Facite ammuina
di Marco Travaglio
Si può essere contrari alla decisione della Confindustria di espellere i soci che pagano il pizzo? No che non si può. Come non si può che essere favorevoli alle politiche dei sindaci per la sicurezza nelle città. Eppure qualcosa non torna. Prendiamo la guerra ai lavavetri a Firenze: è senz’altro molto interessante interrogarsi se l’ordinanza Cioni sia di destra o di sinistra e domandarsi che cosa ne direbbero Rudy Giuliani e i padri del comunismo (l’altroieri il Cioni si paragonava a Pecchioli, subito smentito dalla figlia di quest’ultimo; ieri il sindaco Domenici spiegava che Lenin sarebbe molto fiero di lui). Ma forse è più interessante chiedersi se l’ordinanza serva a risolvere il problema. I magistrati interpellati sul tema hanno già risposto che non serve a nulla, se non a ingolfare i tribunali di processi inutili, che si concluderanno dopo qualche anno con condanne virtuali a carico di imputati ormai irreperibili; e a riempire di secchielli e spugnette gli uffici dei palazzi di giustizia destinati ai corpi di reato. Questo per dire che è vero, l’ordinanza anti-lavavetri non è né di destra né di sinistra: infatti è inutile. Vediamo ora l’ultima mossa di Confindustria: fuori chi cede al racket della mafia. Splendido segnale, encomiabile iniziativa dopo anni di silenzio omertoso. Ma la domanda è sempre la stessa: punire chi paga il pizzo è utile a combattere il pizzo? Stando ai dati ufficiali, a Palermo pagano il pizzo oltre il 90 per cento dei commercianti e degli imprenditori. Dunque, se tutti coloro che pagano il pizzo venissero scoperti ed espulsi, a Palermo la Confindustria dovrebbe chiudere i battenti, e così la Confcommercio e la Confesercenti. Per fortuna di chi paga il pizzo, il suo nome e le prove a suo carico sono più inaccessibili e misteriosi del terzo segreto di Fatima. Il vero problema è come scoprire chi paga il pizzo (ma soprattutto chi lo impone), non che fare di lui dopo averlo scoperto. Senza dimenticare che pagare il pizzo è un pessimo comportamento, ma quasi sempre è questione di vita o di morte: o paghi, oppure ti ammazzo o almeno ti rovino. Tant’è che chi cede alle estorsioni non è penalmente perseguibile, essendo vittima di cause di forza maggiore. Anziché punire chi cede, bisognerebbe cominciare a premiare chi non cede e denuncia: ma l’esperienza dei (pochi) imprenditori e commercianti che, sull’esempio di Libero Grassi, hanno deciso di resistere al racket, abbandonati dallo Stato ma non dalla mafia, insegna che conviene pagare. E, finchè lo Stato non dimostrerà che conviene ribellarsi, la gente seguiterà a pagare. La prospettiva di esser espulsi dalla propria associazione di categoria è una minaccia paragonabile a quella della mafia (attentato o morte), e dunque sufficiente a scoraggiare chi vuole pagare? La risposta naturalmente è no, dunque tutto continuerà come prima. Salvo che i vertici di Confindustria, come sindaci e assessori della "tolleranza zero" a parole, fanno un po’ di bella figura a costo zero. Le due campagne sono quanto di più italiano, o italiota, si possa immaginare: il solito "facite ammuina" di borbonica memoria. Confindustria e le altre associazioni di categoria sono piene di imprenditori, manager, banchieri e commercianti che evadono le tasse, o pagano tangenti, o accumulano fondi neri, o taroccano bilanci, o truffano i risparmiatori, o fanno affari con la mafia, o impiegano lavoratori in nero, o abusano del precariato, o negano ai dipendenti le condizioni di sicurezza minime facendo lievitare a livelli da terzo mondo gl’infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il tutto senz’alcuna lupara puntata alla tempia, ma solo per bieca cupidigia. Gente condannata in Cassazione o beccata dall’Agenzia delle entrate o dall’Inail o dall’Inps, con nome e cognome. Perché non si comincia a cacciare costoro? Ma in che paese si espelle il barista che paga il pizzo per salvarsi la pelle e si mette al vertice dell’ Eni uno che pagava le mazzette al Psi per fare carriera e al vertice di Mediobanca uno che ha più processi che capelli? In Italia, naturalmente.
Questo per dire che è vero, l’ordinanza anti-lavavetri non è né di destra né di sinistra: infatti è inutile
Beh, è stata utile almeno a mettere finalmente in chiaro quanto gli italioti siano un popolino razzista e ignorante.
Il punto di vista di Travaglio mi ha fatto riflettere. E' interessante l'analogia tra l'ordinanza di Cioni e l'uscita di Montezemolo.
Un esempio. Chi ha letto Gomorra (il libro sulla camorra scritto da Saviano), o almeno le prime venti, trenta pagine del libro, ha scoperto un sistema di produzione nel settore tessile che passa attraverso il lavoro nero e finisce per essere utilizzato dalla camorra per immettere sul mercato prodotti 'falsi' praticamente identici agli originali in quanto prodotti dalle stesse mani di quelli. Una forma di connivenza tra impresa e camorra che ha dell'assurdo, ma che finisce per alimentare le casse della malavita molto più di quanto non lo facciano i piccoli negozianti che pagano il pizzo. Ma Montezemolo attacca i piccoli: chi paga il pizzo è cattivo e deve andare fuori, messo all'indice. Non attacca i grandi che sul sistema camorra, sul sistema mafia, attraverso questo, proliferano e fanno vivere anche lui e quelli come lui. Nè attacca lo stato che, come dice Travaglio, abbandona chi vorrebbe ribellarsi.
Esattamente come Cioni attacca il lavavetri perchè non tocca a lui indagare su chi lo sfrutta, nè tocca a lui risolvere i problemi di integrazione, nè tocca a lui...
Qui ha ragione Travaglio, non si parla più di cosa è di destra e cosa è di sinistra. Penso che si debba cominciara a parlare di cosa è civile e cosa non lo è. Ma il discorso sarebbe davvero lungo.
se paragonato alla lotta alla mafia che in questo paese non si fa piu' dai tempi di Falcone e Borsellino ( non a caso Saviano è sotto scorta come non accadeva a un giornalista neppure quando gli attentati di mafia erano all'ordine del giorno..), tutto il resto appare inutile, una perdita di tempo.
fare una cosa in tema di sicurezza e di ripristino del senso di legalità non esclude che se ne possano fare altre, questo dovrebbe essere nè di destra nè di sinistra, ma di tutti.
Cristina, il resto appare inutile nel momento in cui lo stato fa una deliberata scelta: quella di ignorare del tutto il fenomeno mafia. A fronte di una resa incondizionata al sistema camorra-mafia-ndrangheta, ritengo che lo stato non abbia più, in nessuna delle sue forme, il diritto di parlare di sicurezza nè di senso della legalità. Se tu vivessi ogni giorno le cose che Saviano ha vissuto e che Napoli vive continuamente, tra l'indifferenza di chi governa questo paese a tutti i livelli, ti renderesti conto di quanto sia futile il semplice fatto di immaginare il lavavetri come un pericolo alla sicurezza del cittadino. Il vero attentato alla sicurezza del cittadino, oggi, viene dall'incapacità (o dalla non volontà, che è pegggio) dello stato di affrontare seriamente il problema criminalità.
questo articolo non descrive solo la sicilia e palermo...descrive gli italiani medi...che mentre si arrestano i lavavetri e si fanno saltare per aria le persone che ci dicono di raccogliere da terra la nostra spazzatura (metafora), si girano borghesemente dall'altra parte !
Ministro Amato, mentre voi preparate un pacchetto di misure urgenti contro la criminalità, politici e intellettuali ex o post comunisti si baloccano con Cesare Beccaria, filosofeggiano sui delitti e sulle pene, sdottoreggiano sull'uomo buono rovinato dalla società. Non le pare che ci sia un certo deficit culturale nel modo in cui la sinistra ragiona e affronta i temi della sicurezza?
"Le dico di più. Finora il dibattito di queste settimane estive mi ha fatto accapponare la pelle. Bastava leggere i titoli dei giornali, e non era certo colpa dei giornali, per rendersi conto che il dibattito era ed è burattinesco. In esso emergono, con toni vibranti, dilemmi che sono assolutamente senza senso, e che nascondono un problema non dichiarato".
Ci spieghi meglio questo punto. Cosa intende dire? Si riferisce alla polemica sui lavavetri?
"Intanto, chiedersi se il problema siano i lavavetri o i graffitari, o i lavavetri o la ndrangheta, è una domanda del tutto priva di senso razionale e dobbiamo chiederci per quali distorsioni culturali la si fa. E' ridicolo far notare che la ndrangheta è più pericolosa dei lavavetri, a meno che non si pensi di avere davanti dei minorati psichici".
Addirittura?
"Ma è evidente! Facciamola finita con certe banalizzazioni sociologiche. La microcriminalità va combattuta perché è dovuto anche ad essa se i cittadini percepiscono un clima di crescente insicurezza. E se si sentono indifesi diventano ostili verso chiunque sia malvestito o diverso intorno al loro. E poi la microcriminalità va combattuta perché spesso proprio al suo interno si nasconde anche la grande illegalità".
Lo vada a spiegare ai politici e agli intellettuali che in questi giorni hanno accusato la sinistra riformista di inseguire una "deriva securitaria". Lo vada a spiegare agli uomini di Rifondazione e ad Asor Rosa...
"Ma se qualcuno mi viene a dire che non c'è solo il problema della microcriminalità, allora io gli rispondo che ho imparato già alle elementari che due più due fa quattro!".(...)
http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/politica/piano-sicurezza/amato-intervista/amato-intervista.html
ieri il sindaco Domenici spiegava che Lenin sarebbe molto fiero di lui
almeno lenin era un sanguninario vero, mica uno che inseguiva i lavavetri con multe comunali..il paragone con pecchioli mi pare più azzeccato (checchè ne pensi la figlia)
Se iniziamo a considerare che tutte le piccole e grandi battaglie in difesa della legalita' in questo Paese sono inutili e gonfiano solo i tribunali, allora siamo proprio un Paese di merda come molti pensano.