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Alberto Biraghi
La sinistra (cosiddetta) radicale, lo sceriffo e le poltrone
Antonello Patta, segretario di Rifondazione comunista, ha commentato così l'intervento di Filippo Penati sulla legalità che ha scatenato l'entusiasmo dei consiglieri di Forza Italia e AN:
«L'applauso della destra è il segno della pericolosa deriva del Partito democratico. Penati si allontana dal programma della Provincia. Porta acqua alla destra. L'attacco sui bambini lo dimostra. Peccato che poi non ci sia neanche un euro per aiutarli. È lui a porre un problema politico: quello che la sinistra non ha diritto di cittadinanza in Provincia».
In linea con Patta anche Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica.
A questo punto non si può far alttro che ammirare Filippo Penati. Se - nonostante queste sparate alla Gentilini - a nessuno dei bei tomi della sua maggioranza è venuto in mente di togliere il proprio voto al momento giusto, facendo cadere questo capolavoro di trasformismo pro poltrona propria, ha ragione lui. Evidentemente conosce i suoi polli e sa che i loro principi diventano fuffa se l'alternativa è perdere la poltrona. E che a denunciare le derive del Partito democratico (che qui in realtà sono le derive di Penati, ben precedenti alla nascita del PD) son buoni tutti, ma quando è il momento di fare qualcosa per fermarle, rimettendoci del proprio, lo sono molto meno.
Patta e (si fa per dire) compagni sono l'esempio vivente che quel vecchio detto - molto scorretto politicamente, ma tanto efficace in casi come questo - "siamo tutti bravi a fare il frocio col culo degli altri" ha molta ragione.
di
redazione (segnalazione di 5 onemorebloggari)
fonte: il Corriere della Sera