"la maggior parte dei potenziali terroristi «non è mai stato arrestato o coinvolto in problemi legali». E (...) per di più queste persone «sembrano, agiscono, parlano e camminano come tutti gli altri», e spesso non militano neppure in organizzazioni, non viaggiano, non danno nell’occhio insomma."
Il nemico è dappertutto, sono io, sei tu.
Parola d'ordine: diffondere il panico.
Sempre di più mi rendo conto che Orwell ci aveva visto giusto.
Ci aveva visto benissimo e oggi è questa del panico la politica che raccoglie i consensi anche e soprattutto qui in Italia, talvolta in nome di un dogmatismo del tutto oscuro alla profondità della ragione.
Credo che internet sia uno strumento di cui vadano senz'altro indagate e comprese le potenzialità, senza sminuirne o (peggio) limitarne il ruolo (a seconda delle inclinazioni dell'utente) anche di grande fonte di ricerca ed informazione.
A tal proposito non mi sorprende affatto che Cia e Vaticano siano stati beccati di recente ad ambulare in rete per sottili opere di "(dis)orientamento" di talune voci presenti su qualche grande enciclopedia del web...
...gridare forte per distrarre dal cuore delle questioni, blindare così la propria posizione agli occhi del pubblico sapientemente anestetizzato, agire più o meno velatamente per occultare o eliminare fatti, eventi, fonti di potenziale pericolo per la propria immagine.
il problema non è questa gente che diffonde il panico, il vero problema è che NESSUNO nel mondo dell'informazione gli risponde:
"ma quanti attacchi terroristici hai visto negli ultimi anni, cretino???"
In questo tempo di inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario. G. Orwell