E Clementina disse: «Sono senza padroni e senza guinzaglio»
di Giuseppe Guastella
Non fa parte di alcuna corrente della magistratura, dice di non essere né di destra né di sinistra, è stata attaccata sia dal centrodestra che dal centrosinistra, prima di diventare magistrato è stata in polizia, ama i gatti, ma in casa la sua Eva nera deve spartirsi il territorio con il labrador Pippo: Clementina Forleo, gip dell'inchiesta sulle scalate bancarie, è sicuramente fuori da ogni schema che non sia quello suo personalissimo. Da qualche anno è al centro dell'attenzione per le sue decisioni in alcuni processi: dalla bomba del dicembre '69 in piazza Fontana a Milano alle vicende legate al terrorismo islamico, per finire, in questi giorni, ai tentativi di scalata all'Antonveneta, alla Bnl e alla Rcs.
Nata a Francavilla Fontana (Brindisi) 44 anni fa, sposata con un conterraneo ingegnere, Clementina Forleo al tempo della licenza liceale fu premiata come uno dei migliori 25 studenti in Italia. Dopo la laurea con lode in giurisprudenza, vinse contemporaneamente i concorsi per entrare nella polizia e nella magistratura. Indossando la divisa (che lasciò presto) fu impiegata anche nell'ordine pubblico ricevendo un encomio per il lavoro svolto durante gli sbarchi dei clandestini in Puglia.
È come giudice, però, che assurge alle cronache, a partire da quando scagionò dall'accusa di terrorismo internazionale il marocchino Mohammed Daki e due tunisini, distinguendo tra guerriglieri che si immolano in attentati contro militari che ritengono invasori e il terrorismo che miete vittime tra i civili. Era fine gennaio 2005 e su di lei piovvero le critiche e le accuse più feroci, con gli allora ministri Calderoli (parlò di «voltastomaco»), Gasparri (le consigliò di «fare la calza»), l'ex presidente della Repubblica Cossiga (la invitò a darsi al tennis), mentre il guardasigilli Castelli inviò gli ispettori a verificare cosa mai fosse successo. Contro queste e altre affermazioni Clementina Forleo decise di tutelarsi a colpi di querele affidandosi all'avvocato Giulia Bongiorno, deputato di An e difensore con il professor Coppi di Giulio Andreotti. Passata la buriana, sei mesi dopo un'altra bufera con accuse di «ingerenza in salsa buonista» (Borghezio, Lega) si abbatté sul giudice Forleo, ma non per la sua professione. Mentre passeggiava in centro a Milano assistette all'arresto di un clandestino che fuggiva dopo essere stato sorpreso in autobus senza biglietto. Arresto che, secondo lei, due suoi ex colleghi avevano eseguito con metodi troppo brutali.
A condividere le sue opinioni in materia di giustizia, a gennaio trovò i penalisti riuniti in un convegno. Gli avvocati l'applaudirono a lungo quando, intervenendo fuori programma, disse di condividere la necessità della separazione delle carriere nella magistratura. Alle sue spalle in ufficio campeggiava un feroce articolo che ironicamente aveva appeso alla parete: «Clementina Go home », era intitolato. «Sono un magistrato senza padroni e senza guinzaglio», era la sua risposta.
bisogna registrare che al quotidiano l'Unità, visto il titolo di oggi dove si cita a sostegno persino Mastella, non piacciono più i giudici di Milano.
A volte si più discutere perlomeno sulla radicalità delle interpretazioni della Forleo, comunque alcune impostazioni non mi sembrano corrette: coloro che combattono in Iraq sono TUTTI "terroristi" o sono TUTTI "resistenti" e coloro che parlano al telefono con Consorte sono TUTTI "tifosi" o sono TUTTI "complici".
Le persone come la Forleo mi fanno paura perchè credono di possedere LA verità, siccome non credo nell'infallibilità del Papa come non credo in quella della Forleo, temo che alla prima cantonata che si prende la signora in questione darà adito ai suoi nemici per buttare a monte tutte le sue iniziative.
Meno astrazioni, meno dichiarazioni generiche, meno definizioni qualunquiste, più circospezione nel merito.
Morè, chesta' a ddì? Guarda che la Forleo sta facendo il suo mestiere, come hanno ben spiegato i (pochi) commentatori indipendenti. Ma chi l'ha detto che creda di "possedere LA verità"? Ma quando mai? Possibile che tu sia così boccalone da credere a Mastella?
No Alberto, è che non credo nel "duropurismo".
Non credo nei magistrati che si fanno difendere dai principi del foro che difendono i capi mafia, testimoniando così di "conoscere bene" il sistema magistratura.
E se la vera casta fosse proprio la magistratura?
Sciascia scriveva dei professionisti dell'antimafia... ve lo ricordate?
Qui siamo ai professionisti della legalitarismo, non della giustizia.
ringrazio moreno per l' ottimo suggerimento, credo che certi "maniaci" siano assai pericolosi, troppo pieni di "duropurismo","legalitarismo", che amore per la impura e debole verità .
C'è il solito e triste invito ad aizzare cani rabbiosi ,che schiumano di vendetta contro il primo antipatico di turno.
Negli anni 80 Berlinguer parlava di questione morale,nel parlamento italiano è rimasta solo la questione.
La magistratura faccia il il proprio dovere, perchè gli italiani vogliono la verità.
Il sig. Dalema, sig, Fassino, sig Mastella e gli altri compagni di merende,hanno forse da nascondere qualcosa?