Abbiamo perso un protagonista dell'Italia migliore, uno di quelli che ne hanno fondato e difeso la democrazia senza accettare compromessi indecenti e continuando a testimoniare quello che in molti hanno dimenticato: una democrazia fatta di liberi cittadini non può sopravvivere se accetta di dialogare col fascismo. L'antifascismo non è un incidente storico, ma la premessa indispensabile e il fondamento primo della democrazia. Se si indebolisce il rigore antifascista e si accetta che che vi si aprano fessure, a crollare è la democrazia.
@@ x le retoriche e i luoghi comuni.
chi sono e dove sono i fascisti?
chi sono e dove sono i comunisti?
# for always
givanni pesce, a ben pensato di cambiare aria,visto che quella attuale puzza da tutte le parti.
Test
Test
Ciao Comandante,
libero ed in silenzio sei uscito dalla scena,come per tutta la tua vita il silenzio ci ha mostrato che la libertà non ha bisogno di clamori,di applausi di folle ma di idee, di passioni, di sofferenze,di riflessioni anche dolorose in seguito o ante azioni e soprattutto di ostinazione ,ricordandoci che la liberta è il principio di ogni vita.
Senza tregua!
La riflessione è che nella vita, a volte, ci si specializza. Si parte con qualche ideale, si va a combattere con le brigate internazionali..poi piano piano si diventa un killer professionista. Oh, dalla parte giusta, senza dubbio. Ma si finisce con l'aspettare le persone nell'androne di casa, chiamarle e -come si voltano- finirle con una raffica di mitra. A volte l'obiettivo è corretto, un ufficiale delle ss, un torturatore..a volte meno: un presunto spione, un giornalista di idee diverse..
Ripensando agli anni settanta, nel gran casino degli scontri di piazza, c'erano poi quelli che si "specializzavano" (ma non era forse una vocazione?) nell'aspettare gli avversari (rossi o neri) sotto casa, all'inizio li prendevano a catenate, alla fine passavano alle armi da fuoco.
Insomma: la tesi -che molti possono considerare provocatoria, ma non lo è- è che da entrambe la parti (repubblichini e partigiani) confluirono anche molti violenti di natura, gente che amava le armi, ammazzare gli avversari. E la domanda che ne consegue è: sono eroi oppure criminali che, essendo finiti dalla "parte giusta", comunque vanno celebrati?
Altri partigiani hanno combattuto i nazi-fascisti, sulle montagne, casa per casa..ma si sono rifiutati di fare il mestiere "sporco" dell'amico fish..
@@@@ x le retoriche e i luoghi comuni.
chi sono e dove sono i fascisti?
chi sono e dove sono i comunisti?
# for always
givanni pesce, a ben pensato di cambiare aria,visto che quella attuale puzza da tutte le parti.
Postato da sonounpolemico - Lunedì 30 Luglio 2007 alle 16:11
@questo post lo farò visionare.
se risulterà essere offensivo,mi autodenuncerò
non sei offensivo
sei semplicemente un coglionazzo
@@non sei offensivo
sei semplicemente un coglionazzo
Postato da tonii - Martedì 31 Luglio 2007 alle 10:11
perchè?
Caro Dedalus,nome molto importante, trovo banale il tuo pensiero un vero originalissimo luogo comune scritto da chi,apparentemente, non ha vissuto ne l' una ne l' altra situazione e comunque le descrive come a lui note.Troppo facile diffamare tutto e tutti, ma molto superficiale.Penso tu sia in buona fede ed allora ti consiglio di leggere Senza tregua,con attenzione xche non è super eroica o un libro di avventure, ma è il resoconto di un dramma generale, che si chiama guerra, e di una sofferenza tremenda, personale, di chi rischiava tutti i giorni di morire ed era obbligato ad uccidere.......tranquillo, non si divertiva e non gli ha fruttato nemmeno una grande carriera politica.....anzi......e cosi anche per chi non poteva passare da una certa piazza o doveva guardare seimila volte prima di rientrare in casa solo perchè aveva manifestato la sua opinione.....
Senza tregua
mi dispiace, gualtiero, ma non hai minimamente risposto alle mie riflessioni.
Certo che nei periodi di guerra è dura, i nemici sono cattivi (e i nazisti più che cattivi); ma anche in quei periodi le responsabilità individuali esistono, non è un gran minestrone di tutti-colpevoli o tutti-innocenti. Come pure in anni seguenti (i settanta?) è assurdo rifarsi sempre al "clima" dell'epoca. Gli uomini sono individui, non periodi storici. E ognuno vale per se' stesso, per quello che ha compiuto -appunto- individualmente.
Tornando alla resistenza: c'è chi ha combattuto anche eroicamente e chi, tipo fish, che alla fine faceva il killer (cosa ben diversa).
Probabilmente quando c'è una guerra civile o simile da entrambe le parti, oltre agli idealisti, accorrono anche tante persone "portate" per quel mestiere: lo vogliamo chiamare il "mestiere delle armi"?
Certo, presso i nazi-fascisti la violenza era sistematica (diciamo faceva parte dell'ideologia); a sinistra no. Almeno: lo era presso le frange comuniste (quelle che già in spagna avevano liquidato gli anarchici, peraltro neanche loro gran signorini).
Ma, insisto, le epoche storiche non coprono le responsabilità individuali.