La campana de la Chiesa
Trilussa, 1908, da Le favole
Che sòno1 a fà? - diceva una Campana -
Da un pò de tempo in quà, c’é tanta gente
che invece d’entrà drento s’allontana.
Anticamente, appena davo un tocco
la Chiesa era già piena;
ma adesso ho voja a fà la canoffiena2
pe’ chiamà li cristiani còr patocco!3
Se l’omo che me sente nun me crede
che diavolo dirà Domineddio?
Dirà ch’er sòno mio
nun é più bono a risvejà4 la fede.
- No, la raggione te la spiego io:
- je disse un Angioletto
che stava in pizzo ar5 tetto -
nun dipenne da te che nun sei bona,
ma dipenne dall’anima cristiana
che nun se fida più de la Campana
perché conosce quello che la sòna.
(1: Suono; 2: Altalena; 3: Battaglio; 4: Risvegliare; 5: Sull’orlo del)
dico io ,queste persone c'e' l'hanno i famigliari?
se si',senza pubblicizzare la situazione,si passa ai fatti.
faccio un esempio:
mio padre in coma in ospedale,anni fa',firmai e me lo portai a casa.
dopo si viene assalito dai dubbi,ma questa e' un'altra faccenda.
che pena, Giovanni in un letto di sofferenza , costretto anche allo sciopero della sete e della fame, e i nostri giornalisti televisivi e politici a 90 gradi a prendere ordini dai cardinaloni agli ordini del pastore tedesco.Ma in che paese di merda vivo....
Giovanni non mollare, hai piu' dignita' tu che i mille fannulloni parlamentari-senatori e i vescovoni della CEI
errore:dico io ,queste persone (c'e')l'hanno i famigliari?
dico io ,queste persone ce l'hanno i famigliari.
antonio mi permetto di spiegarti perche' queste persone non si danno la morte nel silenzio e tra i sotterfugi (sacrosanti).
Coscioni, Welby, Nuvoli sono degli EROI ed eroico ed esemplare e' il comportamento delle loro famiglie.
potrebbero morire facilmente nel silenzio, il medico difficilmente rifiuterebbe il certificato di morte; eppure loro mettono in pubblico la loro situazione, le loro necessita' e la loro scelta civile di dare un termine alle prpoprie sofferenze ed alle sofferenze di chi gli e' vicino.
combattono anche per noi, per questo dobbiamo sostenerli.
Sono d'accordo con Berja. E vado oltre, pur consapevole che il mio avvocato si incazzerà e tante persone si scandalizzeranno. Da tempo penso a un movimento di malati terminali, guastatori inattaccabili e invulnerabili. Senza nulla da perdere. Un giorno o l'altro lo scrivo nel dettaglio.
http://www.lucacoscioni.it/dossier_sulla_situazione_clinica_di_giovanni_nuvoli_1
Ma di cosa è colpevole?
Un uomo di 54 anni, nelle peggiori condizioni che si possano immaginare, chiede con l'ultimo movimento che ancora possiede, quello degli occhi, che venga interrotta quella terapia respiratoria artificiale che da quattro anni lo affigge ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
Quest'uomo dalla sua casa di Alghero, contornata di orti profumati, olivi e piante selvatiche, si rivolge ad un medico che lo ha preso anche lui in cura da alcuni mesi, chiedendogli di porre un termine a quelle "indicibili sofferenze" che sta vivendo evitandogli l'ultimo drammatico dolore.
Giovanni è un uomo semplice, che ha svolto lavori comuni e con passioni comuni.
Laborioso e allegro, è stato un rappresentante di commercio, ha lavorato nella mensa dell'ospedale, faceva l'arbitro sportivo e si impegnava nel teatro dialettale di Alghero.
Alto e robusto un tempo, ha perso oggi tutti i suoi connotati fisici . La malattia che lo ha colpito lo ha reso quasi irriconoscibile nel corpo logorato in ogni suo angolo da quella che per lui è una tortura infinita, scandita dal ritmico e sempre uguale rumore del ventilatore meccanico.
La sua mente però e il suo cuore grande sono intatti.
E lo hanno spinto a fare una battaglia durissima, con le poche armi di cui dispone, una battaglia non solo per sé ma per gli altri "poveri cristi" del nostro Paese.
La sua volontà è chiara, cristallina. Non una persona che lo abbia conosciuto e che abbia posto attenzione al suo comunicare ne dubita. Ha fatto pubblici appelli, conferenze stampa, chiedendo che il suo grido venisse ascoltato, ma un muro di ipocrisia misto a fastidio e non verità lo ha circondato così come al di fuori della Sardegna la sua storia non è conosciuta quasi a testimoniare ancora altri profondi steccati.
Giovanni scrive ai medici: "fate presto" "è tanto tempo che aspetto" "staccate le macchine". Giovanni ringrazia il personale sanitario che con tanta cura lo assiste ogni giorno. Giovanni dichiara il suo amore per la compagna, moglie e oggi sua prima infermiera. Giovanni quando era in Rianimazione a Sassari dove ha passato infinite giornate infinite, ha chiesto il computer che oggi aiuta i suoi occhi a scrivere non solo per se ma anche per il vicino di letto, così come oggi lo vuole donare ad un ragazzo ammalato di cui ha sentito notizia. Giovanni ha lottato in ogni modo per tornare a casa. Ha in più occasioni, in segno di protesta rifiutato terapie.
Il 4 Luglio Giovanni ha iniziato uno sciopero della fame. Il medico a cui si era rivolto per interrompere la terapia respiratoria ed essere sedato, dopo aver studiato la documentazione sanitaria, coordinato un collegio medico interdisciplinare ad hoc, aver effettuato visite, aver raccolto consulenze specialistiche, ha ritenuto di dover procedere comunicando alla procura di Sassari e ai Carbinieri di Alghero la sua volontà allegando una documentazione chiara e concreta.
Quel medico però Martedì scorso è potuto entrare nella stanza del paziente solo con un capitano dei carabinieri al suo fianco. Alla volontà di un uomo si è risposto imponendo la tortura con i carabinieri.
Ma lo stesso capitano, un uomo giovane e gentile, all'uscita dalla casa di Giovanni ha affermato: "quest'uomo è di una lucidità sconvolgente".
La famiglia è distrutta. Sono 400, gli euro al mese di pensione.
Maddalena, la moglie, piange. I suoi figli, Giampiero e Silvana, che hanno in Giovanni un secondo papà e che hanno già vissuto un dolore straziante, ascoltano in silenzio questo pianto. Tutti in questa casa sono con Giovanni, rispettano le sue decisioni, che però non possono attuarsi.
In questa casa c'è una famiglia, un nucleo di affetti forti. C'è amore
Questo amore non può avere voce così come la voce di Giovanni è soffocata da un Paese crudele che permette il lento scorrere delle ore nella tortura. Ma chi pagherà per questo?
Di cosa è colpevole Giovanni Nuvoli?
Tommaso Ciacca
Al sig giovanni e la sua famiglia dico ,forza e coraggio.la volonta' di dio e' un fatto certo.
Il problema e' la macchina che tiene in vita
e che "assolutamente senza polemica"non doveva essere attacata.
bisogna anche comprendere che ci sono tante altre persone che la pensano diversamente
e quindi queste appaiono forzature.
spegnere la macchina con il consenso delle istituzioni e' un fatto civile?
e chi lo dice.
per me non lo e'.
Tutti parlano,opinioni a destra e manca.
il difficile e' assumersi le responsabilita'.
Io come ho gia' detto nel postato sopra
QUANDO MI fu' DETTO COSA AVREBBERO VOLUTO FARE A MIO PADRE,I MEDICI ALL'INDOMANI(intubazioni e robe varie)firmai e lo riportai a casa.(sapevo bene che papa' li non ci sarebbe voluto stare) a casa chiamai un medico,specialista del problema che mi ragguaglio'in merito,e prescrisse una cura.
manco 24 ore dopo,le flebo si bloccarono e cosi decisi con mio fratello di sospendere tutto. Respiro,cuore e pressione erano ok.anzi ho anche un ragionevolissimo dubbio,ci ascoltava.
Dopo alcune ore di attacchi convulsivi ci lascio'.
Ho fatto la cosa giusta,mio padre odiava gli ospedali e le malattie.
A distanza di sette anni,ogni tanto ho dei vuoti nel petto.
MA NON AVREI PERMESSO A NESSUN'ALTRO DI FARLO.
Questo del sig giovanni e'"quasi" un accanimento terapeutico (dico quasi perche' e' cosciente e lucido).
IO AL POSTO DI ....NON AGGIUNGO ALTRO.
un forte abbraccio a giovanni e la sua famiglia.
@@@ X BERJA E CRISTINA
ps:
non e' polemica e non e' detto che abbia ragione io.