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Alberto Biraghi
In questo mondo libero
Ken il rosso non perdona. "In questo mondo libero" è un film ferocissimo, forse non impeccabile come altre opere (penso a Bread and Roses, A fond Kiss, The navigators, land and Freedom), ma più che mai incisivo. Non si salva nessuno (o quasi) in questa Londra della post rivoluzione tatcheriana, in cui l'unico successo possibile comporta il sacrificio di qualcun altro, in una spirale di egoismo e sfruttamento in cui le persone si alternano nel ruolo di vittima e di carnefice. E così Angie - dopo aver perso ingiustamente il lavoro in un'agenzia di lavoro temporaneo - diventa lei stessa imprenditrice senza scrupoli, cominciando a procacciare lavoro occasionale agli immigrati.
Se anche il ritmo di questo film non lo fa collocare tra le cose migliore di Loach, tuttavia anche quest'opera regala alcune perle di rara qualità. Una su tutte è la progressiva trasformazione di Angie, da lavoratrice sfruttata e molestata a imprenditrice senza scrupoli. Un cammino senza ritorno, che la porterà a sottomettere ogni principio al desiderio di ricchezza.
Commenta il regista:
«Lo sfruttamento è cosa nota a tutti. Quindi non si tratta di una novità. La cosa che ci interessa di più è sfidare la convinzione secondo la quale la spregiudicatezza imprenditoriale è l'unico modo in cui la società può progredire; l'idea che tutto sia merce di scambio, che l'economia debba essere pura competizione, totalmente orientata al marketing e che questo è il modo in cui dovremmo vivere. Ricorrendo allo sfruttamento e producendo mostri».
Feroce il ritratto della protagonista, ma anche quello della socia (a volte senza scrupoli, a volte ignava), della madre di Angie, del padre - pensionato tutto d'un pezzo, rispettoso della legge, - che non rinuncia a mettere il nipotino di fronte agli aspetti più infami del lavoro della madre.
Un film perfetto per questi tempi in cui il segretario del futuro Partito democratico che considera
interessante l'idea di escludere i neoassunti dall'articolo 18 per tre anni.
di
Alberto Biraghi
01.10.07 00:53 - sezione
cinema