Al Beccaria sempre più giovani italiani «Rubano per avere playstation e iPod»
Carcere minorile, dopo dieci anni eguagliate le presenze straniere. «Vogliono soldi facili»
di Andrea Galli
I ragazzini di strada in galera per un colpo andato male. Toccherà rispolverarlo, il vocabolario della malavita, ché al carcere minorile del Beccaria, rompendo una tradizione che durava dieci anni e che così consistente non si vedeva dai tempi antichi della Milano criminale, gli italiani oggi sono 25 su un totale di 50. Dunque, tolta la sezione femminile interamente straniera, con una quindicina di zingarelle, la metà esatta dei detenuti.
Lontana l'ondata maghrebina, superata quella albanese e dimenticando i baby borseggiatori nomadi — han meno di 14 anni, dunque niente cella —, ecco che il Beccaria torna a parlare la lingua di casa nostra. Che, poi, è il linguaggio delle periferie. Un linguaggio con accenti meridionali sovente sbiaditi e slang metropolitani. Case popolari e droga — traffico di hashish, cocaina, eroina e anfetamine —, droga e rapine a manetta. Rapine in tabaccheria, farmacia e finanche banca. Niente sparatorie, agguati, imboscate. Colpi rapidi. Proficui. Soldi per iPod, playstation, vestiti, dunque il nulla o il superfluo. Piccoli boss. E già un armadio di aneddoti. Ottimo rimedio affinché, in carcere, non si passino le giornate a fare un elmetto. Ossia, parlare sempre delle stesse cose.
Marzo scorso, Comasina: due 16enni si avvicinano a un edificio dismesso abitato da immigrati, sorprendono un africano, lo invitano a lasciare il quartiere, e se ne vanno. Meglio controllare, però, meglio non fidarsi. E casomai l'africano non abbia recepito il messaggio, i ragazzini tirano sera girando su uno scooter con una mazza da baseball in mano. Un mese dopo, Ponte Lambro: la polizia becca una banda di pischelli cattivi comandata da un Corcione, cognome che nel quartieraccio ha il suo peso. Sono figli di, i detenuti italiani del Beccaria. Figli di criminali ora — e per infinite ore ancora — al gabbio. È la storia che torna. Sono le brutte storie che non se ne sono mai andate. E ci dovesse essere una sorta di sfida tra questi e i ladri zingari della stazione Centrale, chi vincerebbe? Abili e di mano lesta, furbi e imprendibili i secondi. Scavati dall'esperienza e conoscitori del territorio i primi.
Non che, comunque, per finire al Beccaria si debba partire da un albo di famiglia col «pedigree». Racconta un operatore del carcere: «A gennaio, un 15enne è entrato in un negozio di piazza Tirana, ha tirato fuori il taglierino e si è fatto consegnare i soldi. È uscito, ed è salito sul tram, anziché scappare di fretta. No, si è messo sul tram. Tempo tre fermate, e ha trovato la polizia ad attenderlo. Gli ho domandato: "Perché il tram?"». E cos'ha risposto? «Che lui voleva farsi prendere. Non gli interessava la rapina in se stessa. Unico suo obiettivo, era dimostrare al padre — un professionista, mica un gangster — d'essere uno con le palle».
E i fighetti che a marzo trascorsero due fine-settimana a pestare coetanei fuori dalla discoteche con un unico motivo alla base, «Far a botte è bello»? Sì, d'accordo. Ma sono casi isolati. E allora via, bisogna spostarsi dal centro e dalla
movida. E andare più in là, molto più in là, alla Comasina e al Corvetto, al Lorenteggio e a Niguarda. O a Quarto Oggiaro. Non vanno cercati, i piccoli boss: si fanno trovare loro. A inizio anno, una decina di ragazzini cinesi in trasferta dalla Bovisasca, stavano in via Val Lagarina. Dieci minorenni del posto, prima li avevano invitati ad andarsene in quanto «gialli» e «sgraditi». Poi, s'erano armati di bastoni e catene, ed erano saltati addosso loro. Salvo scappare al suono delle sirene dei carabinieri. Anzi, dei fratelli branca, come c'è scritto alla voce «carabinieri» su quel vocabolario da rispolverare.
"[...] Soldi per iPod, playstation, vestiti, dunque il nulla o il superfluo."
forse il signor Galli potrebbe indirizzare una lettera aperta ai "giovani d'oggi" e gentilmente spiegare cosa secondo lui non sia "il nulla" od "il superfluo": evidentemente ci sono contesti (tipo, a caso, la Milano delle periferie) in cui tutti questi bei Valori Assoluti della vita (anzi, Vita, scusate) non sono così autoevidenti.
certo, potesse evitare di far piovere cotanta saggezza dal pulpito di un foglio storicamente tra i più reazionari sul mercato...
Ovvio, bisogna sempre puntare il dito sugli altri, sui "giovani", pur di non doversi guardare allo specchio. Sono semplicemente la versione nana dei Luca Zaia, dei clerico-fascio-leghisti che se ieri sbavavano per il Moncler (oggi è l'ipod) oggi sbavano per il Suv. E inconsciamente non vedono l'ora di mettere sotto una zecca o un'omega, spesso sicuri dell'impunità di classe.
e anche le stagioni, un po' come i "giovini" di oggi, non sono più le stesse, nevvero,anche lor signori sono d'accordo?
@willy
...e la frutta?!?! la frutta, allora?!??!
...tutta acquetta!! ;)
infatti la colpa non è degli extracomunitari, clandestini e non.
è di chi non fa leggi che poi dovranno rispettare sia il maghrebino spacciatore che il berlusconi "capoufficio" di corruttori e datore di lavoro di boss mafiosi, e finchè ci sarà anche un solo previti seduto in parlamento, questo discorso è perfettamente inutile farlo.
"A gennaio, un 15enne è entrato in un negozio di piazza Tirana, ha tirato fuori il taglierino e si è fatto consegnare i soldi."
MA DAAAAI!?!
E io che pensavo che ad assalire col coltello fossero solo gli zingari...
"finchè ci sarà anche un solo previti seduto in parlamento, questo discorso è perfettamente inutile farlo."
Sacrosante parole.
Attenta però Cristina, perchè adesso arriverà qualcuno ad accusarti di sviare il discorso, di parlar d'altro, di spostare l'attenzione su reati più gravi o più esecrabili e bla bla bla, quando tu hai semplicemente fatto l'unico ragionamento che ha senso fare: la giustizia non è uguale per tutti, e un capro espiatorio si trova sempre.