Il guerriero rock tradito dalla Russia
di Gino Castaldo
Sono tutti lì ad aspettarlo, il calor bianco sprigionato dalla E Street Band, lasciata a dormire da almeno sei anni. I fedelissimi del Boss, non vedono altro, non amano altro, tollerano con devota passione le sue digressioni nel folk storico, nelle solitarie elegie acustiche. Ma con la vecchia band è un´altra cosa. L´aveva promesso e Bruce Springsteen non è certo tipo da non tenere fede a quanto dice. «Tornerò presto con la E Street Band» aveva urlato dal palcoscenico negli ultimi concerti. Detto fatto, ed ecco sfornato il nuovo disco «rock», intitolato Magic, previsto in uscita il prossimo 28 di settembre (con immediato tour a seguire che parte il 2 ottobre in America e arriverà a Milano il 28 novembre). Ma qualcuno l´ha tradito. Ed è la Russia a raccogliere il frutto del tradimento: i pezzi, trafugati chi sa come, sono finiti su uno dei più popolari siti russi di download a basso costo, gomusic.ru, dal quale si può scaricare l´intero album a poco prezzo.
Com´è dunque il nuovo Magic? Una magia, come da titolo, e la title-track, uno dei testi più strambi della sua carriera, parla in soggettiva di un mago che usa ogni trucco a disposizione per ingannare lo spettatore: cilindri, conigli, clavette, sparizioni, casse lucchettate alla Houdini e immerse nel fiume. Ma attenzione, stiamo parlando del Boss, e infatti il tono è sorprendentemente trasognato e malinconico. Dietro l´angolo delle illusioni, alla fine della canzone, c´è un tetro paesaggio di anime appese agli alberi. Chi è dunque il vero illusionista? Non è forse l´America di oggi che promette e non mantiene nulla?
Che Springsteen sentisse l´imperioso bisogno di richiamare il suo paese agli antichi bagliori di coscienza ne ha dato prova in continuazione negli ultimi anni. In Rising chiamava a raccolta le forze residue dell´America ferita dal terrorismo, in Devils and dust metteva sale sulle ferite, piangeva la perdita, ma soprattutto la follia della guerra, la sua insostenibile crudezza. Nelle Seeger session tentava di recuperare gioiosamente le radici dimenticate, quelle che avevano edificato la nazione. Il nuovo disco inizia con la fiammante Radio Nowhere, una vorticosa corsa in cui una radio manda segnali inascoltati nel deserto. Dove siete, sembra urlare Springsteen, dov´è finita la nostra anima? E il resto del disco non è da meno. Tra intime disperazioni e visioni penetranti esce fuori la forza di un cantautore che a 58 anni ha ancora voglia di sentirsi un "militante" del rock, e non un semplice artista, più meno dotato: rock come risveglio, come poesia di strada, come voce degli umili, come chiamata alle armi.
E spuntano anche tre o quattro canzoni memorabili (certo imparagonabili ai classici di un tempo ma comunque degne di nota). In Long walk home si evoca la necessità di un lungo cammino per tornare a casa. In Devil´s arcade ci si imbatte in armi dissepolte, in gente che scommette su altri che devono pagare, nella crudele Last to die si parla dei "morti per sbaglio" che costellano le strade del pianeta, in Your own worst enemy si denuncia la paura, l´insinuante distruttiva paura che è entrata nelle case di tutti e su cui il governo americano ha costruito le sue trame. In Livin´ in the future, un vento malato soffia lettere di presagi (come una Blowin´ in the wind totalmente ribaltata, quarant´anni dopo) e insufficienti rassicurazioni. C´è spazio anche per la vita di tutti i giorni, anzi per la vita, nella sua pienezza fisica e mentale. Nella deliziosa Girl in their summer clothes, si vive una pausa di innocenza. Altrove l´amore cerca di sopravvivere come un fiore solitario in un prato di erbacce. E finisce con una ghost-track struggente, un vero e proprio requiem per voce a chitarra scritto per il servizio funebre del suo vecchio amico Terry Magovern, scomparso il 30 luglio di quest´anno. «Non avevo una canzone adatta» ha raccontato Springsteen, «e allora ne ho scritto una per l´occasione».
C´è soprattutto, ed è questo che i fan aspettano, l´energia che l´alchimia chiamata E Street Band promette e inesorabilmente mantiene, anche dopo tanti anni, il che fa ben sperare nei prossimi concerti. Lo stesso disco, lo si intuisce ascoltandolo, ma del resto l´ha dichiarato lo stesso Springsteen, è un disco pensato per essere suonato dal vivo, e non ci poteva essere un modo migliore per celebrare il ritorno con i suoi vecchi amici.
bene. poi cominciamo con il blues. :-)
Carolina
Francamente..gli stessi cinque accordi di sempre, vabbè che il gattuso del rock, ovvero da lui non ci aspettiamo grandi innovazioni ma le solite dosi di energia..però anche quella, alla lunga..
"Tra intime disperazioni e visioni penetranti esce fuori la forza di un cantautore che a 58 anni ha ancora voglia di sentirsi un "militante" del rock, e non un semplice artista, più meno dotato: rock come risveglio, come poesia di strada, come voce degli umili, come chiamata alle armi."
Quattro sillabe...dategli il se-da...se-da-ti-vo.
I vostri commenti sono più prevedibili di quanto lo possano essere i fan di Springsteen.