Primarie, giallo sugli elenchi Letta all'attacco di Veltroni E la Bindi lancia la Catizone
Eva in campo in Calabria. Puglia, Emiliano verso il sì
di Gian Guido Vecchi
MILANO — È come ne La lettera rubata di Edgar Allan Poe, magari alla fine si scoprirà che ciò che si cerca rovistando dappertutto sta in bella vista sul caminetto. Il problema è il caminetto di chi. «C'è odore di giallo», ha fatto sapere Enrico Letta. Uno di quelli «che potrebbero affascinare più di qualche scrittore». Si comincia da un mistero, naturale: «Dove sono finiti gli elenchi delle primarie del 2005? Chi li ha? Milioni di persone con indirizzi, nomi, cognomi...». Una pacchia per la campagna elettorale di ogni aspirante segretario del Pd, in effetti. «Chiedo che questi elenchi siano a disposizione di tutti i candidati o di nessuno», ha spiegato Letta al Messaggero. Aprendo un altro fronte polemico in una situazione per il resto non molto tranquilla. Dove le accuse di «verticismo», rilanciate dai diessini Pierluigi Bersani e Vannino Chiti, si accompagnano alle trattative sulle segreterie regionali del Pd in un vocabolario ancien régime: tra «proconsoli» e «sponsor», si cerca un faticoso equilibrio tra Ds, Margherita e relative persone di fiducia dei vari candidati e leader. «Popolo delle primarie » permettendo.
INDIRIZZARIO — Certo la campagna verso le primarie non è solo questo. Il manifesto dei «coraggiosi » di Rutelli, nel frattempo, ha superato allegramente le diecimila firme. Ma intanto la faccenda degli elenchi rende l'idea dell'aria che tira. «Quegli elenchi li ha Ugo Sposetti. Chiediamogli insieme di renderli accessibili a tutti i candidati », suggerisce il candidato blogger Mario Adinolfi puntando il dito sul tesoriere diessino.
Mentre il verde Angelo Bonelli s'arrabbia: «Gli elenchi delle primarie 2005 appartengono a tutta l'Unione, non è corretto vengano usati per il Pd». E Paolo Cento, altro verde, chiarisce: «Giù le mani». Di certo è difficile siano scomparsi nel nulla. «Temo che esistano e non siano disponibili per tutti, cosa che riterrei scorretta », insiste Enrico Letta.
VERTICISMI — Ma questo è solo un capitolo della questione più ampia, l'accusa ricorrente di «verticismo». Lo ha ripetuto all'Unità il ministro ds Vannino Chiti: «Un partito che ha l'ambizione di essere nuovo, di rappresentare la sinistra del XXI secolo, non può essere vittima di meccanismi verticistici fatti a tavolino e calati dall'alto. Il Partito democratico e lo stesso Veltroni, che io sostengo convinto, ne uscirebbero mortificati». Del resto, sono soprattutto gli avversari di Veltroni a battere sul tema. Lo stesso Letta — camicia bianca di lino, jeans e mocassini — si è presentato ieri nella spiaggia di Tirrenia per rappresentare «un Pd che vive le sue primarie non come una operazione di vertice ma di apertura alle persone che vogliono partecipare ». Il progetto «fallirebbe se fosse soltanto un incontro di nomenclature di partito». Il rischio c'è, pure le regole per le primarie «stanno facendo fare uno sforzo immenso ai candidati come me: potevano essere migliori perché sono state costruite attorno a un candidato unico e poi non sono state cambiate». Anche «il fatto che chi partecipa si debba iscrivere, limita la partecipazione». Perché l'essenziale, dice Letta, è la novità: «Gran parte dei partiti italiani non sopravviverà ai propri leader». L'antagonista Rosy Bindi sceglie una strategia analoga. Veltroni invita a «far scorrere aria nel Paese, fare un'Italia in cui i partiti decidano le sorti della nazione ma non le nomine di chi deve garantire la salute»? Lei ribatte: se il partito nuovo è quello che Veltroni descrive, «non potremo costruirlo senza liberarlo dalla tenaglia degli accordi verticistici e dal predominio delle oligarchie». Così Vincenzo Vita, di «a sinistra per Veltroni », fa notare: «Evitiamo verticismi, d'accordo, ma anche i tormentoni».
REGIONI — Questo ai Ds, quello alla Margherita, quell'altro di nuovo ai Ds... La spartizione dei segretari regionali dovrebbe finire 12 a 8. Il famoso «verticismo » comporta che anche questo sia deciso da Roma. Alcuni candidati «sicuri» sembrano già definiti: in Lombardia Maurizio Martina, diessino sostenuto da Veltroni e Letta; in Emilia Salvatore Caronna, dalemiano apprezzato anche da Veltroni; nel Lazio il ds Nicola Zingaretti. In Calabria Agazio Loiero guarda a Eva Catizone, ex sindaco di Cosenza, con la benedizione della Bindi. E così via. Ma si dovrà ancora discutere. Tra i casi in sospeso, pare risolto quello pugliese: il sindaco di Bari Michele Emiliano, sostenuto da Veltroni, avrebbe ottenuto il via libera dopo un pranzo con il dalemiano Nicola Latorre, al ristorante «Sottosopra». Caso limite, il Trentino, dove ancora non hanno deciso se fare o no le primarie locali: il «governatore» Lorenzo Dallai, Margherita, vorrebbe fare solo la consultazione nazionale e rimandare la nascita di quello locale al 2010. I Ds non ci stanno. Magari interverrà Roma.
a questo punto mi piacerebbe sapere se l'unico sfidante di peso di Prodi alle primarie del 2005, Fausto Bertinotti, ha preso solo il 15% o se il risultato è stato aggiustato. se i votanti furono solo due milioni, quel 15% potrebbe salire.
no, per quel che posso aver capito io, i voti c'erano: la somma dei voti di Milano è stata fatta sommando i voti delle sezioni e (per le tre o quattro sezioni ove avevo amici nel seggio) i numeri sommati quella sera in via Fortezza corispondevano a quel che mi telefonavano gli amici da dove si era votato.
seconda cosa: oggi Sposetti ha risposto la sola cosa giusta, cioè quel che diceva Bonelli «Gli elenchi delle primarie 2005 appartengono a tutta l'Unione, non è corretto vengano usati per il Pd». Io credo che Letta sia uscito con la dichiarazione non per avere davvero lui i nomi (saprà meglio di me che sarebbe scorretto che li avesse) ma per evitare che qualche genio li desse ad un altro candidato (facciamo un nome a caso....)
ultima curiosità: io avevo sentito dire che i nomi erano andati all'ufficio di Chiti (organizzazione tecnica delle primarie). Come mai da Chiti sono finiti proprio a Sposetti, che mi è pure simpatico, con la sua aria da funzionario di base, ma con le primarie non mi pare c'entrasse nulla ?