Cesare, in arte Cristo
di Marco Travaglio
Il personaggio ha sempre avuto un rapporto, per così dire, problematico con la verità. Fin da quando giurò che i 21 miliardi di lire recapitatigli in Svizzera dai Rovelli erano una “parcella” pagata da una famiglia che lui non aveva mai difeso.
Poi cambiò tre o quattro versioni, spiegando poi al Tribunale attonito di aver mentito per «proteggermi dal fisco».
Cioè perché era un evasore fiscale. Ma guai a ricordarglielo: lui rispondeva rabbioso «non sono un evasore perché ho fatto il condono», come se il condono lo facessero i contribuenti modello.
Ora però le balle sesquipedali che Cesare Previti ha raccontato ieri alla giunta per le elezioni suonano decrepite, quasi provenissero dal Jurassic Park della memoria. Il suo vergognoso caso è già stato digerito dalla classe politica tutta, che l’ha frettolosamente archiviato insieme a tutte le altre putribonde indecenze della storia patria.
Il fatto che il braccio destro di Berlusconi comprasse sentenze per conto del Cavaliere e di altri clienti che vincevano cause civili in cui avevano torto, scippando la Mondadori a De Benedetti o procurando a Rovelli 1000 miliardi di lire non dovuti a spese dei contribuenti, è considerato un accidente della storia. Da non usare mai nella battaglia politica, onde evitare che la questione morale vi si riaffacci pericolosamente.
Da undici anni si sa che cosa faceva questo barattiere di sentenze con un pugno di giudici corrotti e impresari corruttori nelle aule di Giustizia, ma nessun leader politico s’è mai alzato per chiederne solennemente la cacciata dal Parlamento.
Quel che lui ha detto ieri, a prescindere dal voto finale di 11 a 6 (comunque tardivo e ingiusto, per lo scempio che s’è fatto delle prerogative parlamentari dinanzi a una sentenza definitiva), dipende dall’annoiata indifferenza che l’ha avvolto in tutti questi anni.
Quel che lui ha detto ieri, insozzando il Parlamento repubblicano e oltraggiando la logica, il diritto e la pubblica decenza,è esattamente ciò che lui sapeva di poter dire: «I miei persecutori non riusciranno mai a fiaccare la mia forza d’animo che deriva dal fatto che sono sempre stato onesto, leale e sono vittima di una persecuzione». In un paese che consente a tal Corona d’insultare a reti unificate senza replica i pm che hanno scoperto le sue porcherie, anche Previti vuole la sua parte.
«L’ultimo mio giudice non è stato imparziale», ha sostenuto il perseguitato, profittando del fatto che nessuno ricorda quanti giudici l’han giudicato colpevole in base a prove che con la politica non c’entrano nulla: i bonifici bancari degli anni 80 e dei primi 90, quando lui faceva l’avvocato e il suo principale l’imprenditore. Previti s’è appellato alla Corte europea, come se esistesse per gli adepti della casta un quarto grado di giudizio.
Anzi, un quinto: il quarto è l’incredibile giunta per le elezioni, che da 14 mesi si permette di discutere una sentenza della Cassazione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici che ha già prodotto la cancellazione del nostro dalle liste elettorali.
Così Previti ha potuto affermare: «Tesi contrapposte si dovrebbero confrontare in una posizione “in dubio pro reo”» (le “tesi contrapposte” sarebbero una sentenza irrevocabile della Suprema Corte e i delirii di un pregiudicato). E ha potuto spiegare, in barba alla giurisprudenza consolidata, che l’anno prossimo, quando concluderà il servizio sociale nella comunità per ex-tossici di don Picchi, insieme alla pena detentiva si esaurirà anche quella accessoria, che invece viaggia separatamente ed, essendo perpetua, è incancellabile. Ma anche se, per assurdo, avesse ragione, è davvero singolare che si dica: visto che devo scontare 3 anni, tanto vale aspettare 3 anni e non farmi scontare nemmeno un giorno.
Se esistesse un minimo di decenza o di normalità, tutto finirebbe in una risata omerica. Invece sono tutti seriosi: discutono, si macerano, votano, rivotano, rivoteranno e chissà quando finirà la pantomima. Ne fa parte l’ex senatore dell’Ulivo Giovanni Pellegrino, che difende Previti e mette la faccia per sostenere tesi che uno si vergognerebbe di pensare: i giudici che han condannato Previti erano «politicizzati», «parziali», «prevenuti».
Insomma, come direbbe anche Pio Pompa, toghe rosse. Parola del presidente Ds della Provincia di Lecce... Il quale riesce pure a dire, restando serio: «Qui non si tratta di difendere la persona Previti, ma lo status di parlamentare: Barabba fu assolto, il Nazaremo fu condannato. E Socrate fu costretto a bere la cicuta».
A nessuno è venuto in mente di rispondere: sì, ma Gesù e Socrate non rubavano. Pare brutto parlare di furto in casa del ladro.
uno schifo simile non poteva accadere in nessun altro paese, solo qua.
Vogliamo iscriverci e partecipare tutti al VAFFANCULO DAY di Beppe Grillo? O no? Oppure lasciare che questa gente vergognosa ed indecente continui impunmente a saccheggiarci le tasche prendendoci pure per il culo?
Almeno sarà un tentativo!
Solo soluzioni definitive per questa gente: a loro e a tutta la loro discendenza gravi forme di cancro (a partire dai genitali, chè non facciano più danni) sarebbero l'unica giusta punizione per quanto fanno e soprattutto per quanto dicono.
Speriamo muoia al più presto.
nel paese dove un corruttore di giudici puo' sedere tranquillamente in parlamento e gli viene pure pagato lo stipendio, un gruppetto di bambini, nati in ita(g)lia ma con la pelle scura, non possono entrare gratis nel museo come tutti i loro coetanei italiani ed europei, io non so se ci rendiamo conto di come ci costringono a vivere... ogni giorno è come scalare un ghiacciaio con le mani nude...
Ditemi voi se gente come Fini e camerati debbano star dietro a personaggi infimi come questi, seguendo le bavose direttive di Berlusconi, pur di non correre da soli! Ditemi voi se abbiamo una vera destra in Italia, se consente a personaggi come PREVITI di parlare ancora.
Lurido schifoso, che prende ancora per i fondelli la gente e fa un ricatto morale, appellandosi alla Corte Europea (che gli darà un calcio nel sedere): "Assolvetemi voi, prima che lo faccia l'Europa".
Certo: l'Europa non vede l'ora di assolverlo... dopo aver vomitato dinnanzi a siffatta tracotanza e disonestà, e essersi fatta una bella risata, la Corte Europea chiederà, perplessa, perché quest'essere abietto non sia ancora in galera!
in un paese normale un delinquente simile starebbe in galera, altro che indulti, solidarietà e democrazia.
in un paese normale non sarebbe consentito, a un pregiudicato, andare in televisione a spiegare le sue ragioni, contraddittorio e non, nei paesi normali i delinquenti, i colpevoli, i condannati, stanno in galera, non a fare le guest star nella tv di stato o a rilasciare interviste a tutti gli organi di stampa, in un paese normale un delinquente non riceverebbe la solidarietà dei suoi disonorevoli colleghi e non avrebbe un avvocato difensore di un partito che, sulla carta ( e oramai solo su quella..), dovrebbe essere antagonista del suo, in un paese normale il presidente della camera non parlerebbe di rispetto della democrazia ma si attiverebbe per annullare quelle norme che consentono a pregiudicati, condannati, inquisiti e indagati, di sedere in parlamento e rubare, RUBARE, i loro stipendi milionari dalle tasche degli italiani onesti.
in un paese normale non possono volerci ANNI per cacciare un condannato dal parlamento.
questo si fa, nei paesi normali.
In un paese normale, davanti a queste cose, il popolo avrebbe già preso le armi e fatto fuori TUTTA la classe politica, nessuno escluso. In un paese normale.
In un paese normale a un tizio come Berlusconi - proprietario di reti televisive e personaggio assai controverso, dalle amicizie politiche "pesanti" che hanno influenzato non poco il suo cammino imprenditoriale, agevolandolo parecchio - non sarebbe mai stato consentito di occuparsi della "cosa" pubblica nè tantomeno di candidarsi.
In un paese normale non avremmo gente come Bondi, Schifani, Cicchitto, Vito... ma neanche la Carfagna, la Carlucci... o Luxuria, o Caruso, o D'Elia o De Gregorio o la Gardini sedere in Parlamento... e grazie a Dio, Loredana Lecciso ha rifiutato l'offerta di Forza Italia di candidarsi alle elezioni, altrimenti avremmo anche lei a Montecitorio a scaldare la sedia e a maturare il diritto alla pensione dopo metà legislatura...
In un paese normale la politica non è una farsa; qui, grazie a gente come Berlusconi e i suoi accoliti, che vorrebbero rappresentare il centro-Destra , invece sì...
Ma un paese normale non ha neanche il Vaticano in casa, e neanche l'ipocrisia dei nostri politici.
Oltre alla faccia di ... protagonista (suo malgrado: in proposito, chi piange del proprio male, pianga se stesso...) dell'articolo di Marco Travaglio, vorrei ricordare che ci sono altri sedici deputati pregiudicati che siedono in Parlamrnto. Forza! su! coraggio, Bertinotti! si sbrighi a cacciare questi figuri dal Parlamento senza tanti se e senza tanti ma: non vorrà finire anche lei nell'elenco delle faccie di...?
Fuori di senno
Io sono di destra, orgogliosamente di VERA destra: la destra sociale, quella che quel pasticcio posticcio dell'Armata BBF (Berlusconi, Bossi e Fini) cercano di scimmiottare; la destra onesta; la destra che disprezza i corruttori; la destra che pensa che gente come Previti non meriti neppure d'essere citata, figuriamoci di sedere in Parlamento.
Sì, io sono di destra: e penso che gente come te parli solo perché siamo in democrazia.
Però il nome l'hai scelto bene.
Caro Manofright, ma dove siete? Anch'io sogno una VERA destra liberale alla Montanelli (per intenderci) con cui confrontarsi senza (ad esempio) tanti revisionismi storici, usati come clave! Lealmente, a viso aperto: sono stanco di questa "destra" pseudo-liberista e di questa "sinistra" che qualificare imbarazzante è un complimento! (presidente Bertinotti, cacci fuori i tanti Cesare Previti che affollano le NOSTRE aule di Montecitorio!!!) Mandiamoli a fanc...questi politicanti e invito Te e tanti altri orgogliosi di destra come Te, al V-Day dell'8 settembre, del quale Tu sarai già a conoscenza.