Ma cosa volete che gli succeda...?
Hanno vinto la battaglia e anche la guerra ormai.
caro Biraghi se non ci fosse una larga connivenza con questo sistema, al di là delle fiammate di indignazione alla ricerca di capri espiatori, questo paese si sarebbe già sollevato. per quello che sbagli a cantare la Carmagnola, perché dai solo il destro a gente come Amato per dire le cose che dice e farla sostanzialmente franca.
"Non è il tramonto, è la vittoria del socialismo, sono indotto a dire io."
Questo lo diceva l'estate scorsa. PRIMA dell'allarme lavavetri/prostitute/graffittari e della crisi della politica e della democrazia.
ed é proprio così; dall'Urss alla Corea del Nord, da Pol Pot alla socialdemocrazia tedesca, da Pecchioli a Cofferati, a Chiamparino, e via via scendendo fino agli strati più bassi dell'autoritarismo nel nome del popolo sovrano (forse converrebbe riflettere di più su questo concettodi sovrantà...) il socialismo é proprio fatto di questo materiale, una rete di obblighi, divieti, adempimenti, compatibilità, responsabilità di chi sta sotto, irresponsabilità tracotante delle nomenklature. Nel 1918, chi stava nella lista giusta in Urss, mangiava; quelli della lista sbagliata, ingrata ai bolscevichi saltavano. Oggi chi ha i documenti italiani é cittadino, e occorre curarsi anche delle sue insicurezze immotivate e deliranti, poveretto quanto soffre...chi non é italiano, perfino se é europeo ma non ancora schengenizzato come i rumeni, può essere oggetto delle invettive razziste del lustrascarpe di Craxi. Il socialismo é la forma più aggressiva di quel disegno mondiale che prevede la creazione di una maggioranza di bruti, diretti tramite il tubo catodico (pensateci? sareste mai insicuri nelle nostre città se non foste imboniti dai vari telegiornali della serva?), e la subordinazione di ogni attività umana al principio di maggioranza.
Col risultato, evidente eppure indicibile, che al massimo di democrazia (di governo della maggioranza) corrisponde il minimo di libertà (sia pe la maggioranza, che ha abdicato in nome delle idee da cui é pensata, sia per gli altri, perseguitati da chi pretenderebbe di normalizzarli).
" ... quel minimo comune denominatore così diffuso che oggi è diventata la rabbia"
una cosa giusta però il sorcio l'ha detta, se si riuscisse ad incanalare questa rabbia, 'sti maialoni che hanno trasformato il parlamento in una cloaca avrebbero vita breve. E comunque : "LA RABBIA E' UN DONO" diceva L. Peltier.
(K. MARX - IL CAPITALE, VL.IV) (...) Il Mandeville, nella sua Fable of the Bees (1705), aveva già mostrato la produttività di tutte le possibili occupazioni ecc., e soprattutto la tendenza di tutta questa argomentazione:
“Ciò che in questo mondo chiamiamo il male, tanto quello morale, quanto quello naturale, è il grande principio che fa di noi degli esseri sociali, è la solida base, la vita e il sostegno di tutti i mestieri e di tutte le occupazioni senza eccezione […]; è in esso che dobbiamo cercare la vera origine di tutte le arti e di tutte le scienze; e […] nel momento in cui il male venisse a mancare, la società sarebbe necessariamente devastata se non interamente dissolta”.¹
Sennonché il Mandeville era, naturalmente, infinitamente più audace e più onesto degli apologeti filistei della società borghese.
¹ B. de Mandeville, The Fable of the Bees, V ediz., London 1728, p.428.
Leggetela bene l'intervista al Ministro degli Interni Italiano, è straordinaria.
Questo signore straparla di legalità, di regole, d'ordine, di rispetto delle norme penali.
Ma dov'era il Signor Amato quando Ali Babà e i milioni di ladroni socialisti si arricchivano con le tangenti, non era Lui il consigliere del Principe? La verità è che fino a quando ci saranno questi figuri, nessuna loro azione sarà credibile.
Pensate a Mastella:pugno duro con gli estortori,pugno duro con i violentatori, pugno duro con i mafiosi......e Campanella?
Vadano via per favore.
benvenuti nella realtà
U PARTITU DEMOCRATISAUU MERAVIGLIAUUUUU
e non smettete di parlarne...
""...la fiammata populista finirà per bruciarci tutti. Questo rischia di essere il vero sbocco, se non si sostituisce a questo caleidoscopio di rabbie l'interesse generale. I partiti democratici servono per questo.""
...meditate ed equilibrate parole di allarme queste, dette da un tale che non ha proprio nulla da perdere, e che non perde mai occasione per far di tutto al fine di apparire RUVIDO e ANTIPATICO...
Si può non concordare sul grado di pessimismo, ma non si può certo dire che vaneggi o sia in-corto-circuito: domani l'altro sarà sabato 8 settembre e perciò....
ABBASSO IL VAFFA***DAY !!!!!
Consiglio: tutti al lavoro (salvo i fannulloni); per i precari/pensionati: in casa o al mare, o ad arrostir salcicce alle Feste dell'Amicizia/Unità Benemerite, o a visitare i bellissimi musei della penisola..., e persiane chiuse come la famosa "magnifica signora delle calli veneziane"...
e poi domenica 9 sarà un altro giorno.
L'interesse generale é il modo con cui il totalitarismo chiama sé stesso.
Quando gioca in casa. In trasferta veste la maglietta "comunità internazionale"
mbè... leggete un po' qua, se disgraziatamente vi era sfuggita!
questa è un'autentica "pillola" di RassegnaStampa-web, piccola piccola, scovata in un boschettoweb, postata sotto un funghettoweb detto: www.scelgoRosy.it
(mi pare che costei "ci voglia provare sul serio", che ne dite?)
http://www.rosybindi.it/cgi-bin/adon.cgi?act=doc&sid=12&doc=1993
«Non c'è solidarietà senza legalità, non c'è sicurezza senza solidarietà
Sono contenta che, almeno sui poteri dei sindaci, Veltroni la pensi come me.»
di Rosy Bindi
«Sono contenta che, almeno sui poteri dei sindaci, Veltroni la pensi come me. I sindaci devono chiedere e ottenere più fondi per le politiche sociali e le politiche di integrazione; devono chiedere un migliore coordinamento tra poteri dei sindaci e poteri di polizia, senza sovrapposizioni o improprie sostituzioni.
Voglio aggiungere qualche riflessione sulla questione della sicurezza delle città, della tolleranza zero e delle altre parole d’ordine che in questi giorni stanno trovando un’inaspettata cittadinanza tra molti esponenti del centrosinistra. Avevo già scritto di essere rimasta sorpresa e anche un po' indignata, non tanto dall'ordinanza del sindaco Domenici, quanto dalle reazioni che non facevano emergere con la necessaria chiarezza la differenza fra la cultura del centrodestra e quella del centrosinistra. Ebbene, credo di essermi sbagliata per difetto.
Con il passare dei giorni la confusione tra le lingue delle diverse culture politiche si è accentuata e l’indignazione è cresciuta di pari passo con gli atteggiamenti repressivi e liquidatori del problema. Linea dura, carcere, vigilanza civica ribattezzata “presenza civile” contro lavavetri, mendicanti e maniaci dei graffiti hanno preso il sopravvento su qualsiasi altra posizione ragionevole. Chi non ci sta è diventato un molesto “sociologo da strapazzo”, come rimprovera ai suoi critici il ministro degli Interni Amato.
Che cosa è accaduto a questo Paese, in genere diviso su tutto, perché si ritrovi quasi compatto a combattere un’impari guerra verso i poveri, i miseri, i dannati di molte parti della terra che arrivano qui spinti dalla miseria e dal sogno di una vita migliore? E’ doloroso constatare che il collante è probabilmente il fastidio per l’incontro ravvicinato con la miseria e l’emarginazione. Roba che non ci riguarda. Chi è tanto bravo da riuscire a vivere come noi, bene. Gli altri, fuori dalla nostra vista. E che si arrangino. La criminalità non è di destra né di sinistra, è lo slogan del momento.
Ma ci mancherebbe che ci mettessimo a dare etichette anche alla delinquenza! Non sono i reati, ma le risposte ad avere un colore politico. La differenza tra noi e il centrodestra non sta nelle tolleranza nei confronti della criminalità, anzi. Sta nei modi di combatterla. Libereremo le strade dai lavavetri se liberemo i lavavetri dal loro lavoro, se invece di darci da fare per toglierli dalla nostra vista, ci interesseremo del loro destino. E mi dispiace dire che non ho visto da parte delle amministrazioni, neanche in quelle di centrosinistra, molte pratiche di questo tipo. Ci vuole invece molta fermezza nei confronti dell’illegalità dei forti e dei furbi, quella che in qualche modo autorizza anche l’illegalità generalizzata.»