I morti sulle strade e le colpe dello Stato
di Giancarlo Ferrero
Il grave ritardo con cui si è deciso di affrontare finalmente con serietà il terribile problema degli incidenti mortali sulle nostre strade costituisce già di per sé una colpa dello Stato. Tutelare la vita e l’incolumità dei cittadini e dei residenti costituisce il primo, più essenziale fine di qualsiasi Stato civile; più alto e concreto è il pericolo, maggiore deve essere l’impegno per contrastarlo. Giustificarsi adducendo la notevole dimensione del fenomeno criminale o l’inadeguatezza dei mezzi per contrastarlo o reprimerlo significa soltanto riconoscere la propria debolezza e l’incapacità di gestire l’ordine pubblico, cioè una conclamata resa al male ed alla violenza. Migliaia di morti, un numero impressionante di feriti molti dei quali rimarranno invalidi, i pronti soccorsi degli ospedali in fibrillazione notturna nei fine settimana, il 70% della popolazione che si muove ritenuta a rischio, i più anziani che vivono nella paura e si barricano in casa, danno luogo ad una situazione inaccettabile e non più procrastinabile. Solo pochi fortunati non hanno dovuto assistere allo spettacolo agghiacciante del dolore che scompone l’uomo e si fa gemito per la perdita immatura della persona amata, dolore reso tanto più acuto dalla bestiale stupidità di chi l’ha provocata e dall’indignazione per ciò che continua ad accadere. La macchina e la tecnica che lo accompagna non sono ineluttabili divinità del progresso che richiedono sacrifici cruenti per sopravvivere e progredire, ma deformazioni abbrutenti dell’intelligenza produttiva umana. Sono mali che vanno combattuti e che lo Stato deve essere in grado di vincere, se sano e più forte del crimine.
Va detto con estrema chiarezza: ormai siamo all’epidemia e quindi occorre agire con rigore e su più fronti, tenendo presente che alcuni interventi daranno i loro frutti nel tempo, in un futuro che però non giustifica l’attesa e che potrebbe essere fagocitato dall’irresponsabile inerzia del presente. La parte prevalente degli incidenti è notoriamente dovuto a comportamenti umani stupidi e criminali; molti automobilisti, soprattutto giovani (ma non sempre) e maschi sono affetti da pulsioni istintuali ed aggressività caratteriale tali da meritare l’opera di psicologi (o psicanalisti) e sociologi. La spaventosa caduta etico-culturale in cui tanti giovani si trovano per volontà o ignoranza di adulti irresponsabili, la generalizzata diffusione televisiva di violenza e pubblicità plagiante, l’immaginario effimero confuso con la realtà, il vuoto anche politico in cui vengono lasciati galleggiare, li trasformano, dietro il vigliacco anonimato del volante, in spericolati protagonisti di una potenza che non hanno e che, quindi, non sono in grado di gestire. Nell’auspicabile attesa che la società sana, le associazioni religiose e laiche portatrici di valori e soprattutto la scuola avviino l’inevitabilmente lento cammino di trasformazione, l’apparato statale ha il prioritario dovere di isolare il fenomeno e combatterlo con tutti i mezzi che un ordinamento giuridico democratico mette a disposizione. Le leggi non mancano, solo alcune - rafforzative sul piano della prevenzione e repressione - potrebbero essere aggiunte a quelle esistenti, favorendo più l’aspetto amministrativo-abilitativo (molto sentito e sofferto in uguale misura da tutti) che quello pecuniario (inevitabilmente discriminante per i meno abbienti).
Ciò che veramente manca o è comunque inadeguato ed assolutamente non uniforme (è sufficiente leggere le statistiche pubblicate il 16 luglio scorso sul Sole 24 ore per rendersi conto del paradosso: Catanzaro, Palermo e Catania sono estremamente più virtuose di Forlì, Ferrara e Modena dalle numerose contravvenzioni accertate) e l’effettivo controllo da parte delle forze dell’ordine sull’intero territorio, a cui fa spesso seguito un’eccessiva «mitezza» dei giudici di pace, portati all’annullamento facile delle sanzioni amministrative, persino quando sono esecutive di decisioni di tribunali (e le loro sentenze vengono raramente impugnate per la totale carenza d’organico dell’Avvocatura dello Stato).
L’accennata povertà dei controlli viene di norma imputata all’insufficienza di personale di polizia e carabinieri, insufficienza in ogni caso ingiustificata di fronte alla gravità ed estensione del fenomeno. Se scoppiasse, tanto per esemplificare, un’epidemia di aggressioni personali o di rapine, sarebbe impensabile che i ministri competenti giustificassero la parziale impunità dei delinquenti adducendo la carenza di organico o la mancanza di liquidità per pagare gli straordinari! La vita e l’incolumità umane non hanno prezzo e le risorse vanno comunque trovate, a costo di sottrarre risorse economiche ad altri settori pubblici (a parte il rilievo, sussurrato per pudore a bassa voce, che le morti e le lesioni personali hanno un alto prezzo per la società produttiva). Come al solito, anche in questo settore, non è possibile non guardare a quanto succede negli altri paesi della Comunità Europea, in cui, almeno così sembra, gli illeciti sono minori, ma non i controlli.
Probabilmente, come accade di frequente da noi, andrebbero meglio impiegate (oltre che aumentate) le risorse disponibili che già ci sono. L’art. 12 del codice della strada stabilisce che il servizio di polizia stradale sia svolto: a) dalla polizia stradale; b) dalla polizia di Stato; c) dall’arma dei carabinieri; d) dal corpo della Guardia di Finanza; d bis) dal corpo dei servizi di polizia provinciale; e) dal corpo della polizia municipale; f) dai funzionari del ministero dell’Interno; f bis) dal corpo della polizia penitenziaria e dal corpo forestale dello Stato in relazione ai compiti di istituto; a questi se ne aggiungono altri con competenze più limitate. Come può notarsi non sono pochi i soggetti abilitati ad effettuare i controllo, piuttosto sarebbe opportuno dotarli di strumenti adeguati, in primo luogo di vetture in grado di competer con quelle, a volte più veloci, a disposizione dei trasgressori.
È doveroso, infine, ricordare che nei casi più gravi, quando si guida in stato di ubriachezza o si compie una manovra assolutamente azzardata e pericolosa (es. sorpasso in curva, di notte, a forte velocità) la morte che viene eventualmente provocata non dovrebbe continuare ad essere rubricata come omicidio colposo e punito con molta indulgenza, bensì come omicidio doloso per dolo eventuale (non voglio uccidere, ma accetto il rischio di provocare la morte con la mia condotta pienamente voluta, oppure mi pongo io stesso, con libera decisione, nella condizione di non essere più lucido - mi ubriaco o mi drogo). Chi uccide va punito come merita e ai familiari della vittima va comunque riconosciuto di poter partecipare al giudizio penale ed in quella sede ottenere il risarcimento dei danni, anche se l’imputato decida di patteggiare la pena, per evitare il processo ordinario.
Attendiamo tutti con ansia le iniziative che Parlamento ed esecutivo vorranno intraprendere, ma da subito abbiamo il diritto di vedere impartite uniformi direttive alle forze dell’ordine perché per prime compiano quel salto di qualità etica e culturale assolutamente prioritario ed indispensabile per fronteggiare il gravissimo fenomeno.
Sognatori!!!!
Meglio portare la guerr..pardon la pace in mille parti del mondo con finanziamenti stratosferici tanto per accontentare produttori di armi e ballerine al seguito!!!!!!!!!!!
Qui sanità da quinto mondo, strade rotte, scuola pubblica che fa schifo, poco in prevenzione e via cantando.
Povera Italia, diventata itaglia con questi governanti!!!! Pseudo sinistra peggio di Bellachioma.
Putroppo questo è il preludio per un altro "salvatore della patria" "uomo forte" et similia.
ho subito un incidente lo scorso anno, a causa di un tipo che superando , nonostante la riga continua, l'auto che mi seguiva, mi ha preso in pieno mentre giravo a sx.
I carabinieri intervenuti, a me che avevo sfondato nell'urto e nonostante la cintura, il finestrino laterale, hanno chiesto: ma vuole che facciamo il verbale? li ho coperti di insulti, ma secondo voi? questo qui è un criminale, per poco non mi manda al creatore e mi chiedete se dovete fare il verbale? certo che se vi comportate sempre così (in fondo, dicevani i CC, non è successo nulla di grave, perchè creare problemi ulteriori al signore che tiene famiglia e se gli ritiriamo la patente come campa la sua prole?) a lei l'assicurazione risarcirà tutti i danni)i CRIMINALI comne questo si moltiplicheranno sempre più, VERGOGNATEVI! mi hanno detto di calmarmi che rischiavo la denucia x oltraggio! CAPITO??????????????