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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Il ladro generoso
La Shoah si studia nelle scuole. Ancora per qualche anno - speriamo tantissimi - ne parlano i sopravvissuti, testimoni del male supremo dell'umanità. Addirittura c'è lo Yad Vashem, il memoriale costruito per tramandare la memoria dei sei milioni di martiri della ferocia nazista. Ma c'è stato un altro dramma, di proporzioni infinitesimali, eppure altrettanto straziante. Quello che colpì nell'immediato dopoguerra i sopravvissuti alla Shoah accolti nel neonato stato di Israele. Si aspettavano, dopo tanto dolore, la Terra Promessa. Trovarono una nazione in costruzione, impreparata ad accoglierli. Trovarono la carestia, il mercato nero e campi di transito che si inondavano di fango alle prime piogge. E' questo il contesto in cui Yoram Kaniuk immagina la storia di Naftali Bamburgher, sopravvissuto ai campi che hanno distrutto la sua famiglia grazie all'intuizione di un amico del padre che lo strappa alla Germania poco prima dell'avvio della carneficina.
Naftali, diventato un brillante consulente finanziario, vede le sofferenze dei profughi che arrivano a domandarsi che differenza ci sia tra questo campo e "quello" e non resiste. Lacerato dai sensi di colpa per non aver condiviso la sorte della sua famiglia e dal dolore per la sua gente che continua a soffrire, si trasforma in geniale ladro. Sottratta una cifra enorme ("il più grande furto nella giovane storia di Israele"), comincia a donarla al popolo del campo di transito, con l'obiettivo di dar loro le risorse necessarie a ricominciare a lavorare e vivere.
Al di là dell'intreccio - comunque arguto - questo libro è prezioso sia per la caratterizzazione psicologica dei personaggi (deliziosi i personaggi femminili, la madre adottiva di Naftali e Ruth, l'impiegata silenziosamente innamorata di lui, implacabili nella loro positività che non conosce ostacoli) sia per l'ambientazione storica. Conoscere è un modo per comprendere e questo libro racconta aspetti della vita degli ebrei tornati nella loro terra che pochi conoscono.
E' una lettura delicata e intensa, pensata per i ragazzi, ma che non annoia neppure il lettore smaliziato, agganciandolo al libro fino all'ultima pagina. Ed è una lettura utile, perché dà alla persona disposta a mettere in discussione preconcetti e luoghi comuni un elemento in più per comprendere anche gli eventi di oggi. Prezioso.
di
Alberto Biraghi
28.08.07 00:49 - sezione
libri