La differenza tra il crimine e la miseria
di SERGIO SEGIO
Caro direttore, anche grazie ai provvedimenti "antilavavetri" prosegue la politica di criminalizzazione della miseria, per citare il titolo di un istruttivo libro del sociologo Loïc Wacquant; così monta sempre di più, se non l´odio, il disprezzo sociale verso i disperati. Pietà l´è morta? chiede, su "la Repubblica", Gad Lerner, che iniziò la sua carriera di giornalista travestendosi da immigrato per raccontare dell´ordinario razzismo che corre sottopelle al Belpaese.
E non si capisce se la domanda sia retorica. Quel che è certo è che sembra seriamente erosa la capacità della politica e delle istituzioni di svolgere il proprio ruolo: trovare soluzioni, contemperare esigenze diverse, rendere le città vivibili, garantire protezione sociale anche ai più deboli, muoversi in logica di creare comunità, non sentimenti da bunker assediati. Si preferiscono, a destra e a sinistra, le scorciatoie che garantiscano visibilità mediatica e facili consensi, con un richiamo alla legalità che pare usata più come clava che come ovvio e necessario presidio. Si preferisce sfuggire domande scomode sulle cause e radici dei fenomeni. Si evita come la peste la disposizione a mettersi, per un momento, nei panni degli altri. Sarebbe veramente istruttivo (per loro, innanzitutto) se fossero questi severi amministratori, certi editorialisti dal portafoglio gonfio e dal rispetto assicurato, a provare a vivere per strada qualche giorno, con il brontolio della fame e la paura dei topi e delle malattie nella baracca, tra il livore e il disprezzo sociale. Probabilmente non considererebbero più la richiesta (magari sgarbata o insistente: la miseria non aiuta a coltivare i bei modi) di qualche monetina come intollerabile aggressione, come attentato alla tranquillità pubblica.
Alla meglio, si preferisce invece ripetere come litania la formula: «Bisogna coniugare legalità e accoglienza, sicurezza e solidarietà», ben sapendo che di accoglienza e solidarietà ce n´è sempre di meno, proprio in ragione dell´enfatizzazione di una sicurezza e una legalità intese né più né meno che come difesa accanita dei propri privilegi, come muro da erigere per tenere fuori i barbari, vale a dire i poveri. Come spesso in questi casi, davanti alle miopi scelte di "tolleranza zero", a fronte delle speculazioni politiche, gli atteggiamenti di buon senso vengono da chi nella strada lavora, conoscendone i problemi reali. Come le forze dell´ordine, che di fronte all´accattonaggio o alla mancanza di documenti lasciano correre, ben sapendo che in questi casi la repressione o il rigore non servono, anzi costano e forse sono pure ingiusti. Quel lasciare correre non è lassismo ma è l´antidoto necessario verso politiche incapaci e un incattivimento generalizzato, che non può che produrre rabbia e disperazione, dunque cattiveria di rimando.
Le misure draconiane contro i lavavetri e altre simili rischiano di equivalere al picchiare un uomo legato, consegnandolo in questo modo sì ai racket e alla illegalità da disperazione. Sarebbe davvero un bel risultato. Ma forse l´intento è semplicemente quello di far smettere di discutere degli intollerabili privilegi di caste e corporazioni.
Non ha ancora smentito?
A priori non trovo morale che persone come Segio vengano messe in cattedra.
Venga Segio a spiegare la solidarietà verso Emilio Alessandrini, magistrato ucciso davanti al figlio di 8 anni.
@Zanocom: però a priori ti sta bene che uno come Berlusconi salga in cattedra tutti i giorni pur avendo ospitato a lungo, per trarne i propri guadagni, un boss mafioso nella sua villa, uno che di gente ne ha ammazzata ben più di Segio...
Ma smettetela con questi 'a priori'. Chi negli anni settanta si era messo in testa (a torto o a ragione) di fare una guerra allo stato ed ha pagato con la galera, ha lo stesso diritto di parola di ciascuno di noi. La solidarietà con le vittime è altra cosa, il conto che ciascuno di questi 'criminali' ogni giorno paga alla sua coscienza lo possono conoscere soltanto loro e non deve essere affare nostro.
Io ritengo, oggi, di avere da imparare da chi, pur con un passato di armi e di violenza, forse proprio grazie a questo passato, ha la capacità, avendo pagato il suo debito (a volte anche più del dovuto, viste le leggi speciali...), di mettere sè stesso al servizio degli altri, senza pretendere niente altro che il poter lavorare in pace, come tutti, ed il potere esprimere le poprie opinioni, come tutti; e mi riferisco qui ai Segio (di cui so poco), ma anche ai Curcio (su cui ho letto tanto, ed il cui mestiere oggi rende onore alla sua grande intelligenza, che sarebbe una risorsa veramente rara in questa Italia in mano a papponi e mafiosi, se solo si avesse l'intelligenza di capire e, senza dimenticare, andare oltre) ed a tanti altri.
Anche in questo, poi, dimentichiamo quello che seppero fare i padri della Repubblica Italiana, che, a fronte di una nazione da costruire da zero, evitarono negli anni (passati i primi momenti di caos) l'accanimento contro chi aveva preso parte attiva al regime fascista, cercando di recuperare alla società civile tutti i cittadini italiani, al di là delle loro idee politiche, sbagliando a volte, ma più spesso avendo ragione.
Per cui, Zanocom, evita di ragionare 'a priori', ed usa invece la tua testa, più che il tuo stomaco; Segio dice cose che i nostri amministratori, preoccupati di non perdere il voto di un borghese qualunque, non hanno la capacità di vedere: voglio diecimila Segio a governare la mia città e la mia nazione, e neanche un Domenici o un Cioni.
Ovviamente non mi sta bene nemmeno Berlusconi e compagnia.
Non sono di quelli che vorrebbero per i terroristi o ex-terroristi l'ergastolo con torture quotidiane.
Ma non accetto che in un paese di 56 milioni di abitanti si chieda a terroristi ed ex di insegnare solidarietà e altri valori. Si chiamino essi Segio o Fioravanti.
Oppure non ci deve infastidire che Bush, Kissinger e compagnia vengano a insegnare i concetti di Pace e Democrazia.
Comunque è possibile leggere il mio precedente commento senza "A priori", il senso è identico.
Dammi pure del tu visto che non rappresento altri fuori che me.
Ciao
"Ma non accetto che in un paese di 56 milioni di abitanti si chieda a terroristi ed ex di insegnare solidarietà e altri valori. Si chiamino essi Segio o Fioravanti.
Oppure non ci deve infastidire che Bush, Kissinger e compagnia vengano a insegnare i concetti di Pace e Democrazia."
Zanocom, io ci vedo delle grandi, enormi differenze tra Segio e Fioravanti, e ancor di più tra Segio e Bush. Gigantesche, immense.
Con questo non ne intendo negare errori e colpe, per carità. Ma la differenza c'è, è evidente, e resta. Io le sparate di Bush, che vuole ancora soldi per la guerra in Iraq (ma dai?), non le sto neanche a sentire; i libri di Erri De Luca invece li leggo con piacere e credo che altri come lui possano insegnarci molto. Gli interventi pubblici di Curcio richiamano ancor oggi un sacco di gente e non credo che si possano considerare tutti potenziali terroristi; forse Curcio e Segio hanno qualcosa di interessante da dire.
Paragonare Erri de Luca a Sergio Segio è offensivo nei confronti di de Luca. Oltre che segno di non conoscenza della storia di quegli anni
Non volevo paragonare nessuno a nessuno... C'è stato qualche accostamento di troppo, ma non volevo giudicare reduci e fuoriusciti da quegli anni, volevo solo dire che tra chi predica la guerra giusta e chi ha fatto la lotta armata trovo delle differenze non da poco.
La mia intervista è venuta fuori bruttina e superficiale, evidentemente per qualche incomprensione tra me e l'intervistatore, di cui probabilmente avrò pure alcune delle responsabilità visto che la buona fede sua e del giornale non mi permetterei mai di metterle in discussione.
In sintesi credo che servano repressione e diritti. Ed è quello che cerco di dire nel mio piccolo da tempo.
Repressione ovvero forme di contrasto più forti e insistite nei confronti delle illegalità e dell'organizzazione della "rottura delle regole".
E diritti. Accoglienza, servizi, soldi destinati a tutto ciò, educatori per i bambini rom sfruttati, strumenti di partecipazione e rappresentanza e così via.
Oggi Fiano aggiunge qualche spunto di riflessione in più. Una cosa mi pare sicura : continuare a mettere a destra o a sinistra strumentalmente in alternativa questi due aspetti - la repressione, i diritti - è stupido e fuorviante.
Per quel che riguarda Firenze credo che a questo punto convenga valutare l'impatto concreto di quelle misure, evitando un dibattito tutto "ideologico".
Pier: ettecredo che non ha capito il giornalista, affettuosamente: parli come Arnaldo Forlani nei suoi momenti migliori.
Scusa Alberto, ma a me pare chiarissimo: repressione e diritti. Più semplice di così?
E su Firenze un po' di sano pragmatismo: valutiamo la situazione locale e il risultato delle misure, senza discuterne ideologicamente.
Puoi non concordare, ma a me sembra chiaro.
Marco, come sai la mia conoscenza del politichese arcaico è superficialissima e non compete con la vostra. Io capisco che:
1) Pier non si è spiegato bene e il collega di Repubblica gli ha messo in bocca un discorso da Borghezio, ma non è colpa del collega (vedi che parla come Forlani, non sono l'unico a non capire che vuole dire)
2) la repressione la volete nei confronti di chi? I lavavetri vanno repressi o no? Ma cristosanto, stiamo parlando di questo. Perfino Lele ha preso una posizione netta perlamiseria.
3) Majorino si allinea a Cioni nella pratica denunciata da Furio Colombo: cancellare la sinistra. Da che mondo e mondo, repressione e solidarietà sono scelte prioritarie della destra l'una, della sinistra l'altra. Ha cominciato a far casino il presidente di Majorino a Napoli dando la stura, l'ha seguito il Cinese a Bologna e da quel momento a tutti i Cioni d'Italia non è parso vero di poter sfogare le loro frustrazioni (quel cazzaro di Cioni peraltro si sta vendicando con gusto di un lavavetri colpevole di eccesso di insistenza con l'auto della Sua Signora, cfr Adnkronos di ieri).
Continuo a non aver capito, nel caso Pier fosse Letizia, se seguirebbe Cioni o Furio Colombo. Dal poco che interpreto mi par buona la prima.
solidarietà e repressione... dei lavavetri??? forse in India alcune migliaia di anni fa, si posero il problema dei mendicanti. poi, non trovando la soluzione possibile, decisero di considerarli sacri. con miliardi, in crescita, di persone che premono là fuori, qualcuno pensa di potere eliminare i mendicanti. questi politici o sono idioti, o sono in malafede. la vittoria totale del Cioni, la vittoria totale dell'idiota di sinistra, gente più titolata e competente si inchina a questo cialtrone.
scusate se mi riposto da sola lo stesso commento :
Ma vi rendete conto che il problema non è che siamo preoccupati solo per i lavavetri; questa deriva securitaria preoccupa personalmente tutti noi che non desideriamo uno stato onnipotente e totalitario; la legge deve essere chiara e condivisa ma non può colpire le condizioni sociali ma solo i fatti criminosi che vengano commessi;
inoltre non desidero che questi soprusi vengano fatti in nome mio e vorrei capire quale forma di democrazia interna è possibile nei partiti in Italia e quale alternativa ai partiti ci sia per partecipare alle decisioni legislative
Postato da boccadorata - Venerdì 31 Agosto 2007 alle 21:46
perché non prendere in seria considerazione l'ipotesi che Majorino sia semplicemente uno scemotto? ancorché altolocato, ben stipendiato, ben instradato e autore di libri, a me ha sempre dato l'impressione dello scemotto simile ad altri (s)promettenti giovani dirigenti ds coccolati e non di grande valore (sto in piemonte ma prendo anche il tg regione della lombardia). adesso lo so che biraghi mi caccia, ma è troppo divertente dire la verità ogni tanto. uh uh uh.
Legge di H.L. Mencken
* Chi sa fare, fa.
* Chi non sa fare, insegna.
Estensione di Martin
* Chi non sa insegnare, amministra.
e chi non sa amministrare governa
Legge di H.L. Mencken
* Chi sa fare, fa.
* Chi non sa fare, insegna.
Estensione di Woody Allen
* Chi non sa insegnare, insegna ginnastica.
questa è davvero mitica