non male l'idea dal punto di vista concettuale, in quanto permette di tariffare in modo direttamente proporzionale una della esternalità dell'uso dell'auto, ovvero l'inquinamento effettivamente prodotto.
ce ne sarebbero anche altre da contemplare, come l'uso dello spazio urbano (quindi far pagare sempre il parcheggio, e far pagare di più le arterie più congestionate, o che passano più vicine alle case), il rumore.
e naturalmente, già che ci siamo, si potrebbe cominciare col far rispettare il codice della strada, le precedenze verso gli utenti deboli e meno inquinanti....
altrimenti uno scatolotto come quello sarebbe la classica soluzione tecnica di un problema politico.
peccato però queste tariffazioni siano basate su un dispositivo che stà fisicamente in mano all'utente, che ha interessi opposti (pagare il meno possibile).
quanto meno si stimolerebbe un florido mercato parallelo di chip per modificare la scatoletta containquinamento per abbassarsi i conti, come si fa con le console da videogiochi.
e ci si potrebbe consolare con la ricaduta tecnologica e di competenze di questo mercato
quindi chi ha soldi ha diritto a inquinare?
@tonii: vero, gli strumenti più promettenti per ridurre l'uso di auto sono leve economiche, e quindi pesano di più sulle fasce più basse della popolazione.
ma fino a quando non avremo sovvertito l'economia di mercato, sono le cose più promettenti che abbiamo a disposizione.
il ragionamento di fondo, da un punto di vista economico, è che le esternalità ambientali, ovvero i costi ambientali di molte attività umane (l'auto, ma anche le industrie, i rifiuti, il rumore in generale, la sporcizia...) non vengono addebitati a chi li provoca, ma spalmati in modo indifferenziato sulla comunità. e questo provoca delle serie distorsioni.
quindi se prendo il treno e/o la bici inquino meno che se uso l'auto, ma io "consumatore consapevole" vedo solo la differenza di prezzo e di servizio, mentre il costo dell'inquinamento che provoco ricade su tutti. quindi vengono incentivate scelte egoistiche e antisociali.
ma come si tutelano dal rischio manomissione del dispositivo? Visti i crack alla playstation, all'iPhone e i decrypt del DVD zone free, io gia' mi immagino sedicente schiere di "tecnici" che per un modesto obolo sono in grado di manomettere il meraviglioso marchingegno e trasformare le emissioni autobotte con rimorchio in quelle di un berlina euro4.
Come si tutela la unit on board dalle manomissioni?
la mia, HCE, era una provocazione. :-)
l'auto passa per essere 'interclassista', si ammanta del mito che 'l'abbiamo tutti', quando in realta' cosi' non e'.
la mobilita' non e' un diritto. attualmente e' solo privilegio. ma un privilegio che si morde la coda.
hai ragione da vendere quando scrivi che "vengono incentivate scelte egoistiche e antisociali": se solo si pagasse la meta' di quello che si paga per possedere un'auto per avere servizi collettivi potremmo avere un sistema meraviglioso.
certo, ci sarebbero meno favolosi profitti per i soliti noti...
una provocazione forse, ma molto ben fondata
da una parte questi strumenti di monetarizzazione delle esternalità mi sembrano promettenti (incertezze implementative a parte), dall'altra mi rendo ben conto che sono un tentativo di forzare il modello economico basato sulla moneta e sul profitto oltre i suoi limiti, tentativo che non è destinato ad avere grandi successi.
e questo perché (1) quel modello è fondato sul profitto e sulla accumulazione da parte dei più forti (in questo caso, tramite sottrazione di beni ambientali che erano a disposizione di tutti, come l'aria respirabile). quindi gli interessi che ne guidano lo sviluppo continueranno a portare abusi sulle risorse naturali, e non ci libereremo seriamente delle esternalità ambientali. almeno non in itaglia. e (2) perché lo strumento "economia di mercato" non è fatto per gestire beni indisponibili e per punire o anche solo disincentivare chi ne abusa.
La proposta alternativa al TICKET sembra interessante. Resta da valutare appunto come combattere il rischio di moral azard che ricade sul soggetto. Il chip potrebbe essere modificato a meno di verifiche sull'omologazione e la funzionalità dello stesso. A questo comunque si dovrebbe procedere con misure di chiusura del centro storico e con un sistema efficiente di trasporto pubblico e con campagne "culturali" che incentivino l'utilizzo della bicicletta. Il problema traffico e mobilità, quindi inquinamento, si deve attaccare su più fronti. In altri paesi solo un mix di queste misure permette le maggiori città di respirare aria meno inquinata della nostra. Il chip può essere uno strumento che meglio accerta l'utilizzo scorretto del mezzo premiando quello più virtuoso. Ma non è l'unico mezzo!
Io, che di solito accordo con Corritore, questa volta dissento. Dissento anzi tutto perchè penso all'essere "cornuto e mazziato" di chi, avendo una uno diesel di 20 anni fa, ha tanta voglia di cambiarla e non può, e deve pagare più di uno con il cayenne. La questione poi non è solo l'inquinante, è anche l'ingombro.
Inoltre, circa la monetarizzazione delle esternalità, ci sono (quando ci sono) sistemi talmente grossolani di monetarizzazione per gli altri inquinanti che far pagare l'inquinamento in modo così puntuale solo agli automobilisti mi sembra capzioso, oltre che di difficile applicazione.
Credo piuttosto che il centrosinistra dovrebbe appoggiare la lungimirante iniziativa della giunta milanese, non osteggiarla per principio (perchè si pensa che la Moratti non sia in grado di fare nulla di buono), e collaborare ad una sua miglore riuscita.
@CarloP: il tuo commento è un bel campionario di contraddizioni: il tuo stato di "cornuto e mazziato" non dipende da corritore, ma direttamente dal provvedimento della moratti, che già distingue diverse categorie di mezzi sulla base delle solite omologazioni euro-staminchia.
e un diesel di 20 anni sicuramente ricade nella categoria più penalizzata.
nell'ipotesi corritore, tu pagheresti per quanto lo usi e non per quante volte entri a milano.
qualsiasi provvedimento di monetarizzazione delle esternalità, a prescindere dagli indicatori su cui si basa (numero di ingressi nell'area a pagamento, piuttosto che percorso effettuato, piuttosto che conteggio delle emissioni), penalizza chi è più debole economicamente.
inoltre, sei il primo a notare che le esternalità dell'auto non si limitano all'inquinamento.
l'ingombro è certamente una, e un'altro indicatore "micro" è l'altezza da terra del frontale, che provoca maggiori danni ad altre auto e soprattutto a pedoni e ciclisti in caso di investimento.
ma sull'auto bisogna fare anche un discorso più complesso sul piano urbanistico-sociologico: spazio urbano consumato per fare strade e parcheggi, sviluppo delle aree urbane in estensione e a bassa densità, con conseguente aumento delle percorrenze in auto, circolazione resa pericolosa per gli utenti deboli, sottrazione di risorse ad una gestione razionale della mobilità urbana, che dovrebbe puntare su trasporto pubblico e mobilità individuale NON inquinante (ovvero essenzialmente pedoni e bici).
inoltre, a livello di pianificazione urbana (facendo finta che se ne possa parlare in itaglia), ci sono delle alternative all'auto.
per il riscaldamento, ad esempio, ci sono solo palliativi per diminuire (anche sostanzialmente) consumi ed emissioni.
Concordo con HCE. Purtroppo Carlo, la verità è che ad ogni provvedimento ci si può sempre porre in una posizione critica e arrivare alla conclusione che l'idea è sbagliata. Con riferimento all'inquinamento dovuto al numero di auto in circolazione è ormai inutile attaccarsi sempre alla storia che non sono solo gli automobilisti ad inquinare. Se il 40% dipende da questi, bene cerchiamo soluzione per ridurre l'inquinamento. Il Ticket in effetti svantaggia i più deboli economicamente. Quello proposto da Corritore è più democratico a patto che si prendano le necessarie contromisure ad eventuali "furbetti". Il più virtuoso con quel sistema è premiato. Se non si capisce che bisogna d'ora in avanti spostarsi sempre di più con mezzi "pubblici" (e qui andrebbero anche questi rivisti)e con biciclette, anche nell'ottica di un risparmio energetico, miglioramento delle condizioni di salute (il moto aiuta a prevenire problemi cardiovascolari) allora probabilmente non abbiamo colto la direzione in cui andare. In altri paesi il problema lo stanno non solo affrontando cambiando abitudini, ma risolvendo!!! Aggiungo che sulle CALDAIE nella scorsa finanziaria è stato inserito qualcosa, ma il regolamento comunale sta facendo fatica a recepire. E mi fermo qui perchè a livello regionale sull'accertamento energetico stanno riuscendo a ribaltare quanto scritto in finanziaria.
A me ha dato fastidio il tono "comunque contro" di Corritore, che accusa la giunta di non seguire le innovazioni degli atenei.
Dunque, certamente la tariffazione è divisa in base alla categoria "euro", ma questa è una differenzazione mediamente raffinata. Mettere un inquinometro su ogni macchina (al di là dell'utopicità della scelta) vorrebbe dire colpire tantissimo una uno dell'84 e di meno una mercedes di 6-7 anni fa (comunque euro1). Quindi con Corritore sarei ancora più cornuto e mazziato di quanto non lo sono già con la Moratti. Quindi non capisco perchè Corritore è tanto più democratico della Moratti (che misura quante volte si entra, poi mediamente la macchina si userà per un tempo simile, dato che chi entra e la usa poco (ma comunque crea traffico) pagherebbe comunque.
Vabeh, la discussione sarebbe lunga, ma concordo col dire che le soluzioni passano per una migliore pianificazione urbana, per un netto miglioramento dei servizi pubblici (dopo 5 anni di proclami sulle opere pubbliche è dovuto arrivare Di Pietro a sbloccare i fondi per le linee 4 e 5 di Milano... ma questo non lo leggo da queste parti, solo critiche a Prodi & C, peccato)....