sig.ra Bianca, nata Scheda in Elezioni?