Penati: Milano? Se vuole crescere torni agli anni 70
di Paola D'Amico
«È necessario un welfare ambrosiano e che sia un welfare community, dove ciascuno faccia la sua parte, le istituzioni escano dalla logica assistenziale, qualche volta caritatevole e pelosa, dei voucher o dei bonus bebè, i sindacati decidano se vogliono continuare a difendere solo chi i diritti li ha già o anche i giovani, gli imprenditori riflettano sul valore della contrattazione decentrata, perché il costo della vita non è lo stesso qui o al Sud». Il presidente della Provincia, Filippo Penati, interviene nel dibattito lanciato dal numero Uno della Camera di Commercio, Carlo Sangalli.
C'è il rischio di una metropoli che si sviluppa a due velocità?
«Di sempre più ricchi e sempre più poveri, con famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese e devono comprimere i bisogni primari? La risposta è sì. Soltanto il caro-abitare a Milano rischia di far precipitare una persona sulla soglia di povertà ».
Dunque?
«Si cominci dai giovani, perché finora a funzionare come ammortizzatore sociale erano le loro famiglie ma i margini di questo sostegno si vanno esaurendo».
Che fare per i giovani?
«Puntare ad un welfare che metta al centro il merito. Oggi abbiamo fatto dei passi indietro e conta più il censo del merito ».
Si spieghi.
«Negli anni 70 la scuola funzionava come ascensore sociale. Un figlio di operai con la laurea era quasi certo di non fare più l'operaio. Oggi il titolo di studio non basta. Contano più le relazioni sociali e il peso della famiglia d'origine di un buon voto».
Il ruolo dei sindacati in un welfare ambrosiano qual è?
«Devono essere disposti a superare, per esempio, i tabù dell'età pensionabile, a siglare un grande patto generazionale, a spingere per la defiscalizzazione delle ore straordinarie, come in Francia».
Le istituzioni, invece?
«Ridefiniscano nuove politiche per la casa senza rifare gli errori del passato. Al bisogno non si risponde solo costruendo case popolari di proprietà pubblica, ma stando dentro le logiche del mercato, orientando gli investitori a costruire su aree pubbliche case ad affitto concordato o in vendita a prezzi calmierati. E, poi, abbattendo il costo dei trasporti. È assurdo che chi si sposta nell'aria metropolitana abbia costi doppi a chi si muove in città».
Esempi di un buon welfare a Milano?
«Penso agli anni Settanta, a quelli di Aniasi prima e Tognoli poi. Quando si costruirono gli asili nido...».
Ora c'è il bonus bebè.
«Ma un nuovo nido c'è oggi e ci sarà domani, per tanti altri bambini».
L'apertura di Sangalli?
«Importantissima, anche se non sarà facile per il mondo che lui rappresenta seguirlo. Ma se non lo fa, il commercio, gli imprenditori, rischiano di essere penalizzati dalla compressione dei consumi».
Ma il corriere ha mai fatto un'inchiesta seria sui misfatti di penati?
o e' capace solo di leccare il culo al potente di turno?
Grande Penati.
La lungimiranza di Bossi sta dando i suoi frutti. Peccato che Penati non si sia candidato per il nuovo PD.
Mi pare che dica molte cose giuste, altre su cui bisognerebbe approfondire più di quanto possa fare un'intervista, ma niente di inaccettabile.
@Alberto, ma perché ti sembra così importante Maggi? In Provincia dicono sia bravo, tu puoi pensare che non lo sia, ma in ogni caso non mi pare che il suo caso sia decisivo per il futuro di Milano. ( Non sto a citarti i mille consulenti della Moratti....) .Ti scandalizza perché non è laureato? Ma sai bene quanti laureati fessi o fannulloni incontriamo ogni giorno! molto meglio un autodidatta efficiente.
Segnalo un articolo di Gabrio Casati sul riformista riguardante le recenti politiche messe in atto dal Ministro di Pietro per le infrastrutture Lombarde, con la colaborzione della regione Lombardia.
Peccato che Di Pietro il PD non lo voglia.
Paolo: il fatto che in provincia dicano che Maggi sia "bravo" non mi stupisce. E' al contempo dipendente e datore di lavoro di Penati, capirai che dicano che non è bravo. Io affermo che in quella posizione e con quei budgt altri sarebbero molto più "bravi" di lui.
Ma il tema che volevo porre è diverso: Maggi non ha alcun titolo - né di studio né di competenza - per occupare quel posto. Sono solo questioni - appunto - di "censo". Quella posizione e tutte le altre analoghe dovrebbero andare a persone giovani e titolate, sulla base di concorsi o selezioni trasparenti, altro che l'amico di famiglia e compagno di vacanze. Le analoghe porcherie di Letizia né mi stupiscono né mi interessano, io non l'ho votata. Penati invece sì. Purtroppo.