Genova, la verità non può attendere
di Vittorio Agnoletto
Scriviamo ora, nel sesto anniversario del G8 di Genova rivolgendoci a tutti i segretari dei partiti di quel centrosinistra che abbiamo votato anche nella convinzione che avrebbe agito per ottenere verità e giustizia su quanto accaduto in quelle drammatiche giornate del luglio 2001.
Siamo molto sconcertati dalle decisioni del governo dopo le rivelazioni di Fournier (macelleria messicana) e l'indagine su De Gennaro (istigazione alla falsa testimonianza).
Il governo Prodi ha nominato De Gennaro braccio destro del ministro degli Interni e lo ha sostituito con il suo vice Antonio Manganelli, che nel luglio
2001 era in servizio in Puglia ma - essendo comunque coinvolto nella gestione della sicurezza dell´evento internazionale - restava in continuo contatto con i super-poliziotti presenti a Genova.
Siamo arrivati al punto che persino l'associazione dei prefetti parla di ministero di polizia (quello che esisteva prima del ritorno della democrazia).
Siamo disorientati dal silenzio di fronte al fatto che gli imputati, più alti in grado, per i fatti della Diaz e di Bolzaneto sono stati tutti promossi. Questori, vice-questori, dirigenti: Gilberto Caldarozzi, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Filippo Ferri, Vincenzo Canterini, Alessandro Perugini.
Abbiamo letto in un intervista che il nuovo capo della polizia intende essere molto severo con chi ha violato le regole (vedi le scandalose telefonate registrate) considerando inaccettabile quel comportamento.
Ne prendiamo atto, ma ci chiediamo come potrà farlo se intenderà proseguire nel solco tracciato dal suo predecessore che proprio quelle promozioni ha caldeggiato e diretto.
Non pensiamo che una discussa vittoria di immagine, dovuta peraltro all'azione della magistratura e non a una decisione politica, possa compensare la riorganizzazione delle forze dell'ordine attorno a coloro che hanno gestito il G8 di Genova 2001 e si apprestano a "tutelare" l'ordine pubblico nel prossimo G8 alla Maddalena, scelta che continuiamo a ritenere sbagliata.
Dubitiamo che siano molti i cittadini italiani che possano sentirsi tutelati dagli autori delle macabre telefonate registrate e recentemente rese pubbliche qualche giorno fa a Genova nelle aule del tribunale.
Siamo rimasti increduli per le dichiarazioni di acritico sostegno a Manganelli rilasciate sui principali quotidiani anche da dirigenti dei partiti della sinistra.
Ci pare che, in questo contesto, l'ostilità esplicita di parti della maggioranza di centro sinistra all'istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul G8 di Genova sia incomprensibile ed inaccettabile. Vorremmo innanzitutto ricordare che la commissione d'inchiesta costituisce un impegno formalmente assunto da tutte le forze politiche della coalizione nel programma dell'Unione. Ma ancora piu´ importante ci pare sia il diritto dei cittadini di uno Stato democratico di sapere chi ha ordinato, autorizzato e tollerato la sospensione della nostra Costituzione durante le giornate genovesi; di sapere chi ha promesso impunità e chiesto omertà a quei tutori dell'ordine pubblico responsabili di quelle violenze ormai ampiamente documentate.
Abbiamo lasciato passare qualche giorno, dalla nomina di Manganelli ai vertici della polizia e dalla ricollocazione di De Gennaro, per far prevalere la razionalità alla reazione emotiva di forte indignazione, ma certo il dissenso resta in chi e' impegnato in prima fila per ottenere verità e giustizia per Genova.
Premiata macelleria italiana
Il giornalista inglese Mark Covell si trovava nella scuola Diaz Parodi di Genova il 21/7/2001, poco prima di mezzanotte. Credeva di essere in un Paese democratico. Sbagliava. E’ uno dei 66 stranieri massacrati dalle forze di Polizia. Ai quali vanno aggiunti i 27 macellati nostrani. E’ stata infatti “Un’operazione di macelleria messicana», come ha ammesso il vice questore Michelangelo Fournier. Che ha aggiunto: «Quando sono arrivato nella scuola ho visto quattro poliziotti, due in divisa, due in borghese che al primo piano infierivano su una decina di persone a terra, non erano miei uomini”.
Mark Covell se l’è cavata con poco:
- un’accusa di terrorismo
- otto costole rotte
- entrambi i polmoni perforati
- stato di arresto per tre giorni.
Infatti, se fosse stato trasferito a Bolzaneto avrebbe assaggiato “il cammino dei canguri”. Una variante del football dove i calciatori sono robusti rappresentanti delle forze dell’ordine disposti su due file. Il pallone è il giornalista non allineato preso a calci poderosi durante il percorso.
Secondo Mark, ben 76 poliziotti sono accusati di abusi dei diritti umani.
Saranno processati, come è giusto, ma chi sono i responsabili politici di quella mattanza? Identifichiamoli, è facile, i nomi fateli voi per una volta. E poi applichiamo “il cammino del vaffanculo”. Due file di cittadini a incitarli. Loro in mezzo. L’insulto, del resto, è ormai depenalizzato.
A Genova, sabato 21 luglio 2007, ore 16,30, presso il Museo di Sant'Agostino - piazza Sarzano 35r ci sarà l’incontro: PREMIATA MACELLERIA ITALIANA, sul tema: “Chi controlla le forze di polizia? Chi garantisce i diritti costituzionali?” Del Comitato Verità e Giustizia per Genova.
Dal blog di Beppe Grillo, 19 Luglio 2007
nei posti di comando ci deve stare gente preparata, in qualunque altro paese, dopo una cosa del genere, si sarebbero dimessi tutti i responsabili per manifesta incapacità. qui non solo non l'hanno fatto, ma alcuni funzionari sono stati addirittura promossi, per non parlare del capo della polizia indagato proprio per i fatti di genova che ha ricevuto un alto incarico dal ministro dell'interno. roba da pazzi. poi qualcuno si chiede perchè la gente brucia le schede elettorali...
GIUSTIZIA PRIMA DI TUTTO.