Meno male!
per la serie: "mi si nota di più se non ci vado, o se vado e mi metto un angolo"?
cmq, sì, meno male... (ma appunto: meno + male)
L'addio a Bruno Trentin, funerali di popolo
Un lungo applauso ha accolto la salma del leader della Cgil Bruno Trentin, spentosi lo scorso giovedì. La cerimonia funebre laica si è tenuta nel piazzale antistante la sede della Cgil a Roma in Corso Italia in cui da ore stazionavano centinaia di lavoratori in attesa di dare l'ultimo saluto al «compagno Bruno». Decine di bandiere rosse delle diverse categorie nazionali e delle varie strutture territoriali del sindacato. Per consentire lo svolgimento della cerimonia, è stato chiuso al traffico il tratto di strada davanti al palazzo della Cgil.
Un lungo, spontaneo applauso della folla di sindacalisti, semplici lavoratori ha accolto l'ex presidente della Camera, Pietro Ingrao. Lo storico leader comunista, ultranovantenne, è arrivato presso la sede della Cgil accompagnato dalla figlia Chiara.
I funerali si sono conclusi con tre canzoni simboliche, cantate da Giovanna Marini. La cantautrice, chiamata dalla famiglia a suonare in ricordo dell'ex leader sindacale scomparso, ha cantato dopo gli interventi dal palco e ha intonato «Le temps des cerises» (canzone-simbolo della comune di Parigi), «We shall overcome» e «Bella ciao». Lunghi applausi hanno accompagnato la musica e poi l'uscita della bara, che è stata portata via dal piazzale davanti al palazzo di corso d'Italia.
Hanno partecipato tutte le personalità della sinistra, del sindacato e delle istituzoni. Per il governo Il presidente del Consiglio Romano Prodi, il ministro del Lavoro Cesare Damiano e il ministro della Difesa Arturo Parisi.
Il primo a parlare è l'economista Giorgio Ruffolo che ha descritto la figura di Trentin come «un grande capo del movimento operaio con un carisma naturale». Il presidente del Senato Franco Marini e quello della Camera Fausto Bertinotti.
Bruno Trentin è stato «un grande capo del movimento operaio e le bandiere di quel movimento storico gli si inchinano idealmente nell'ultimo saluto». Così l'economista diessino, Giorgio Ruffolo, ha ricordato l'ex segretario generale della Cgil, intervenendo sul palco ai funerali laici davanti alla sede nazionale del sindacato.
Trentin, ha sottolineato Ruffolo, era «una persona affascinante, di grande carisma naturale» con una «grande ironia, capacità di indignazione contro l'ingiustizia e la stupidità e un vero pudore della ragione». Si riconosceva in «un riformismo radicale» e «sollevò la questione morale come ritorno della politica alla sua missione».
Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, il vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema e il leader Ds Piero Fassino sono appena giunti nella sede della Cgil dove è allestita la camera ardente per Bruno Trentin.
Poco prima era arrivato a Corso d'Italia il sindaco di Roma Walter Veltroni. Nella sede della Cgil sono arrivati anche il ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrero e il ministro per l'Università Fabio Mussi, accompagnato dal vicepresidente del Senato Gavino Angius.
Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha ricordato Trentin con parole non di circostanza. «Un uomo appassionatamente di sinistra, che sapeva far prevalere l'interesse generale sugli interessi personali», un segretario capace «di fare scelte concrete, di prendere decisioni difficili, di cogliere opportunità che spesso non ricapitano». quindi «portare avanti tante delle sue idee sarà un felice obbligo».
L'attuale segretario della Cgil Guglielmo Epifani ha voluto ricordarlo partendo dall'accordo del 1993 sul costo del lavoro. «La Cgil non accetterà che l'accordo del '93 venga stravolto». «Il 93 fu la sua rivincita: era fiero di quell'accordo - ha detto Epifani - dopo aver ricordato invece il travaglio della Cgil e dello stesso Trentin per l'accordo del 92 che aveva posto fine alla scala mobile. Prima le contestazioni, poi le dimissioni: per il orgoglio fu un peso molto pesante ma il 93 - aggiunge Epifani - fu la sua rivincita. Era fiero di quell'accordo».
Per il premier Romano Prodi «Trentin ha accomunato in sè categorie che di solito sono diverse tra di loro: innanzitutto una grande lucidità intellettuale e poi un legame a livello popolare fortissimo».
(www.unita.it/view.asp?IDcontent=68397)