Oltre i soliti luoghi comuni
di Don Gino Rigoldi
Oggi la parola più di moda nelle bocche degli amministratori e dei politici, negli articoli dei giornali e nelle televisioni è una sola : «sicurezza», bisogno e diritto alla sicurezza. La risposta a questo bisogno che viene venduta come la più ragionevole e pressoché unica è, come in un disco rotto, «tolleranza zero». Se c'era bisogno di dimostrare tutta la povertà della cultura che viene proposta dagli amministratori, dai politici, in larga misura dai mezzi di comunicazione, quello che sentiamo e vediamo in questi giorni ne è prova inoppugnabile.
Domanda: tolleranza zero per arrivare dove? Per «depurare», «purificare» cosa? Via tutti i cattivi a cominciare dai rom e poi i clandestini e poi non ci stanno tanto simpatici neanche i marocchini o i cinesi.
E se io vi comunicassi che la maggioranza dei ragazzi detenuti al Beccaria non sono né rom né marocchini, ma italiani? Se vi dicessi che è già cominciata la storia che ho visto 35 anni fa, dove singoli e gruppi di ragazzi italiani facevano rapine perché quella era diventata la loro avventura, il loro modo per significare al mondo di esistere e tutto sommato la prospettiva di una carriera?
Lo sanno tutti che alle 20 nelle vie dei nostri quartieri non circola più nessuno e non per via dei rom o degli stranieri ma per via del fatto che la socialità sopravvive a stento, che è anche il vicino di casa a essere inaffidabile. Se poi vogliamo parlare di giovani cominciamo a dire che li inondiamo di sciocchezze e di modelli fasulli così che un indagato per truffa diventa persona applaudita, che diffonde autografi e quando è in forma perfino le sue mutande.
Adesso i nostri ragazzi ci stanno «presentando il conto»: le loro straordinarie possibilità non si valorizzano in maniera positiva ma invece si sprecano dietro al consumo di persone, di sesso, di tempo vuoto, di droghe.
Io mi aspetterei che il Comune, la Chiesa e tutte le persone di buona volontà iniziassero a chiamare sicurezza soprattutto il ricominciare a vivere la strada, e che moltiplicassero le occasioni per essere insieme a discutere e divertirsi, a godere della cultura e a sentire e vivere eventi di evasione e divertimento, di musica, per tutte le età. Basta un qualunque evento di cultura per riempire le sale e le piazze, fossero anche gli impegnativi Promessi Sposi o le poesie di Alda Merini, la lettura del libro biblico Cantico dei Cantici o la conferenza di uno scrittore.
Perché c'è bisogno di uscire di casa e di una strada finalmente abitata e non percorsa frettolosamente per rinchiudersi in casa. Ma sono tutti eventi di cultura rari e in centro. Le nostre periferie sono spazi vuoti che certamente poi vengono occupati dagli stranieri ma anche e largamente dai nostri ragazzi e dalle nostre ragazze che nelle loro solitudini maturano pensieri ed azioni talora violente. Conosco un'altra parola oltre a «tolleranza zero». È «comunità». Ossia vita sociale, cura per la prevenzione dei comportamenti dannosi, educazione dei bambini e dei giovani, luoghi e motivi per ricominciare a stare insieme, pensieri di senso etico. Anche queste mie parole sono un ritornello, ma non credo abbiano una ragionevole alternativa.
Ame! Non c'è altro da aggiungere.
In alcune citta' civilizzate si organizzano dei gazebi dove si fanno suonare a giovani musicisti pezzi di musica classica, jazz o musica tradizionale.
a Milano al massimo i gazebo si mettono su per chiedere meno extracomunitari (rumeni in particolare....dimenticandosi che adesso sono europei....)con volantini e slogan degni del ku kux klan
Magari si potrebbero mettere su dei gazebini a milano con bambini extracomunitari che suonino canzoni tradizionali italiane.
te li vedi i bambini rom/egiziani a suonare "romagna mia"?
io si.
azz... i miei complimenti a don gino...,
parole sante...
Ogni tanto qualche prete decente si trova ancora! Per quanto riguarda Corona, se ci fosse qualcuno pronto a fargli del male fisico sarei disposto a testimoniare in suo favore per dargli un alibi!
I preti, anche i meno peggio, non perdono mai quella retorica ecumenica che li ha segnati negli anni della formazione seminaristica. Io alle 8 di sera vedo più gente in giro che alle 8 di mattina a dir la verità, specie in questa stagione. In quanto alla composizione etnica dei detenuti, non lo trovo un fatto rilevante ai fini di questa discussione. Così come il fatto che i rumeni oggi siano europei, è come depenalizzare un reato e pretendere che per la morale pubblica lo stesso comportamento che costituiva reato fino al giorno prima non sia più considerato biasimevole. In quanto a Corona, lui fa benissimo a fare quello che fa, tanto che qui si critica la scoietà che lo osanna, non lui che sfrutta la situazione a suo favore come giustamente farebbe chiunque al posto suo. Peccato che se fossi io tirare le mie mutande dalla finestra chiamerebbero la neuro per sottopormi a un TSO immediato. Eviterei pertanto di deviare su di lui l'astio e l'insoddisfazione personale che attanaglia qualcuno di noi, vero Pigozzi?
Willy, dici che sono invidioso di Corona? Se è così, vado ad insaponare la corda, addio!
Non dico invidioso ma certo trovo che l'astio verso modelli anche discutibili celi una mancata accettazione di se stessi magari a livello inconscio. Voglio dire: non ti piace, non ti curar di esso e procedi oltre, perchè invocare il male fisico. Corona è la dimostrazione che quando uno indica qualcosa tutti guardano il dito. Mi ricordi quel matto che ogni tanto passa di qua che vorrebbe fare del male fisico a chi si muove in auto e non ha ancora abbracciato la filosfia del cripto-nazi-ecologismo ;-)
"Perché c'è bisogno di uscire di casa e di una strada finalmente abitata e non percorsa frettolosamente per rinchiudersi in casa."
Sottoscrivo pienamente.
Qui in Brianza qualunque iniziativa all'aperto diversa da una processione provoca l'immediato arrivo delle forze dell'ordine, a prescindere dal fatto che ci siano i permessi o addirittura il patrocinio del Comune, lo dico per esperienza diretta; le persone perbene vogliono poter vedere la televisione in pace ed in silenzio, per cui si finisce a chiudersi nei locali, sempre più sigillati e sotterranei, a rimbambirsi di musica a tuono e birra doppio malto.
Parlo di "casa mia", il meratese:
quattro centri commerciali nel raggio di una decina di km hanno letteralmente ammazzato il commercio nel centro dei paesi, la tangenziale sempre più intasata ha trasformato le vie secondarie in scorciatoie per i pendolari, si vogliono riqualificare le aree abbandonate, perchè ovviamente diventano luoghi di spaccio, ma alle prime due note di musica dal vivo parte la telefonata ai carabinieri, ai vigili ed al sindaco; le strade si svuotano perchè sono pericolose, e diventano ancora più pericolose, e si innesca il circolo vizioso.
I quartieri di villette nascono dal nulla, e tutte le nuove strade sono a fondo cieco, e di spazi commerciali neanche l'ombra, nell'illusione che costruire dei dormitori dorati incrementi la sicurezza.
vedi willy, se uno dice una cosa condivisibile la condivido punto e basta, non vado a ravanare nella babele delle categorie e sulla base di quelle demolire la persona che sostiene quell'argomento.
Trovo giusta e condivisibile l'analisi di gino rigoldi, dopodichè non vorrei mai avere a che fare con corona, che sarà pure furbo, vincente e farà sbavare pure qualche maschio oltre che un sacco di femmine, magari anche te, ma ai furbi di tale fatta preperisco sempre un raro buon prete.