Verona, oltraggio fascista alla Resistenza
di Nicola Tranfaglia
Non so chi abbia detto e scritto che l’Italia sta per diventare un paese normale.
Io non ci ho mai creduto, forse perché faccio di mestiere lo storico e ho avuto sempre davanti a me il passato e il presente.
Ma la cronaca politica e culturale mi ricorda purtroppo che nel nostro paese di normale non c'è molto e in questo periodo tende a diminuire piuttosto che a crescere.
Intanto - lo scriveva Pier Paolo Pasolini sul Corriere della Sera poco più di trent'anni fa - «Noi siamo un paese senza memoria: il che equivale a dire senza storia».
«L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo con le sue contorsioni, le sue conversioni», scriveva ancora Pasolini.
Mi son venute in mente le sue parole questa mattina quando ho letto la notizia che il consiglio comunale di Verona, a salda maggioranza di centro-destra, ha nominato un dirigente del movimento Msi-Fiamma Tricolore, il trentacinquenne Andrea Miglioranzi (capogruppo della lista del sindaco leghista Flavio Tosi che ha vinto con distacco le elezioni comunali in quella citta) come membro del Consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la Resistenza.
Se si aggiunge che quel consigliere comunale, interpellato dai giornali, ha risposto testualmente: «Non rinnego nulla. Il termine “fascista” mi è molto caro» e che fa parte di un gruppo musicale, specializzato in brani che celebrano gerarchi nazionalsocialisti, il quadro è completo.
Se avessimo appreso che il sindaco di Verona e il capogruppo della sua lista avevano deciso di chiudere l'Istituto per la Resistenza, la scelta ci avrebbe colpito per il significato simbolico della decisione e l'esplicita volontà di seppellire il passato che è stato all'origine della sconfitta del fascismo e della nascita della democrazia repubblicana. Ma forse sarebbe apparsa meno grottesca e offensiva della scelta di designare per quell'Istituto un fascista non pentito che, con i suoi amici, usa la musica per celebrare alcuni tra i massacratori di ebrei legati ad Hitler e alla Germania nazista,quindi alla parte peggiore e più universalmente condannata dell'esperienza fascista italiana.
Ma - viene da chiedersi - il sindaco di Verona e il suo stretto collaboratore, che ricoprono cariche istituzionali e hanno il dovere di rispettare la costituzione hanno mai letto il testo fondamentale e tuttora vigente della Repubblica? Si rendono conto con una simile decisione di aver offeso i valori su cui il nostro stato è esplicitamente fondato sessant’anni fa?
A giudicare le prime reazioni che provengono da quella città sembra proprio di no e c' indubbiamente da preoccuparsi. Ma allora è vero che l’ignoranza delle leggi e della costituzione stanno per produrre mostri di cui non sentiva proprio il bisogno. Ha ragione Pasolini quando parla dell'Italia come di un paese senza memoria e senza storia?
Non è il caso che si faccia, qui e subito, una battaglia per la legalità e la difesa della costituzione repubblicana?
tutto questo si chiama revisionismo.. comunque miglioranzi ha anche un blog che è una cosa ignobile..
http://andreamiglioranzi.splinder.com/
"Come dire, come se il pedofilo venisse nominato capo dell'orfanotrofio."
...o come se Mastella venisse nominato Ministro della Giustizia?
Nella nostra indignazione (sacrosanta) per la nomina di un nazifascista come rappresentante della maggioranza politica del Comune di Verona nell'Istituto della Storia della Resistenza di Verona ci dimentichiamo di un fatto assai importante.
Nel periodo del regime fascista le piazze venivano gremite ad ogni discorso di mussolini.
Molti miei Amici sono convinti che tale folla si ammassava per timore di ritorsioni da parte delle "squadracce".
Io mi sto sempre piu' convincendo che la stragrande maggioranza di coloro che acclamavano il dittatore non lo facevano per paura, ma per convinzione.
Al termine dell'ultimo conflitto mondiale, una volta caduto il regime fascista, i suoi sostenitori sono stati obbligati ad insabbiare le loro ideologie ma ora, una volta cambiato il nome del partito da msi ad an, una volta sdoganate in qualche maniera le loro ideologie, i fascisti si rifanno avanti.
Sta a noi Figli e Nipoti dei Partigiani fare muro contro questo rigurgito fascista.
No al revisionismo storico!