L´autodifesa di Milano "Costituzione rispettata"
"Se il Parlamento non concedesse ai pm di utilizzare le telefonate, le prove cadrebbero"
Le Camere, secondo la legge Boato, devono decidere, non dire se la richiesta è irricevibile
di WALTER GALBIATI
MILANO - Il giudice per le indagini preliminari non si è sostituito al pubblico ministero. E non ha nemmeno chiesto un´autorizzazione a procedere alla Camera dei deputati contro i suoi membri, non solo perché non è più prevista dalla nostra Carta costituzionale, ma perché ha chiesto semplicemente di utilizzare le telefonate intercettate come prove. È questa la secca risposta che da Milano arriva alle memorie di Massimo D´Alema e Piero Fassino.
L´accusa mossa al gip Clementina Forleo è di aver ipotizzato il coinvolgimento dei parlamentari, quando al riguardo non si sono ancora espressi i pm competenti. E di conseguenza di aver inoltrato alla giunta per le autorizzazioni una sorta di richiesta di autorizzazione a procedere.
La risposta milanese non si è fatta attendere e ricalca in sostanza le posizioni che da sempre hanno sostenuto i pubblici ministeri (Francesco Greco, Eugenio Fusco, Luigi Orsi) e il giudice Clementina Forleo che lavorano sul caso Antonveneta-Bnl-Rcs. Quanto alla prima accusa, il gip non si è arrogato compiti che non gli competono, ovvero quelli del pm, perché la Forleo non ha esercitato alcuna azione penale, ma ha semplicemente messo in atto quanto previsto dall´articolo 331 del codice di procedura penale, secondo il quale il giudice, come ogni altro organo, può prospettare, in ogni fase del procedimento, un´ipotesi accusatoria oggettivamente o soggettivamente diversa da quella dei pubblici ministeri.
Per di più il gip non si sarebbe spinto oltre quanto indicato dalla pubblica accusa e non avrebbe nemmeno preso iniziative al di fuori di quanto scritto nella richiesta dei pm, i quali avevano chiesto appunto di inviare le intercettazioni alla Giunta per poterle utilizzare non solo come prove a carico degli indagati, ma anche - come si legge nel documento - di altre «persone da identificare». Ovvero quelle intercettazioni servono non solo per corroborare l´impianto accusatorio nei confronti di coloro che già sono indagati (e contro i quali ci sono già molte altre prove), ma anche per iscrivere nel registro degli indagati altri possibili colpevoli (leggi i parlamentari), la cui implicazione deriva proprio da quelle telefonate.
«La nostra scelta è stata di non far nulla nei confronti dei parlamentari finché le Camere non avessero dato l´autorizzazione a utilizzare le intercettazioni telefoniche che li riguardano», aveva al proposito dichiarato Francesco Greco, capo del pool milanese che indaga sui reati finanziari.
Quanto alla seconda accusa - la richiesta della Forleo è una richiesta di autorizzazione a procedere e, in quanto non prevista dalla Costituzione, irricevibile - la risposta è altrettanto secca. Non è una richiesta di autorizzazione a procedere, ma una richiesta a utilizzare elementi di prove che altrimenti prove non sarebbero. Del resto i politici sono indagabili solo in base a quelle telefonate e se il Parlamento non concedesse ai pm di utilizzare quelle telefonate, le prove cadrebbero. Secondo la legge Boato, che regola l´uso delle intercettazioni, le Camere sono chiamate a pronunciarsi sull´utilizzabilità o meno delle telefonate in senso assoluto. Non possono dichiarare irricevibile la richiesta. Altrimenti si aprirebbe un conflitto di attribuzioni che non lascerebbe altra via ai magistrati che quella di convocare i parlamentari come testimoni, in quanto nelle memorie dell´ex presidente e amministratore delegato di Unipol si fa ampio riferimento a quelle telefonate.
Mi viene in mente un'iniziativa, sulla traccia di quelle che proponeva "Cuore" (r.i.p.). Inondarli di cartoline: "Fino a quando lei non si ritirera' da ogni incarico pubblico, io non andro' a votare". Personalmente, la faccia di FassRutBertDalemeccetera non la voglio piu' vedere.
penso che i parlamentari siano uomini conme noi e se dunque sbagliano, la camera deve dare l'autorizzazione ad utilizzare le prove ai magistrati, così se sono realmente innocenti lo possono dimostrare e non solo a parole. In italia chi commette un reato è sempre e comunque un reo a prescindere se è un politico o no., per cui non posssono esserci cittadini ne di seria A ne di serie B. Sarebbe ora che finissero tanti privilegi.
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UNA sola risposta:ecco perché esiste il
VAFFANCULO-DAY.PERMANENTE.
i voti li vadano a chiedere ai furbetti del quartierino la prossima tornata elettorale...