Filippo Penati real estate
Come sempre, a parole, si è volato alto. Innovazione, eccellenza, formazione avanzata, cultura scientifica, e così via. Attorno a propositi ambiziosi ruotava l’idea di costruire il polo provinciale di Via Soderini, oggi fermo ai blocchi – ma sempre dato per pronto a partire – con l’evocativo nome di Cantiere del Nuovo. Sarà il “Beaubourg milanese”, declamava il presidente della provincia Filippo Penati senza temere l’iperbole. Una storia lunga e ormai contorta, quella di Soderini, segnata da ritardi, comitati sul piede di guerra, defezioni illustri. Ad emergere, alla fine, è il dubbio che dietro l’angolo potrebbe esserci un altro porto delle nebbie. Far finta di niente proprio non si può, visto che ci sono a bilancio e a bando oltre 48 milioni di euro dei cittadini della futura Città Metropolitana.
Il progetto urbano di Via Soderini nasce nel 2003 con la Giunta di Ombretta Colli, che acquista l’area di Soderini dalla Regione e bandisce un concorso internazionale tra architetti. Nel passaggio di consegne tra la giunta di Lady Milano e quella di Filippo Penati, insediatasi nell’estate del 2004, non c’è stato spazio per tentennamenti o discussioni. Il progetto c’era, e si è proceduto in linea di decisa continuità. All’inizio del dicembre Dante Benini vince il concorso bandito dalla Colli, e pochi giorni dopo la giunta di centrosinistra approva un progetto preliminare che quantifica in 37 milioni la spesa prevista, da distribuire mediante appalto, prevedendo l’inizio dei lavori per il gennaio 2006. Nel luglio 2005, intanto, interviene un accordo di programma con la Camera di Commercio: la Provincia s’impegna a cedere una porzione di 8mila mq dell’area di Soderini; la Camera s’impegna a destinare l’area alla costruzione del Palazzo dell’Innovazione, che dopo l’istituzione dell’Agenzia dell’Innovazione come ultimo atto del governo Berlusconi, e la sua conferma da parte di Prodi, dovrebbe diventarne la sede. A carico della Camera di Commercio di Carlo Sangalli si prevede una spesa di circa 30 milioni. I soldi pronti a girare sono già tanti, ma aumentano ancora a fine 2005, quando la Provincia approva il progetto definitivo per la parte di sua competenza, e porta il budget a 48 milioni. L’inizio dei lavori di competenza dell’amministrazione provinciale scivola ad autunno 2006, quelli per il palazzo dell’Innovazione sono attesi per il febbraio 2007, mentre budget, ambizioni e volumetrie si ampliano sensibilmente. Attorno al territorio di Via Soderini, dal giugno del 2006, si anima un comitato di quartiere assai attivo nella richiesta di fermare il progetto. I cittadini che raccolgono firme e chiedono di essere ascoltati lamentano la cementificazione di uno spazio verde in un quartiere che ne ha poco, e la scarsa attenzione ad una zona semiperiferica che, a loro giudizio, richiederebbe interventi meno sontuosi, ma più immediati. In un contesto di generale contrarietà, i picchi di opposizione del comitato sono per il Palazzo dell’Innovazione della Camera di Commercio
Nel frattempo è cambiato il governo di Roma, e ai vertici di Palazzo Marino s’insedia Letizia Moratti. Dopo qualche tentennamento, e la tentazione di spostare la sede della futura Agenzia a Napoli, la prima finanziaria di Prodi consacra Milano a tempio dell’Agenzia e conferma il ruolo della Camera di Commercio, pur riducendo gli stanziamenti a soli cinque milioni di euro. La priorità della Sindaco, fin dal suo insediamento, è ottenere l’Expo del 2015, e nella stessa finanziaria il governo spalleggia l’intento. Un obiettivo di grande lustro per l’amministrazione Moratti, e che non ammette diserzioni da parte degli altri enti pubblici. Se Milano vincerà, vincerà la Moratti, ma se perderà ci avranno perso tutti. La valorizzazione – a mezzo d’ingenti investimenti - delle aree dimesse della Bovisa è uno dei punti urbanistici forti dell’obiettivo Expo perseguito dalla Giunta Comunale. In questo contesto, devono essere lette le improvvise frenate della Camera di Carluccio Sangalli che appena qualche mese fa, già in ritardo sull’inizio dei lavori, ha iniziato a lasciare intendere che il Palazzo si farà, ma probabilmente non in Soderini. Lo scenario che è stato possibile ricostruire prevede, ad oggi, uno spostamento del Palazzo dell’Innovazione al nuovo Polo della Bovisa, con un accordo tra tutte le istituzioni interessate, ma su decisa spinta del Comune. Di ufficiale continua a non esserci nulla, ma tutte le fonti consultate sul punto scommettono su un prossimo nuovo accordo di programma che sposti il Palazzo da Soderini a Bovisa, con tutta soddisfazione di una Letizia Moratti particolarmente risoluta sul punto, la non opposizione da parte della Provincia di Penati, e il silenzio-assenso da parte della Camera. A tacer d’altro, l’abbassamento delle volumetrie dovrebbe facilitare le trattative coi cittadini sul proseguimento del Progetto del cantiere del Nuovo di Palazzo Isimbardi, e la cosa non può dispiacere neppure a Letizia Moratti che non ha certo voglia di avere comitati sul piede di guerra.
Se così stanno le cose, resta da capire lo stato dell’arte per quel pezzo di Soderini che pare destinato ad essere realizzato dalla Provincia proprietaria e imprenditrice, cui il consigliere forzista Max Bruschi ha chiesto appena qualche giorno fa di bloccare un iter che ha nei costi esorbitanti l'unico elemento davvero chiaro. L’inizio dei lavori già più volte rinviato non è ancora esattamente dietro l’angolo, ma sembra essere più vicina l’assegnazione dei ricchi appalti e dei 48 milioni di euro complessivi che ne costituiscono il patrimonio. La gara per l’assegnazione ha subito qualche rallentamento a causa di alcuni ricorsi presentati da concorrenti estromessi per ragioni procedurali e sostanziali. Il Tar ha dato ragione alla Provincia e se anche il Consiglio di Stato, che dovrebbe decidere entro fine mese, confermerà gli orientamenti del Tribunale lombardo si potrà procedere all’apertura delle buste, e all’assegnazione dell’appalto. Delle tredici manifestazioni di volontà di partecipare alla gara presentate entro l’11 aprile scorso, risultano essere rimaste in gara sette, più una sub iudice.
L’ultima documentazione reperibile risale peraltro al 24 maggio scorso. Scorrendo i nomi dei partecipanti, spiccano per essere noti alla cittadinanza milanese quello della Dec di Bari, già aggiudicataria alcuni anni fa del restauro della Scala, o quello della Bonatti di Parma che sempre nella Milano di Alberini si aggiudicò il parcheggio sotto la Darsena, suscitando qualche moderato scalpore per essere, almeno a tutto il 2005, fortemente partecipata da Callisto Tanzi. Sempre scorrendo la lista dei candidati ancora in corsa, si fa notare la presenza in forza di cooperative edili emiliane connotate come “rosse” per storia e partecipazioni. E’ il caso del Consorzio Cooperative Costruzioni, presieduto da quel Piero Collina che è un vero e proprio pezzo di storia di finanza cooperativa. Basti dire che a tutt’oggi è vicepresidente e ad di Holmo e Finsoe, le scatole per eccellenza della finanza rossa, che in Unipol ha ricoperto diversi incarichi di punta, e che siede nel consiglio di amministrazione di Hera, già presieduta da Giulio Sapelli, oggi al vertice della Holding penatiana Asam. Il suo Consorzio, peraltro, è azionista e pattista di sindacato di Hera, proprio come un altro concorrente per l’appalto di Soderini, il Consorzio Ravennate delle Cooperative di produzione. Con le cooperative bolognesi, peraltro, risulta che altri concorrenti ammessi all’ultima fase della gara per il cantiere siano stati spesso aggregati in aggregazioni per altri appalti. E’ il caso della veneta Sacaim, ma soprattutto dell’Adanti di Bologna, presieduta dal potente e ubiquo presidente degli industriali bolognesi Gaetano Maccaferri. Quel che resta del 2007 servirà a capire se, e sotto quali griffe, il Cantiere del Nuovo vedrà la luce.
di
Jacopo Tondelli
fonte: il Riformista
11.09.07 14:16 - sezione
milano