Approvo tutto quel che dici. Mi chiedo però quante mamme desiderano veramente passegiare coi propri figli per strada, vederli correre, usare la città, i suoi marciapiedi, le sue piazze per qualcosa di diverso dal semplice "spostamento" da un luogo all'altro. Quante persone credono che sia un diritto da garantire per vivere bene quello di cui parli? Qui a Milano... pochine, temo.
che belle cose che scrivi e come le scrivi bene... in fondo il ciclista è il bambino del traffico, come soggetto "debole" e come sfrontato giocherellone, talvolta a suo rischio. penso al libro di john berger "here is where we meet", a giuliana bruno "atlante delle emozioni". fisicità, spazialità e teatro delle relazioni, per sottrarci alla crescente virtualizzazione dei rapporti umani, dalla televisione in poi. in questo milano è come tutte le altre citta, forse solo un luogo dove queste problematiche si vivono con tale intensità che ci spaventa e ci rifugiamo dietro il comodo alibi che "tanto a milano..."
[reading from Ways of Seeing by John Berger]
Seeing comes before words. The child looks and recognises before it can speak. But there is also another sense in which seeing comes before words. It is seeing which establishes our place in the surrounding world; we explain that world with words, but words can never undo the fact that we are surrounded by it. The relation between what we see and what we know is never settled.
poche ma buone. ai miei bambini darò qualità della vita anche se ciò dovesse richiedermi di andare ad abitare nel varesotto.
Carolina
carolina
sei sicura di quello che scrivi? ;-)
Il 23 settembre è stato anche il compleanno di mio figlio che ha compiuto 11 anni e da qualche giorno frequenta la prima media, con l'occaisone ha ricevuto le chiavi di casa e la nostra benedizione, va e torna da solo da scuola come facevo io 30 anni fa e di anni ne avevo 7.
4 anni di autonomia persi da mio figlio, mentre gli altri genitori, continuano imperterriti a sfoderare suv e macchinoni per fare 300 metri e accompagnare i bambOni dietro il banco. Le paure più gettonate sono pedofili e automobili. Ma piu' pedofili (eh..signora mia!)
Nessuna madre nel mio quartiere osa lasciar percorrere al figlio piu' di 100 metri a piedi da solo, ancor prima che in ansia si sentirebbe disapprovata, una madre degenere. Quando i bambacioni a 16 anni suonati reclamano la giusta indipendenza il cellulare è l'ultima spiaggia per allungare il brodo, l'indispensabile coperta di linus utile solo a timwindvodafoneecc. Questi sono bravissimi con la play e sarebbero incapaci di attraversare una strada.. mica la A1... queste fobie non si spiegano nemmeno con l'automobilizzazione del paese... ho idea che la televisione in italia stia facendo danni irreversibili
la politica va lasciata alle donne come marta, più la leggo e più mi sembra la cosa giusta da fare.
fortunatamente un certo modo di sentire lo spazio urbano e di resistere allo sfasciume delle metropoli, a partire dal marcio nei cervelli che non sanno più distinguere grano da loglio, si sta diffondendo.
ognuno lo faccia a modo suo, ma lo faccia.
lo stato delle cose non è ulteriormente sopportabile. è insensato e venefico.
@ A proposito di figli e di mamme
Qualcuno é al corrente della situazione tagli
dei fondi x la scuola (insegnanti di sostegno x ragazzi con H,CHE SONO STATI RIDOTTI VERGOGNOSAMENTE DA UN GOVERNO DI SINISTRA...
Dopo una lettera di una coraggiosa signora (mamma di LUCA)il ministro Fioroni aveva promesso
la risoluzione del problema.
sì che lo sono. i padani fanno ridere,ma se si hanno bambini poi non credo si faccia proprio la vita mondana a tutti i costi. :-)
Carolina