L'
ultimo film di Jet Li (ma ultimo per davvero, non farà altri film di arti marziali) è passato come una meteora nei cinema dell'estate. Ed è un peccato, perché nel suo genere è un ottimo film, che può aiutare l'occidentale a comprendere qualche cosa della ricchezza culturale della Cina. Nessuno sa se il vero Huo Yuanjia sia stato ucciso dal veleno giapponese o - meno eroicamente - dalla tubercolosi. Comunque sia andata la fine della sua breve vita (aveva solo 42 anni quando è morto), è comunque passato alla storia sia come lottatore invincibile, sia come sostenitore di un futuro sportivo per le arti marziali e fondatore della scuola
Chin Woo di Shanghai. Da tempo Jet Li pensava di farne un soggetto cinematografico. Oggi ce l'ha fatta e orse non è un caso se ha scelto questo tema per concludere la sua lunga carriera di artista marziale cinematografico.
La storia - molto simbolica e profondamente cinese - si svolge nella regione di Shanghai alla fine della Dinastia Qing, nei primi anni del 1900. La terra è invasa da occidentali e giapponesi, che disprezzano cinesi, considerandoli "i malati dell'Asia", il popolo più debole dell'Oriente. In questo contesto nasce
Huo Yuanjia, figlio di uno stimato maestro di arti marziali, che apprende le tecniche del padre, ma non la saggezza. Sbruffone, arrogante ed egocentrico, finisce a scontrarsi con una famiglia rivale, innescando una catena di vendette incrociate che causerà la morte di sua madre e sua figlia. Comincerà così così un cammino di redenzione e crescita interiore, che lo porterà ad aggiungere alla forza fisica la saggezza del vero maestro per contribuire con le sue vittorie alla ricostruzione dell'orgoglio cinese.
Benché riproduca lo schema ormai arcinoto dei film del genere (nulla a che fare con gli innovativi e più articolati
Tigre e dragone,
Sette spade,
Foresta dei pugnali volanti e
Città proibita), Fearless è un'opera apprezzabile da molti punti di vista. Per la qualità della fotografia di gran lunga superiore alla media del genere, per la caratterizzazione psicologica del personaggio (la cui evoluzione interiore è chiaramente percepibile anche grazie al'ottima interpretazione di Jet Li) e ovviamente per la qualità dell'azione.
Come sempre impeccabili le scene d'azione. Dopo un avvio mozzafiato, con una serie di incontri in cui Huo Yuanjia sconfigge alcuni combattenti occidentali, a mani nude e con le armi bianche, la storia si sviluppa come un lunghissimo flashback che parte dall'infanzia del protagonista per tornare - nel giro di un ventennio - al torneo. Il kung fu di Jet Li è se possibile ancora migliorato, essenziale, scolastico, eppure incredibilmente efficace. Non c'è un movimento di troppo, non c'è una sbavatura. Nonostante qualche controfigura e qualche effetto speciale di troppo (è evidente che i suoi problemi fisici, soprattutto la schiena usurata da oltre 30 anni di allenamento durissimo, non gli danno tregua), ogni combattimento è una delizia per il cultore per l'antica arte di guerra cinese. Gemma tra le gemme l'incontro tra Huo Yuanjia e l'ex ragazzino prepotente, diventato a sua volta un esperto. Vedere la delicata aquila bianca del nord (di cui Jet Li è profondo conoscitore) confrontarsi a questi livelli con la poderosa tigre del sud è un'esperienza indimenticabile.
Il
DVD non è ancora disponibile in Italia, ma su Adunanza gira un'eccellente versione in mandarino decentemente sottotitolata in inglese.