"No alla corsa alle manette così si alimenta la paura"
Si inizi dalla certezza della pena e dalla durata smisurata dei processi. Da noi 6 anni per il primo grado, in Europa pochi mesi
Ragioniamo su lavavetri, graffitari posteggiatori abusivi È gente che, se non compie atti violenti, non commette un reato
ETTORE BOFFANO
Dottor Giancarlo Caselli, lei oggi è il procuratore generale del Piemonte, ma in passato si è occupato di terrorismo e di mafia. Che cosa pensa del clamore odierno attorno ai temi della sicurezza? È d´accordo con gli annunci che giungono in queste ore dal governo?
«No, non sono del tutto d´accordo».
E perché?
«È vero, in 40 anni da magistrato ho fatto tanti mestieri: sono stato anche responsabile di tutte le carceri, ho lavorato ad Eurojust per combattere la criminalità internazionale e ho presieduto una corte d´assise dove si condannano gli assassini. Posso dire, dunque, che conosco bene il problema della sicurezza e che essa mi sta a cuore. Ma non credo che la soluzione ai suoi problemi sia solo la rincorsa alle manette. C´è una questione di coerenza politica, prima di tutto».
Beh, cominciamo da politica e coerenza. Che cosa vuol dire?
«Io, è noto, vado spesso in giro per dibattiti e nelle scuole, proprio a parlare di legalità: da un po´ di tempo sento di essere fuori moda. È il frutto di un lustro di storia italiana, quello che coincide con la passata legislatura. Per anni, si è fatto intendere che le regole vanno bene sino a quando le si proclamano, poi diventa subito bravo chi sa aggirarle meglio. È l´Italia dei condoni, delle leggi ad personam per sottrarsi ai processi, del "così fan tutti". Dopo, quelli che sono i più tolleranti con se stessi, invocano la tolleranza zero per gli altri, che a loro volta sono sempre gli stessi...».
Di chi parla?
«I più deboli, i diversi, ma anche i cittadini "comuni". Il nostro sistema di legalità ha due codici: quello per i galantuomini a prescindere, per censo; subito dopo quello che vale invece per tutti gli altri. Con in mezzo gli eterni problemi della giustizia. La lentezza dei processi soprattutto, che per i primi costituisce la salvezza dalle condanne e per gli altri una punizione in più».
Il ministro Amato definirebbe questi suoi discorsi sui «diversi» come «sociologia d´accatto». Vuol provare a rispondergli?
«Guardi, io non faccio il sociologo. Lo ripeto: penso di poter parlare di legalità avendone titolo come magistrato penale da 40 anni. E non condivido neppure quella definizione secondo cui la sicurezza «non è né di destra né di sinistra». È un modo di dire che ci offende: noi che, per anni, siamo stati chiamati giustizialisti e "toghe rosse" proprio perché volevamo difendere la legalità. Un tempo la sinistra era considerata sinonimo di garantismo e la destra di ordine. Ora, invece, c´è un´inversione deformante di tutto questo, con chi chiede privilegi per sé e nessuna tolleranza per gli altri».
Ma oggi la maggioranza di governo, dopo quel lustro, è cambiata. Continua ad essere critico?
«Faccio fatica a orientarmi, le differenze politiche si stanno affievolendo. Si fa a gara nell´appiattirsi sulle posizioni con venature populistiche, ad accantonare ad esempio la difesa dei diritti sociali nel nome supremo della sicurezza, ad assecondare le paure e le insicurezze della gente e le sue percezioni esasperate».
Che cosa dovrebbe fare allora la politica?
«Arginare le paure e le insicurezze, far comprendere ai cittadini che spesso esse sono esagerate. Non confondere i diversi temi e i diversi problemi della legalità. Invece vedo una trasversalità politica nel compiacere un´opinione pubblica sempre più arrabbiata, perdendo di vista la complessità della realtà».
Facciamo qualche esempio?
«Ragioniamo sui lavavetri o sui posteggiatori abusivi e persino sui graffitari. È gente che, se non compie atti violenti, non commette alcun reato. Pensare alle manette per cancellarli dalla città è un assurdo giuridico e anche un´illusione. Su questi temi leggo molta confusione».
In che senso?
«Si mettono assieme problemi molto diversi tra loro: la criminalità organizzata, la criminalità comune, la microcriminalità e persino comportamenti che non sono criminali. Non voglio giudicare i provvedimenti annunciati dal governo, perché non sono ancora concreti, ma vi scorgo il pericolo che siano non una serie di interventi mirati, ma un gran calderone».
Ma il magistrato Caselli, l´uomo che ha attraversato tutti gli scenari della lotta al crimine, che cosa suggerisce allora?
«Che reprimere non basta: le risposte devono essere anche altre. Quanto al funzionamento della giustizia, bisognerebbe cominciare prima dalla certezza della pena e dalla durata smisurata dei processi. Non è possibile che in Inghilterra il primo grado di un processo penale duri pochi mesi e in Spagna solo un anno, mentre da noi si va dai 4 ai 6 anni. Si tratta di offrire più soldi alla giustizia, di distribuire meglio le risorse là dove sono più necessarie e di snellire le procedure cancellando i cavilli travestiti da garanzie».
Un esempio da imitare?
«Non voglio fare il campanilista, ma direi proprio Torino. Saranno state le Olimpiadi, sarà stato l´impegno di tutti, ma ora è davvero una bella città. C´erano luoghi poco vivibili e oggi sono quelli dell´aggregazione cittadina. Ce ne sono purtroppo altri con ancora dei problemi, ma importante è la valutazione complessiva. Noi abbiamo un modo di dire, anche quando i problemi esistono, che penso non abbia bisogno di traduzioni: "esageruma nen". Vuol dire agire senza toni apocalittici».
Su Repubblica dice anche di peggio: "La sicurezza è quello maggiormente sentito. Lo dicono tutti i sondaggi, e anche l´indagine che abbiamo condotto di recente attraverso questionari in tutta la provincia. La criminalità diffusa preoccupa la nostra gente ancora più del precariato, della disoccupazione e del costo della vita".
Poi i sondaggi dicono anche che le persone vogliono più soldi (sai la novità) e lui li segue: "Indico un obiettivo: più soldi alle famiglie anche per far partire lo sviluppo. Gli strumenti possono essere diversi, come l´utilizzo di parte del tesoretto per non far pagare il canone Rai o i salari differenziati oppure la riduzione dell´Ici". Questo non sembra Bossi, è un misto tra Borghezio e Tremonti.
"Un tempo la sinistra era considerata sinonimo di garantismo e la destra di ordine. Ora, invece, c´è un´inversione deformante di tutto questo, con chi chiede privilegi per sé e nessuna tolleranza per gli altri"
In effetti "giustizialismo" e "garantismo" variano a seconda degli inquisiti; motivo per cui sinistra e destra italiane sono assai poco credibili in materia. Io mi iscrivo (da sempre) al partito dei garantisti, chiunque sia l'inquisito (dall'assassino albanese, più amato a sinistra, al politicante corrotto, che delizia le destre) perchè penso che un sistema di garanzie sia utile per tutti e che il cittadino, di fronte al braccio armato dello stato, abbia il diritto di difendersi senza passare anni di galera preventiva (che servono solo ad estorcere confessioni).
Quanto a caselli penso che sia un tipico "giustizialista" che pensa che la morale debba essere imposta a suon di manette.
linkato.
@ Biraghi
a voi Penati, a noi l'impareggiabile assessore Mola- mister Monnezza, che da lunedì mette le ganasce ai cittadini che pagano i parcheggiatori abusivi.
Perchè, cosi facendo, alimentano l'illegalità, e vanno combattuti, quindi -- che ormai, notoriamente, è cosa né di destra né di sinistra.
Sarà un dettaglio, ma Chiamparino (il quale, cito, è "impegnato a prendersela con poveri e straccioni") non è il sindaco di quella Torino che Caselli porta a buon esempio?
caselli è una persona seria. oltre a tutti i raccapricci quotidiani, c'è anche questa inquietante lettura: che per ritornare al sobrio buon senso democratico servono i grandi vecchi. che questi gggiovani presenzialisti sub-40enni (penso ai tuoi mille), oltre a disputare di eppiaur, abbiano pochino da dire. forse mi sbaglio, ma per ora scelgorosy.
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=68665
Non perdetevi l'articolo di Furio Colombo di cui ho incollato qui il link e che dice sorpreso e rattristato sia da Amato che da Massimo Giannini, tra l'altro:
"La persuasione di Cioni - che adesso è di Amato - è il rovescio della regola d’oro americana.
Quella regola dice: «È permesso tutto ciò che non è proibito». Amato e Cioni sentenziano: «E’ proibito tutto ciò che non è permesso». E poiché non permettono più nulla, né una spugna né un fiore, l’esperienza insegna che il risultato sarà, come qualunque prete della Caritas ma anche qualunque carabiniere semplice potrebbero spiegare, meno mite e assai più illegale."
qui non si tratta di essere leghisti o populisti, si tratta di superare nella sinistra il tabù della sicuerzza: che si garantisce solo con la fermezza
bene ha detto penati, bene ha fatto amato
Dal brano di Colombo - tanto bello che ne abbiamo fatto un post a parte - segnalato da Boccadorata, vorrei riportare a beneficio di tutti i "piero scialpi" d'Italia (ma anche di tutti i Penati) un'altra frase: "E’ vero, in ogni sondaggio di ogni giornale o tv, l’ottanta per cento dei cittadini dà ragione a Cioni e al nuovo intollerante Giuliano Amato. Vorrei ricordare che questo è il percorso che ha portato al ritorno della pena di morte in America. Furor di popolo. La democrazia è cattiva quando i leader si defilano". Questo fa un amministratore che pensa di dover rappresentare i cittadini, come Penati: si defila. Colpevolmente.
Il discorso di Caselli dovrebbe essere condiviso, almeno da coloro (speriamo tanti) che si oppongono all'omologazione populistico-clericale di cui il partito democratico è l'ultima - e drammatica, per la liquidazione degli ideali che porta con sé - incarnazione.
Ha perfettamente ragione Giancarlo Caselli: oramai è diventato uno slogan dire che sicurezza e legalità non sono di destra nè di sinistra.Lo sono, a mio parere, nel momento in cui si fanno leggi e si prendono misure conseguenti.Oramai si sta inseguendo la destra più populista e "leghista" anche da parte dei nostri amministratori - al pari di Penati - che devono ricordarsi di essere stati eletti con i voti della sinistra e non certo della destra.Sconvenienti le parole di quest'ultimo sui rom, il numero chiuso e via discorrendo.Che tristezza!!! Angelo
Secondo me sbagliate. La sinistra non è mai stata libertaria (almeno da noi) ma moralista e fastidiosa al pari della destra, solo con aria più saccente. Così come il pretazzo farebbe arrestare le mignotte per violazioni di presunti codici morali, allo stesso modo sindaci e sindachesse di sinistra farebbero arrestare i clienti per motivi altrettanto ideologici. L'idea che, se non fa reato, uno possa vivere in modo felicemente immorale è tabù per catto-fasci e catto-rossi. Caselli equivale a travaglio che equivale alle destra, passando via via per i vari chiamparino, cofferati etc. L'idea che la libertà valga più dell'etica (che è soggettiva) non sfiora nessuno, ne' a destra ne' a sinistra.
Da "interessato" alle materie care al magistrato Caselli, non posso che essere totalmente d'accordo con l'impostazione e le analisi da lui espresse:
- Innanzitutto occorre ribadire per l'ennesima volta e fino alla nausea che il lustro berlusconiano ha prodotto danni incalcolabili (e altri ne avrebbe) non solo all'impianto giuridico, ma anche all'approccio culturale alla legalità di questo paese (a dir poco orientato al "forte coi deboli e debole coi forti" ed alla passività verso i citati "due codici");
- Il mio plauso va poi ad alcuni concetti di elementare evidenza:
1. Se un lavavetri (o chi per lui) "non compie atti violenti, non commette alcun reato".
Ogni invito alle manette in questi casi è pura eversione dell'ordinamento giuridico di questo paese.
2. C'è una "trasversalità politica" prona "nel compiacere un' opinione pubblica sempre più arrabbiata" e così si perde "di vista la complessità del problema".
Non può essere d'aiuto neppure l'approccio mediatico che, tra omissioni e disinformate confusioni, è anzi ascrivibile fra i responsabili di messaggi che alimentano -quella- opinione pubblica.
3. Soluzioni: "reprimere non basta" ma si guardi a "certezza della pena" (verso colori ai quali la pena va applicata in quanto rei di una codificata illegalità!) e "durata smisurata dei processi" (appunto, questa non aiuta qualsiasi gestione della vicenda processuale, nè prima, nè durante, nè dopo l'accertamento di eventuali fattispecie criminose).
"Secondo me sbagliate. La sinistra non è mai stata libertaria (almeno da noi)"
questo lo puo' pensare solo chi non riesce a immaginare, o conoscere, nessuna sinistra al di la del PCI.
"L'idea che la libertà valga più dell'etica"
questo e' un volgare inno all'omicidio per futili motivi. nemmeno la colonna durruti avrebbe sottoscritto tale idiozia (per dire di gente seria e degna di ammirazione che eliminava il nemico sociale senza pensarci troppo).
Der bestirnte himmer uber mir, unt das moralische Gesetz in mir
Veramente, cioè kantianamente, è così:"der bestirnte Himmel über mir und das moralische Gesetz in mir"
Squonk: io infatti penso da tempo che Chiamparino nel fronte dei protestatari nordisti sia un caso un po' singolare, visto che predica costantemente peggio di come agisce ed entrando spesso in contraddizione con sé stesso, visto che le politiche adottate sono di respiro più ampio, articolato (senza voler qui dare un giudizio assoluto sulla bontà di quest'ultime) e "politico" delle posizioni assunte. Ma deve essere anche un po' che i torinesi son fatti così.
Non vedo contraddizioni tra quanto dice Amato e Caselli. Di più se si legge bene quanto dice Amato sarebbero evidenti le molte strumetalizzazioni della sinistra antagonista. Quando penso a mia madre 83 anni scippata già due volte (qualche anno fa finita anche all'ospedale) mi convinco sempre più che anche la microcriminilatà è un problema da affrontare e leggendo i commenti di questo blog penso che la realtà di tutti i giorni sia diversa da quanto professato dalle anime candide. Quindi per essere chiari sto dalla parte di Amato e Penati.
"Destra e sinistra esistono ancora: La differenza consiste nel diverso atteggiamento che le due parti - il popolo di destra e il popolo di sinistra sistematicamente mostrano nei confronti dell'idea di eguaglianza.
Naturalmente egualianza e disugualianza sono concetti relativi. Né la sinistra pensa che gli uomini siano in tutto eguali, né la destra pensa che essi siano in tutto diseguali.
Ma coloro che si proclamano di sinistra danno maggior importanza nella loro iniziativa politica a ciò che rende gli uomini eguali e tendono a ridurre i fattori disegualianza. Coloro che si proclamano di destra sono convinti che le diseguaglianze siano un dato ineliminabile e che, in fin dei conti, non se ne debba neanche auspicare la soppressione."
(NORBERTO BOBBIO - Destra e sinistra )
In questo lucido schema, dove si collocano i vari Amato, Veltroni, Cioni, Penati e compagnia PD cantando, che con il loro incitare al progrom contro i poveracci si illudono di recuperare quel consenso che non sanno ottenere altrimenti?
"La sicurezza non è di destra ne di sinistra" (affermazione tautologica geniale simile a "Non ci sono più le mezze stagioni") ma sono invece fondamentalmente diversi i modi di affrontare e risolvere i problemi che ne conseguono e l'etica che li ispira.
Concordo con attila47.- Al mare quest'estate sono stato ostaggio di una teppaglia di posteggiatori abusivi che se non pagavi ti rigava la macchina ( e l'hanno fatto), inoltre lungo il tragitto per il mare dovevo PAGARE per non farmi lavare i vetri, inoltre mentre giravo per strada in bicicletta, sono stato sputazzzato ( nel senso letterale, mi fa schifo ancora a pensarci) da un bambino rom affacciato ad una macchina. Ma mettere un poco d'drdine anche in queste cose vi fa tanto schifo. Lasciare la macchina da qualche parte con la certezza che non te la rompano perchè non hai pagato, girare tranquillo, non dover per forza accompagnare il vecchietto all'ufficio postale per ritirare la pensione, non dover imbiancare ogni due mesi il muretto di delimitazione su cui lo stonzetto di turno va a lasciare il suo capolavoro, tutte queste piccole cose insomma, vi fanno tanto schifo, o dobbiamo subire perchè poverini, sono disadattati, è povera gente, ecc. ecc. Io mi considero povera gente, che ho dovuto mettere le barre alle finestre, che pago l'ira di dio per l'antifurto della macchina, che devo pagare per tutte queste piccole minchiate che alla fine del mese fanno 100, 150 euro ( 2 euro al giorno di parcheggiatore abusivo + altre stronzatine varie), e ne guadagno poco più di mille.-
Non so se questi sono reati, ma di sicuro danno fasdtidio.-
Quindi ben venga una bella stretta, poi se sono marocchini, rumeni o italiani non mi interessa, basta finirla.-
etabeta: le tue richieste sono legittime, visto che è quello che normalmente uno dovrebbe aspettarsi di poter godere di un ragionevole livello di incolumità, serenità e soddisfazione generale nella vita di ogni giorno e che i comportamenti criminosi siano perseguiti. Ora concedimi un pizzico di benaltrismo e di rivolgimento di frittata, ma per focalizzare la questione e ti chiedo: per quale motivo le amministrazioni nelle quali ti sei trovato a subire questi soprusi non sono intervenute a contrastare queste illegalità diffuse e reali? Idem dicasi per le forze dell'ordine locali. Aspettavano il sondaggio di Repubblica o il là di Cioni per fare il loro dovere? O l'ok del ministro in persona? O l'ondata di furore pubblico? O dobbiamo pensare che fossero bloccati dal permissivismo della sinistra caritatevole?
A me viene più in mente incapacità e incompetenza, mancanza di esperienza nel saper discriminare i problemi per gravità e per tipo di intervento con cui ha senso provare a risolverli, di quella che si matura conoscendo bene i propri territori e facendosi le ossa nel tempo. Poi non sarà solo questo, l'ho detto che banalizzo, ma questo improvviso attivismo e furore sa tanto di scarico di responsabilità.
Un pacchetto di misure generiche decise a livello nazionale per dare una risposta all'esigenza percepita di un "giro di vite", fa appunto quello, solletica la percezione dell'elettorato, da un messaggio comunicativo, ma ha scarse probabilità di incidere sul quadro di cui sopra.
beh, intanto non penso che i lavavetri importunino quelli con autista e macchina blindata, come il giudice caselli.
basta chiedere invece alle mogli, agli anziani e ai ragazzi giovani per sapere quanto siano indisponenti molti lavavetri, venditori da spiaggia, questuanti di ogni genere, parcheggiatori abusivi ecc. alimentando, come giustamente ha detto su Repubblica Lerner, una subdola spinta razzista.
ridurre l'atteggiamento generale a una crociata contro i diseredati è profondamente ingiusto, ingiusta mi sembra anche la lettura politica della cosiddetta "repressione". Le professioni nel nostro paese non si inventano,vengono censite ed autorizzate, le prestazioni devono essere tassate, ecc.ecc., tra un pò esisterà un albo anche dei venditori di giornali lungostrada, quindi intervenire è un dovere della polizia municipale (se no domani comincio anch'io a vendere i miei acquerelli o bibite all'incrocio sottocasa ...).
penso sia anche innegabile che nelle ore di punta si creano situazioni di reale intralcio al traffico.anche per queste la polizia dovrebbe intervenire.
e allora perchè tutto questo starnazzio intorno ad un comportamento non lecito?
posso comprendere tutte le azioni preventive e successive che possa valer la pena di porre in atto, ma il comportamento illecito c'è (cosche o non cosche).
Infine chiediamo a qualche imprenditore edile o nel campo delle pulizie se trova tutti gli operatori che gli servono. Risponderanno tutti che hanno grosse difficoltà a trovare personale affidabile, gli italiani non vogliono o sono spesso dei lavativi, gli immigrati con rendimento soddisfacente tendono anch'essi a scarseggiare. molti di essi preferiscono stare buttati su una strada.
E' nato prima l'uovo o la gallina? Difficile rispondere, ma certo "etabeta" e "sekk" sono ottimi esempi del risultato di 30 anni mediaset ("allora anche io mi metto a vendere") e del motivo per cui uno come Penati esiste e viene anche giudicato un buon amministratore ("sono 150 euro e ne guadagno mnille").
questo e' un volgare inno all'omicidio per futili motivi. nemmeno la colonna durruti avrebbe sottoscritto tale idiozia (per dire di gente seria e degna di ammirazione che eliminava il nemico sociale senza pensarci troppo).
beh, eliminare il "nemico sociale" non mostra molto rispetto per la libertà (che è anche quella degli altri). Mi pare però che durrutti e compagnucci poi siano finiti nelle grinfie di quella gentildonna della ibarruri (dotata indubbiamente di un forte senso dell'etica).
Temo tu abbia frainteso, caro tonii..libertà non significa attaccare i carri dei mormoni e scotennarli..
a me pare che fra etica e libertà non ci sia contraddizione, anzi. Entrambe sono specifiche del singolo soggetto, e di eventuali gruppi liberamente composti.
In parole semplici: io sono libero di dire che per me é giusto, etico, agire così ed astenersi colà. Tu, chiunque tu sia, sei libero di dire cò che é etico per te. Nella misura in cui simao d'accordo, bene; se c'é disaccordo possiamo girare reciprocamente al largo, cercare di persuaderici vicendevolmnete, rassegnarci a subire scelte altrui per amore del quieto vivere.
Ciò che secondo me é antietico in assoluto é che tizio, caio e zempronio, per la banale ragione che loro sono tre (o tre miliardi, fa lo stesso) pretendano di impormi le loro scelto e, peggio ancora, pretendano che io assuma per valida la loro etica. Non esiste perciò una libertà di uccidere: ma occorre riconoscere che c'é una bella differenza fra Liboni che uccide per rimanere libero, e il poliziotto che uccide - fate voi il nome: pInelli? Aldrovandi? Giuliani, Galesi, Liboni stesso...le polizie hanno sul gobbone milioni di morti ammazzati nella loro storia - per impedire a qualcuno di esserlo.
Libertà ed etica ragioevolmente non possono che coincidere (ci arivava perfino Benedetto croce), separate si convertono rispettivamente in delirio autistico e in prevaricazione totalitaria