e cosa succede se stralciano la posizione di Minimo e la Forleo manda tutto a Bruxelles? :-)
E se succede un colpo di Stato? Secondo me come si stanno muovendo certi politici accadrà...meglio che se ne vadano in tempo.
Anche secondo me siamo giunti al limite...speriamo. Destory Erase Improve
La Casta non demorde: si poteva mai dubitarne ? Poteva mai una legge essere stata fatta a prova di equivoci ? La Giunta per le autorizzazioni della Camera, presieduta dall’ineffabile Carlo Giovanardi, spalleggiato di tal Mantini, diellino, è protagonista dell’ennesimo colpo di teatro: per Massimo D’Alema la competenza ad utilizzare le intercettazioni telefoniche è della Commissione giuridica dell’Europarlamento. Motivo: nel 2005 l’attuale vice presidente del Consiglio e ministro degli esteri era europarlamentare ! Ergo, la competenza non è del Parlamento italiano !
Il ragionamento sembrerebbe non fare una piega e tutti a fregarsi le mani e la stampa che rimarca la sorpresa della Casta: come mai non ci è pensato prima, come mai la magistratura ha commesso un così banale e macroscopico errore ? E lo stesso D’Alema non se lo ricordava che nel 2005 era europarlamentare ? Nella sua memoria, presentata alla Giunta prima dello stop estivo, non ne fa menzione.
Ma non basta: il Gip Forleo non l’ha notato e come mai ?
Va da sé che le cose non sono così semplici, non ci sono sprovveduti in questa vicenda.
Vi sono motivazioni di opportunità politica nell’omissione della memoria di D’Alema (avrebbe dato l’impressione di ricorrere lui, il baffino di ferro, ad una interpretazione della legge, surrettiziamente intesa ad allungare i tempi, legittimando il sospetto di un “trucco” insomma).
E il Gip Forleo ? Beh, il giudice di ferro ritiene chiaro il dettato della legge Boato, che regola il principio costituzionale dell’immunità parlamentare: è competente il Parlamento italiano. Paradossalmente Marco Boato, che ha scritto la legge costituzionale sull’immunità parlamentare, è di parere opposto.
L’interpretazione ruota su una preposizione e sul verbo usato dal legislatore, secondo il quale la competenza è della Camera cui “appartiene o apparteneva” il parlamentare, fra il tempo presente e l’imperfetto.
Marco Boato non ha dubbi: la competenza è sempre della camera di appartenenza all’epoca dei fatti, dunque l’europarlamento, cui D’Alema apparteneva nel 2005, essendo eurodeputato.
Ma c’è la preposizione “o” a dar fastidio. Il Gip Forleo argomenta che per chi è in carica, al parlamento europeo o a quello italiano (è compente il Parlamento presso cui si è eletto nel momento in cui si procede penalmente) mentre ritiene, inoltre, che la lettera della legge estende la sua tutela anche a chi parlamentare lo era all’epoca dei fatti, ma non lo è più quando si procede penalmente nei suoi confronti. Una diversa lettura, secondo la quale c’è la doppia competenza, dell’europarlamento prima e del Parlamento italiano dopo, è collegata con la lettura della “o” come se fosse una “e”. In tal senso si dovrà pronunciare la giunta per le autorizzazioni della Camera dei Deputati.
Non si vede come una “o” possa diventare, per magia, una “e”, ma la Casta può farlo o quanto meno provarci, con un indubbio effetto dilatorio. Infatti, presiede la Commissione giuridica della UE il parlamentare europeo Giuseppe Gargani, democristiano DOC prima ed ora forzista DOC, il quale avrebbe lasciato trapelare il suo convincimento che la giurisdizione nel caso D’Alema è della Commissione da lui presieduta, caso al quale va applicata la “legge Boato”, in controtendenza con il precedente orientamento, secondo il quale i magistrati per gli europarlamentari possono procedere senza alcuna autorizzazione, come accaduto per Umberto Bossi in ben due circostanze: offese alla bandiera a Venezia e per i fatti di via Bellerio in Milano (minacce ed aggressione a membri della Polizia di Stato).