...e volevano pure il gelato...
e, altro che il pescato fresco, se quaggiù ci si puo' permettere un merluzzo surgelato ogni 15 giorni è un lusso.
schifosi.
Un momento. Non stiamo parlando di un ristorante. Un pranzo come quello, considerando che la struttura non ha bisogno di fare guadagni, non può costare più di 20 euro: se vado al Brek ne spenderò 15-16.
Chi è che ha tirato fuori i 90 euro?
Se non chiudono subito il ristorante della camer, glieno chiudiamo noi a forza al V-day.
I parlamentari possono mangiare al bar di via del corso come noi comuni mortali, cazzo!
Per le strade c'è la carestia e dentro un tetro palazzo arroccato un gruppetto di potenti gozzoviglia e strepita. Don Rodrigo, il conte Attilio, l'avvocato Azzecca-garbugli e il podestà ricevono, superbi e presuntuosi, Fra' Cristoforo venuto a chiedere intercessione per Lucia. Questi, indignato da tale comportamento, al culmine di una durissima discussione dice minaccioso a Don Rodrigo: "Verrà un giorno..." e viene cacciato via perché il signorotto "era fin allora rimasto tra la rabbia e la maraviglia, attonito, non trovando parole; ma, quando sentì intonare una predizione, s'aggiunse alla rabbia UN LONTANO E MISTERIOSO SPAVENTO"
Consiglio di rileggere (o, per chi sciaguratamente non l'avesse ancora fatto, leggere) i PROMESSI SPOSI di Alessandro Manzoni, in particolare i capp. V e VI in cui è rappresentata la scena di cui sopra. È tutto lì, non c'è da aggiungere altro.
Per la serie "la faccia come il culo", il Questore della Camera la scorsa legislatura che avvallava queste spesucce era un personaggio già conosciuto di Pordenone, tale Eduard Ballaman:
http://www.provincia.pordenone.it/orgist/ballaman.jpg
Già riconosciuto campione di moralità da OMB:
http://www.onemoreblog.it/archives/007829.html
Inquisito per un affaruccio sporco in Croazia:
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=258490
OT su come i nostri governmanti (sindacalisti e confindustriali) stanno rovinando il nostro futuro nostro e quello dei nostri figli:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/07_Luglio/06/trionfo_veti.shtml
Che la peste bubbonica li colga tutti! "Verra' il giorno".
...considerando che la struttura non ha bisogno di fare guadagni ( e lo credo bene, anzi, lo spero)..come mai una divisa di un usciere del senato costa agli italiani 1800 ( milleottocento) euro?
qua il problema è enorme, gigantesco, si accusa chi guadagna pochi euro di voler salvare il proprio orticello se si ribella di fronte a quella che considera l'ennesima ingiustizia ma si tace su queste questioni che sono diventate umanamente insopportabili, risparmiando un bel po' di soldini sciupati per i filetti al pepe verde, l'impepata di cozze, e il soutè di vongole che i lor signori si sbafano ogni giorno, in aggiunta al diluvio di privilegi di cui godono e ai quali pare non abbiano la benchè minima intenzione di rinunciare, qualche problemino si risolverebbe oppure no?
chiedo...
mi permetto di riproporre la legge-contrappasso di iniziativa popolare che vorrei: "tutti gli ex parlamentari riceveranno dallo stato solo e unicamente la pensione sociale minima, e a quelli in carica uno stipendio pari al reddito medio dei cittadini della repubblica". Retroattiva, ovviamente. Quando il caldo e le zanzare hanno ragione delle mie forze immagino Mastella, con la dentiera in princisbecco della mutua, in fila alla mensa dei gesuiti di via Astalli a Roma mentre dice al suo vicino camerunense: "una volta, a 400 metri da qui, mangiavo gratis aragoste e sciampagn", e l'altro "ma vafanculo! E togli le mani dalle mie tasche!"
concordo con marco, pensione sociale minima e tanti saluti...
beh...vi saluto, è ora di pranzo...vado a farmi spennare alla mia mensa. Dove gli gnocchi di patate costano 4.50 , il pescato 6 e fa tutto sicuramente piu' schifo.
Caro albertone che mi hai pubblicato fra tutti e 48!
"La compagna del presidente francese Nicolas Sarkozy ha restituito la carta di credito che le era stata data in dotazione dall'Eliseo a causa delle critiche di giornali di opposizione, che avevano scoperto spese per colazioni di lavoro, documentate, per 418 euro" (da Italia Oggi)
Altro che moda, all'estero dovremmo esportare politici. In capo a due anni il mondo sarebbe ai nostri piedi.
in primo piano io metterei i dossier del Sismi non queste minchiate. vi segnalo un articolo di Enzo Marzo, dove fra l'altro si dice:
//Ci fanno sorridere amaro i soliti qualunquisti (si sa, il qualunquismo è terribilmente miope), che s’indignano sul numero delle auto blu e sulle prebende accaparrate dalla “Casta” e non si accorgono che come elettori hanno subìto uno scippo irreversibile di sovranità; che sono stati fatti sparire (o ridotti al minimo) la sinistra, il liberalismo, il socialismo, il pluralismo, il laicismo, i partiti politici veri; che in troppi luoghi assistiamo solo al confronto elettorale tra due comitati d’affari equivalenti e indistinguibili tra loro se non per la retorica delle parole sbandierate; che quasi dappertutto il malaffare regna sovrano e unisce destra e sinistra e centro; che c’è un partito come l’Udc che è più presente nelle cronache giudiziarie e di nera che in quelle politiche; che tutte le regioni meridionali – quale più quale meno - sono in mano alla delinquenza politica e comune.//
http://www.democrazialegalita.it/documenti/enzoMarzo_VeltroniPD=04luglio2007.htm
Penso che il costo di 90 euro a pasto sia dovuto più alle spese generali (locali, eccesso di camerieri, sprechi di ogni sorta) che al pasto. Un amico ristoratore mi dice che il costo del cibo incide assai poco nelle spese di un ristorante. Tant'è (infatti) che in certi paesini del reatino vicino al terminillo con 8-11 euro si mangia antipasto, primo , secondo e controrno. E ottima roba.
Ma probabilmente i due terzi dei cinquemila camerieri della mensa parlamentari sono parenti degli stessi e via dicendo.
Enzo marzo fu un ottimo leader della "sinistra liberale" (anni settanta). Da dove riciccia?
Esiste ancora "critica liberale"? no, non me lo dite..
Ecco il ddl sui costi della politica:
Il Consiglio dei ministri rinvia l'approvazione alla prossima riunione
previsti tagli agli enti locali, riduzione di consulenti e consigli circoscrizionali
provvedimenti per ora non riguardano Camera e Senato ( figuriamoci..poi si accusa il popolo di benaltrismo )
http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/politica/costi-politica/ddl-rinviato/ddl-rinviato.html
Chi leggesse il libro di Stella e Rizzo scoprirebbe che i nostri parlamentari hanno comprato interi palazzi nel centro di roma costati centinaia di milioni di euro... per avere il loro ufficio con e loro segretarie ed il loro staff a leggere i giornali e a commentarli con rassegne stampa. I costi degli immobili e degli stipendi di questo esercito di migliaia di nullafacenti si aggira a cifre astronomiche che potrebbero colmare varie finanziarie.
I pasti sono poca roba.
Non voleva essere un post serioso, e il tono non fa nulla per mascherarlo, come piu' o meno tutte le volte che scrivo a OMB; non sono la persona più adatta a parlare delle cose serie.
Penso che Alberto l'abbia messo in copertina perchè è una notizia buffa. E suvvia, non brontolate sempre.
scusa prefe ma io non riesco a scherzare su questo che secondo me è il vero problema italiota, o itagliano fai un po' te.
'sto sciupio di soldi pubblici per qualunque stronzata desiderino i lor signori, a me fa accapponare la pelle.
3 milioni di euro l'anno in cibo, mi spiace dirlo, son minchiate.
Parliamo di governi che spendono 20 mila miliardi di vecchie lire in una singola partita di aerei da guerra.
3 milioni ? apparte che sono di piu', e poi, sono solo questi? non c'è nient'altro?
se invece di far mangiare spigole e orate a quei magnaccioni si utilizzassero quei soldi per esempio per aiutare i precari no ? a noi ci toccano ticket e balzelli perchè vadano a finire nelle panze di questi cialtroni?
ma per favore...
Cristina, ti faccio attorcigliare le budella :-)
Il numero di "autoblu" presenti in Italia è 574.215. La somma di quelle presenti nei successivi 9 Paesi, nella classifica mondiale, è 470.000.
Solo per AUTISTI, PIENO e PEDAGGI la spesa annua ammonta a 18.230.000.000€ (DICIOTTO,23 MILIARDI di EURO) che corrispondono a una mezza FINANZIARIA;
Fonte:
http://www.petitiononline.com/autoblu/petition.html
Il numero di "autoblu" presenti in Italia è 574.215. La somma di quelle presenti nei successivi 9 Paesi, nella classifica mondiale, è 470.000.
è l'unica classifica mondiale in cui siamo in testa, oltre al ranking fifa. son soddisfazioni
cristina.
l'ho scritto io il post. E' OVVIO che non apprezzo tutto cio'.
//scoprirebbe che i nostri parlamentari hanno comprato interi palazzi nel centro di roma costati centinaia di milioni di euro..//
non me ne frega niente. ci sono cose più importanti in questo momento. facciano buon uso dello spazio supplementare, se ne sono in grado.
volevo dirvi anche un'altra cosa, la cacca è senza dubbio brutta, ma voi sembrate le mosche attorno alla cacca.
@pippo: al banchetto scatologico stai partecipando anche tu. in qualità di altero osservatore di mosche attorno alla cacca, naturalmente.
possiamo smetterla di parlare mentre mangio?
da: http://www.sinistra-democratica.it/documenti/contributi-21
Un'analisi approfondita di un fenomeno che sembra dilagare e i costi sono solo uno degli aspetti della crisi, forse nemmeno il più mportante
La crisi della politica esiste ma non bisogna fermarsi alla rappresentazione che ne danno i media
di Michele Prospero
I segnali di crisi della politica sono sempre più evidenti e anche i processi di degenerazione delle istituzioni non sembrano affatto rifluire. Eppure c'è qualcosa di regressivo nelle infuocate requisitorie contro la "casta". Nient'affatto innocente sembra l'ossessione di grandi poteri mediatici ed economici che diffondono l'idea tendenziosa che nelle condizioni attuali la politica sia un potere forte, da ridimensionare per sprigionare le grandi energie compresse nella società italiana. E se pro-prio in questa pretesa del meccanismo unico economico-mediatico di ricondurre la sfera pubblica ad una sua docile variabile si nascondesse una delle radici più profonde della catastrofe dell'agire politico?
E' del tutto evidente che media e denaro hanno gli strumenti e i luoghi per imporre un pensiero unico sull'economia che bolla come deviante, come insostenibile archeologia chiunque si azzardi a ripensare a un ruolo del pubblico. Non c'è giornale che, in nome di fantomatiche agende "riformiste", non si scagli contro sindacati e partiti che resistono alla integrale riduzione del politico a tecnica di risanamento sprovvista di altre finalità rispetto a quelle già preconfezionate dalle agenzie monetarie. Modeste misure di redistribuzione del tesoretto vengono subito stigmatizzate come obsolete reminescenze massimaliste. Aggettivi d'altri tempi (radicale, massimalista, passatista, irresponsabile, antinazionale) accompagnano le scelte di chi mantiene saldo un riferimento alla sinistra europea. La vera posta in gioco è proprio questa. Sui fini della città a decidere è la politica o la tecnica?
Ci sarà anche una "casta" con persone ben retribuite ad ogni livello ma a stabilire chi deve guidare gli schieramenti sono proprio i grandi media che con i sondaggi rigonfiano il leader sul quale investire e condannano gli altri all'oblio. Questa condizione di estremo sfaldamento dei soggetti collettivi è la malattia mortale della democrazia ma costituisce l'eldora-do per l'immenso concentrato di media e denaro che muove le leve del-la finanza, attiva i meccanismi arcani del consenso ipotetico misurato dai sondaggi. Che l'impresa e i media si impadroniscano di quello che Max Weber chiamava "lo spirito letterario in politica", e comincino a inseguire il sogno di una politica senza soggetti collettivi e senza un fi-siologico tasso di professionismo, è solo il brutto segno dei tempi. Le potenze dell'economia, attratte dall'antipolitica come facile verbo, inse-guono il mito arcaico di una città senza più opzioni valoriali in cui i tecnici, gli imprenditori o il leader mediatico prendono il posto di un ceto politico dipinto come parassitario, costoso, ricco e sfaticato.
Il vero punto di sofferenza della democrazia non è di per sé l'esistenza di un ceto politico che gode di privilegi ingiustificati. Il nodo reale è che la politica nelle istituzioni diventa una professione lucrosa in as-senza di strutture collettive, di soggetti organizzati, di momenti perma-nenti di azione politica. Il professionismo senza partiti è questo il vero tema scottante, che però i censori della casta si guardano bene dal ri-marcare. Certi atteggiamenti, certe pratiche di vita di notabili locali abili nel reperire risorse, nello stringere alleanze solide con impresa e finanza per garantirsi carriere interminabili sarebbero impensabili in presenza di normali canali di partito. La casta è nient'altro che il frutto avvelenato dell'estrema personalizzazione della politica scaturita dal re-pentino tramonto dei partiti soppiantati dai media. Questo è il dato di sistema senza cogliere il quale si cade solo in una inquisizone generica e qualunquista.
Proprio perché mancano partiti con una ideologia e con un pathos con-diviso nei militanti proliferano ovunque cariche elettive attratte da pro-spettive di carriera e da veloci ricompense di status. Vengono così a mancare momenti di autoosservazione dei partiti capaci di censurare sul nascere stili fastidiosi, atteggiamenti disinvolti di boss locali che dopo il tracollo delle ideologie si tramutano d'incanto in infaticabili accumulatori di ricchezza. La causa di queste tendenze all'involgarimento della funzione politica risiede nella proliferazione di partiti personali che si avvalgono di staff, di consulenti, di consiglieri e non rispondono più a nessun organismo collettivo. Se questa è la radice reale della crisi, i media hanno poco da gridare contro la casta. Sono proprio i media a reclamare il leader solitario e a combattere ogni figura di partito provvista di autonomia politica e culturale.
Una riforma della politica ha poco a che fare con le facili scorciatoie del populismo. Essa comincia proprio dalla ricostruzione di partiti più solidi come veicoli di partecipazione e dal recupero dell'idea di una po-litica come battaglia culturale provvista di un'idea di società. Una ripre-sa di autonomia di cultura politica, per i partiti equivale a uno straordi-nario sforzo per l'affrancamento dall'ipoteca sotterranea posta dalla fi-nanza e dai media. Un altro tassello di una politica rimotivata non potrà che essere la ricomparsa della funzione delle assemblee, sfibrate in questi anni di confuso leaderismo. Alla base della crisi della politica c'è anzitutto un problema di rappresentanza. Rappresentanza sociale e politica. Le assemblee sono state del tutto svuotate di ruolo per inseguire il mito del leader come solitario decisore. E' difficile, ma solo colmando questa voragine può ripartire una politica capace di democrazia.
Sono stati spesi circa 700 mila euro, tra fondi comunitari e regionali, per 'Una voce per Padre Pio', la kermesse trasmessa in diretta da Pietrelcina il 12 giugno e andata in onda su RaiUno (due ore) e, in differita, su Rai International. Il 'Grande Evento', giunto all'ottava edizione, come si legge nella delibera della giunta regionale Campana che ha sbloccato il contributo economico serve a promuovere l'immagine del Comune nativo del Santo che vuol far concorrenza alla città pugliese di San Giovanni Rotondo, dove il Santuario di Padre Pio è visitato da milioni di turisti. Tra i 677.615 euro spesi spiccano
i 217 mila per il cast artistico, ripartiti tra i conduttori Massimo Giletti e Tosca D'Aquino e per i cantanti, attori e orchestrali. Altri 82.920 per la scenografia, 63 mila per audio e luci colorate montate su 50 torri, 30 mila euro per i costumi, mentre il balletto ha incassato 29.640 euro e i facchini 10.560.
Evviva padreppie.