Anche su Repubblica di oggi c'è l'ennesimo commento dotto (firmato non so più da chi) in cui si grida al pericolo-dittatura conseguente alle manifestazioni grillesche...
Cavolate, al solito. Vero è che l' antipolitica è una balla (coniata dai politicanti di mestiere). Ma nulla a che vdere con l'antiamericanismo. Perchè, fatto curioso, le bombe non le tirano solo gli americani; ma mai visto su carmilla qualcuno indignarsi per una bomba in un supermercato israeliano..quindi: basta cazzate falsamente "neutre"..
"antipolitica" e' una parola che i dotti usano per non far capire niente alla povera gente.
E' un termine molto "manipolatore".
Dedalus,
non voglio assolutamente far polemica per sta roba per cui poi la pianto qui,
Capisco quel che dici del supermercato.
Ma parliamo di una "guerra" combattuta con "terroristi" che si fanno esplodere, con n vittime...e eserciti che reagiscono tirando bombe sulla popolazione civile (è quello il problema...sai) e facendo n all'ennesima vittime... Sono veramente troppe. Non è casualità è strategia di guerra (del resto parliamo di chi ha già tirato due atomiche sui civili).
Criticare questo non può voler dire stare coi "terroristi". Questo deve essere chiaro.
""antipolitica" e' una parola che i dotti usano per non far capire niente alla povera gente."
Ma dotti chi? I politici sono una delle categorie meno dotte d'Italia...e sono loro che usano questo termine ultimamente.
@dedalus
ti consiglio di leggere questo documento per cercare almeno di capire perchè i palestinesi si ribellano con attentati e missili su israele:
(ListaSinistra) Gerusalemme - Quella che segue è una traduzione abbreviata dell’articolo di Dalia Karpel intitolato Hamedovevet (colui che fa parlare le persone). L’articolo è apparso sul supplemento settimanale Hebrew Weekend, edizione in ebraico del quotidiano israeliano Haaretz, il 21 Settembre 2007, ed è basato sulla ricerca accademica della Psicologa Nofer Ishai-Karen e dello psicologo Prof. Joel Elitzur
“Noi – soldati israeliani, venivamo mandate lì per punire i Palestinesi”, dice Ilan Vilenda, un soldato israeliano che ha effettuato il servizio militare a Rafah durante la prima Intifada.
Ilan è l’unico soldato su 21 che ha accettato di far pubblicare il proprio nome, dopo essere stato intervistato dalla psicologa Nofer Ishai-Karen.
I soldati hanno parlato liberamente con Nofer, che ha svolto servizio militare con loro nello stesso battaglione Ashbal 20 anni fa; hanno rivelato le loro emozioni più intime sugli orrendi crimini cui hanno preso parte: assassinare, spezzare le ossa di bambini palestinesi, azioni umilianti, distruzione di proprietà, rapine e furti.
Il soldato “A” testimonia:
“avevamo deciso di trasformare una vecchia doccia nella nostra base in una arrangiata cella di detenzione. Un palestinese venne portato lì, ammanettato e con la bocca tappata in modo che non potesse parlare, o muoversi. Ce lo dimenticammo lì per 3 giorni...”
Il soldato “B” testimonia:
“ero al mio primo giro di pattuglia. Gli altri sparavano come pazzi. Ho cominciato a sparare come facevano loro. Mi “accesero”. Ho preso la mia arma e sparato. Non c’era nessuno lì a dirmi il contrario”.
La psicologa Ishai-Karen è rimasta scioccata a sentire che i soldati avevano tratto piacere dall’ “intossicazione di potere”, e dall’uso della violenza. Ha detto: “la maggior parte degli intervistati hanno goduto delle violenze da loro stessi istigate nel servizio durante l’Occupazione”.
Il soldato “C” testimonia:
“la verità è che io amo questo casino – mi piace. È come essere sotto effetto di una droga. Se non fossi entrato a Rafah, per sedare qualche ribellione – almeno una volta alla settimana – sarei diventato una furia.
Il soldato “D” testimonia:
“la cosa grandiosa è che non devi seguire nessuna legge o regola. Senti che TU SEI LA LEGGE; tu decidi. Una volta che vai nei Territori Occupati TU SEI DIO”.
MUTISMO EMOTIVO
Il soldato “E” testimonia:
“guidavamo un Veicolo di trasporto truppe attraverso Rafah. Un uomo di 25 anni camminava vicino. Non ci lanciò pietre o altro. Senza nessuna ragione, “X” gli sparò allo stomaco. Lo lasciammo che giaceva a bordo strada.
Il soldato “F” testimonia:
“alcuni ‘duri’ avevano creato ‘un’ideologia’, secondo cui noi dobbiamo reagire brutalmente anche a eventi minori. Una donna mi aveva tirato un sandalo. La schiacciai col piede sul pube. Le ruppi l’osso. Non potrà mai più avere figli.
La prossima volta non mi tirerà un sandalo addosso…e quando un’altra donna mi sputò, le tirai il calcio del fucile in faccia. Adesso non può più sputare.
Il soldato “G” ha descritto il suo primo ingresso di forza in un’abitazione per arrestare un palestinese:
“era davvero grosso, sui 30 anni. Rifiutò l’arresto. Lo picchiammo ma non riuscivamo a buttarlo a terra. Qualcuno arrivò e ci tirò delle pietre. Lo picchiamo e gli dicemmo di sdraiarsi. Finchè alla fine lo fece. Lo portammo alla base. Nel frattempo aveva perso conoscenza. È morto alcuni giorni dopo”.
Nofer Ishai-Karen: “alcuni ufficiali NCO (Noncommissioned Officers)incoraggiavano i soldati a comportarsi brutalmente, e davano loro l’esemipio.
Il soldato “H” testimonia:
“dopo due mesi che ero a Rafah, arrivò un nuovo comandante NCO. La prima pattuglia, che lui comandava, era a ore 6. Rafah era sotto coprifuoco. Non c’era un anima per strada. Poi vide un bambino, circa 4 anni, che giocava con la sabbia nel cortile di casa. Il bambino stava costruendo un castello di sabbia. All’improvviso l’ufficiale, un ragazzo dei Corpi Ingegneri, corse per acciuffare il bambino. Noi gli andammo dietro. Prese il bambino e gli ruppe il gomito. Ruppe il gomito del bambino! Che io sia dannato se non sto dicendo la verità. Poi l’ufficiale camminò sullo stomaco del bambino 3 volte, prima di andare via. Non potevamo credere ai nostri occhi...ma il giorno dopo andammo di pattuglia con quel tipo, e i soldati cominciarono ad imitarlo...”
Cosa successe allora?
“Alcuni ragazzi non potevano sopportarlo. Il caso di abuso grave di tre adolescenti, che avevano la testa incappucciata e i piedi legati da parte di un sergente, li spinse ad avvisare l’ufficiale superiore. Quando arrivò il medico i ragazzi sanguinavano da tutte le parti, i vestiti erano intrisi di sangue, e tremavano dal terrore. Li avevano fatti inginocchiare come cani e avevano paura a muoversi. L’ufficiale venne punito con 3 mesi di detenzione. Ma il comandante di plotone difese l’ufficiale, e richiamò i soldati coscienziosi per “diffamazione del battaglione”.
Nofer Ishai-Karen: il valore sacro nell’esercito (Israeliano) è la ‘solidarietà tra combattenti’, cioè lealtà verso i camerata combattenti. Il battaglione proteggeva i suoi segreti, come una famiglia difende le sue ‘pecore nere’. I compagni considerarono ‘traditori’ i soldati coscienziosi, dice Nofer Ishai-Karen. La copertura fu completa quando i ‘bravi ragazzi’ vennero scomunicati e ostracizzati dall’intero battaglione. E l’ufficiale? Ha lasciato il paese, adesso vive negli Stati Uniti d’America. La maggioranza dei soldati di questi battaglioni ha lasciato Israele. Solo 5 o 6 sono rimasti in Israele.
Nofer ha studiato due battaglioni Eshbal e Eshkhar, e il secondo è risultato essere estremamente più violento, dice.
Alla fine torniamo a Ilan Vilenda, l’unico soldato che ha autorizzato Nofer a usare i suo nome per intero e anche a fotografarlo. Vilenda era un sergente incaricato delle ‘operazioni’.
La testimonianza di ILAN VILENDA:
“il nostro lavoro era picchiarli...personalmente ho picchiato un ragazzo, e un altro. Usavo le mani o il manganello. Picchiavamo più duramente gli adulti. Ci comportavamo come poliziotti ma agivamo fuori dalla legge. C’era questo palestinese che aveva la televisione a casa. C’era il campionato del mondo di calcio, e noi invadevamo casa sua per guardare le partite. Dopo un po’ non ne potè più, e ci disse di prendere il suo televisore e andarcene.
Io sono nato in un kibbutz, da una famiglia i cui valori erano umani, da “sionisti di sinistra”.
I palestinesi ci tiravano le pietre. Visto che all’inizio il mio impegno ideologico limitava le mie azioni, ho accumulato rabbia, e l’ho rilasciata violentemente. Doveva andare così. Eravamo lì ‘per fargliela (ai palestinesi) pagare. Le mie opinioni politiche sono cambiate. Adesso sostengo il Partito Nazional-Religioso di estrema destra”.
Dopo il suo congedo dall’esercito, Vilenda è stato arrestato a Goa, India, per possesso di LSD. “Io volevo servire il mio paese. Questo era il mio dovere...ma l’intero IDF (Israeli Defence Force, Esercito di Difesa Israeliano, ndr) sta eseguendo ordini illegali.
Chi è responsabile?
Il Generale Matan Vilna’i (che adesso è impiegato nello staff di Ehud Barak come vice Ministro della Difesa) era a quel tempo (durante le Prima Intifada) Capo del Comando Sud dell’IDF. Ha visitato spesso il nostro battaglione e discusso coi soldati, dice Nofer, ma...vedi...lo ‘Strumento del NEGARE e OCCULTARE’ era in azione...
A parte: l’Esercito Israeliano non provvedeva a training regolari per l’unità, nè ai soldati erano dati permessi regolari, o tempo libero per recuperare e riprendersi. I soldati intervistati hanno sostenuto che più a lungo agivano (contro i Palestinesi a Rafah) senza vacanze, più violenti diventavano nell’imporre la loro modalità di “Legge e Ordine”. Hanno lamentato che “i comandanti dell’Esercito erano consapevoli della deriva verso la violenza, e l’hanno incoraggiata allo scopo di risparmiare forza lavoro”.
NOTE:
il Generale Matan Vilna’i deve aver saputo cosa stava succedendo. Gli ufficiali di alto grado che hanno svolto servizio nella Cisgiordania occupata hanno espresso simili avvertimenti contro il comportamento dell’Esercito Israeliano. “Gli ordini lasciavano un ampio spazio, un margine...di intenzionale non specificata ‘zona grigia’, che incoraggiava il comportamento violento dei soldati” ha detto il Colonnello Riservista Elisha Shapira, che ha svolto servizio nella zona di Nablus nello stesso periodo. Ai soldati veniva detto “non colpita i palestinesi – ma portateli all’interrogatorio ‘con la testa gonfia’ – scoppiati’.
Gli eventi, che Nofer Ishai-Karen ha esplorato, sono avvenuti 17 anni fa. La situazione si è ulteriormente deteriorata da allora. Adesso l’Esercito Israeliano e l’Aviazione Generale dichiarano apertamente il loro orgoglio per le azioni di vendetta contro i civili palestinesi. Il Gen. Magg. Eliezer Shkeidi è stato orgoglioso di annunciare che i suoi piloti rompono il muro del suono sopra Gaza, creando bombe acustiche.
Questo causa gravi sintomi di Disordine da Stress Post Traumatico tra i bambini; hanno anche causato aborti tra le donne incinte. La distruzione indiscriminata della abitazioni palestinesi ha causato molte morti, recentemente, inclusi alcuni bambini. Forse da ultimo: il Gabinetto del Governo Israeliano, supportato da Washington, ha detto che toglierà elettricità e gasolio alla Striscia di Gaza.
[1] questa è una traduzione abbreviate di un articolo di Dalia Karpel intitolato
HAMEDOVEVET [=colui chef a parlare la gente]. L’articolo è apparso sul Hebrew Weekend Supplement, il 21 Settembre 2007. E’ basato su una ricerca accademica, che Nofer Ishai-Karen e il Prof. Joel Elizur, Psicologo, della
Hebrew University, hanno pubblicato su ALPAYIM Magazine Vol. 31.
[2] l’articolo non è stato tradotto in Inglese, e quindi NON è apparso sulla versione inglese di Haaretz.
[3] lo Psicologo Prof. Joel Elizur, della Hebrew University, che ha guidato
Nofer Ishai-Karen nella sua tesi di Master, ha prestato servizio come riservista al Dipartimento di Salute Mentale dell’Esercito Israeliano. Ma l’Esercito non gli ha permesso di svolgere ricerche sulla violenza tra i soldati israeliani. I ricercatori posseggono il materiale originale audio dell’intervista.
[4] per quanto sono a conoscenza, l’Esercito Israeliano non ha né accusato di singoli casi di abuso né di omicidio verso palestinesi alcun soldato di fronte a una corte appropriata.
Traduzione di C. Graziani da testo in lingua inglese
per Dedalus: a parte che ci sono continue giaculatorie sulle sofferenze dei poveri israeliani (ricordo che durante l'ultima invasione del Libano, mentre Israele distruggeva interi quartieri di Beirut, ci fu un servizio Tv strappalacrime su una famiglia che aveva perso i mobili del tinello colpiti da un vile razzo islamico), é un po' come sulla cosa della menoria della Moratti. Le bombe non sono mai simpatiche, ma c'é differenza fra quelle messe dai gap e quelle lanciate dai germanici; cos' oggi in Palestina. Non sempre gli invasi hanno tutte le ragioni, ma gli invasori hanno sempre e comunque tutti i torti.
Comunque, chi altro bombarda, oggi, oltre gli americani? chi é nemico della guerra, per forza di cose si ritrova nemico dell'America
A proposito: NCO si traduce con sottufficiale
Non sono d'accordo. E' vomitevole arrivare a pensare che le bombe che ammazzano israeliani siano "più lecite" di quelle che ammazzano palestinesi: invasori o invasi, chi muore alla fine è sempre la povera gente e nulla cambia perchè c'è sempre chi difende questo o quell'altro. Basta con questa ipocrisia! Chi ammazza un'altra persona è sempre nel torto a prescindere da qualsiasi "giustificazione", israeliani o palestinesi, invasori o invasi, che siano.
Forse fa parte di una strategia precisa: a suon di parlarne gli italiani si stuferanno del V-DAY.
"Chi ammazza un'altra persona è sempre nel torto a prescindere da qualsiasi "giustificazione", ..., invasori o invasi, che siano."
Che cazzata pazzesca.
"Chi ammazza un'altra persona è sempre nel torto a prescindere da qualsiasi "giustificazione", israeliani o palestinesi, invasori o invasi, che siano."
Mamma mia, dove siamo arrivati.
Ignoranza totale. Conoscenza dei fatti: zero. Consapevolezza: zero. Rackne, l'ipocrisia è tutta tua; sei ai livelli del mitico Guzzanti jr del "Caso Scafroglia"... Guerra: BRUTTO! Violenza: BRUTTO! :D
Che volete farci? Preferisco pensare con la mia testa che con quella del partito. Preferisco stare dalla parte delle vittime che ci sono da entrambe le parti che non invece credere a priori che il male sia tutto da una parte e il bene dall'altra. Se si cominciasse più a pensare alle vittime di questa guerra folle, più che a dimostrare chi ha ragione o torto, magari si farebbe un passo avanti. Se per la sinistra è un tabù dire che anche i palestinesi sono assassini (perchè non mi sembra che si imbottiscano di tritolo per festeggiare capodanno), non solo gli israeliani, siamo messi davvero male...
P.S: @darth wanax
Ne riparleremo quando ti troverai un giorno anche tu un familiare morto per una guerra che non hai voluto tu. Collega il cervello prima di parlare la prossima volta. Grazie.
"Se si cominciasse più a pensare alle vittime di questa guerra folle, più che a dimostrare chi ha ragione o torto, magari si farebbe un passo avanti."
Interessante, Rackne. Dunque ragione e torto son concetti inutili, superati. Ma secondo te la giustizia a che serve? In teoria, a stabilire chi ha ragione e chi ha torto. Il problema è che qui di giustizia non se ne vede, si vede solo la guerra, e le guerre stabiliscono soltanto chi è il più forte: e il più forte è INDISCUTIBILMENTE l'esercito israeliano, supportato dagli USA e coccolato da mezzo mondo.
E' evidente che se si è contro guerra e militarismo non si può che stare sempre dalla parte delle vittime civili, ma non si possono chiudere gli occhi per non vedere cosa sta dietro alla realtà di guerra e terrorismo. Ti ricordo che qualcuno a destra si indigna per il fatto che Emergency cura anche le vittime tra le file dei Talebani. E ti ricordo che gli USA son riusciti a far distinzione anche tra le vittime, quando serviva a giustificare il massacro della popolazione libanese: "L'ambasciatore americano Bolton: morti civili libanesi non moralmente equivalenti alle "vittime del terrorismo""
http://italy.indymedia.org/news/2006/07/1115395.php
...Chissà perchè, eh?
Ancora pensiamo che la ragione sia tutta da una parte o dall'altra? Finchè lo penseremo, l'umanità si scannerà. Ci sono sempre ragioni da entrambi i lati di un dissidio/dibattito/conflitto, e noi ci limitiamo ad adottare quelle che condividiamo. Dovrebbe solo sfiorarci il dubbio che se *assolutizziamo* stiamo sbagliando... E' la cosa più difficile del mondo ma l'unica utile.
"invasori o invasi, chi muore alla fine è sempre la povera gente "? quindi facevano male i partigiani, malissimo i vietcong, per non palrare dei resistenti iracheni e afgani?
a me non piace alcun governo e nessunissimo stato: tuttavia troverei particolarmente insopportabile che qualcuno venisse da chissà dove a decidere questo e quello.
Trovo sbagliato che qualcuno sia trattato da straniero dappertutto: ma mi pare particolarmente odioso che qualcuno venga da fuori a trattare da straniero me che sono sempre stato qui.
Per dire che le bombe non vanno bene, occorrerebbe trovare un discorso capace di farsi ascoltare dagli invasori. Per ora, si vedono poche alternative, o sbaglio?
aspetta: dire che il male sta tutto da una parte, é un'assurdità. Ma che invece da una parte (nello specifico, Israele, gli Usa, etc) ci sia solo male, solo abuso, solo prepotenza, solo inciviltà, solo inumanità, mi pare, oltre che teoricamente possibile, assolutamente verificabile. A te pare che gli Usa abbiano anche le loro ragioni in Iraq? e quali?
segnalo queste interessanti riflessioni di Mario Agostinelli a proposito del fenomeno Grillo
“La prima considerazione che mi sembra si possa fare riguarda la sconfitta dei media. Giornali e tv hanno ignorato a lungo il movimento e il consenso che Grillo stava raccogliendo intorno a sé e che non faceva certo mistero di voler trasformare in azione politica. I media (e con loro i politici) pretendono di essere gli unici ad avere il diritto di definire gli ambiti della politica, tagliando, oscurando quanto non rientra nell’orizzonte della loro “certificazione.Invece la piazza, le persone, i cittadini hanno dimostrato con i girotondi prima, con Grillo e i suoi 300.000 ora che quando vogliono possono irrompere nel recinto della politica ufficiale e “calpestare le aiuole” come meglio credono, imponendo all’attezione di tutti temi diversi da quelli che i professionisti della politica avevano previsto.
La vicenda Grillo – ma gli esempi possono essere molti – è emblematica di come i professionisti dell’informazione italiana esercitino anche loro un potere: quello di definire a priori ciò che è importante e ciò che non lo è. Ed è molto raro che da parte loro ci siano atti di coraggio, azzardi: raramente anticipano quello che si sta muovendo nella società. Spesso ignorano. In questo non sono differente dai partiti, dalla politica ufficiale: chiunque tenti di ridefinire l’agorà al di fuori di una logica riconosciuta, viene “oscurato” dai meda che si sentono autorizzati a rilasciare una sorta di lasciapassare. Grillo e le persone scese in piazza al suo appello hanno rotto questo meccanismo: Un uso intelligente e determinato della rete e del blog ha consentito a Grillo di aggirare il filtro di questo quarto potere.”
http://www.unaltralombardia.it/?p=117#more-117
Se vogliamo parlare di giustizia, questa si basa sul diritto, non sulla ragione o il torto. Io posso far fuori una persona perchè quella ha ammazzato un mio conoscente: io avrei ragione, ma non ne ho il diritto e questo mi rende punibile. Che i palestinesi abbiano il diritto di vivere nelle loro terre e difenderle, non ci piove, ma il diritto di ammazzare qualcuno, mi spiace, non te lo dà nessuna legge. Nè a loro nè tantomeno agli israeliani. A meno che non si intenda quella di legittima difesa, ma non mi sembra che i kamikaze rientrino in questa fattispecie. Alcuni israeliani sono degli assassini. Bene, anche alcuni palestinesi lo sono. E'questa la nuda verità. Ovvio, siamo in guerra. Sul merito della resistenza non ci piove, ma quello che con il mio commento volevo scuotere era un'altra cosa: l'idea malsana incarnata in certa parte della sinistra che se in questa guerra muoiono israeliani è tutto ok, se invece sono i palestinesi a morire tutti a stracciarsi le vesti. In realtà bisognerebbe farlo per entrambi.
I morti sono morti, tutti uguali: non ci sono morti di serie A o serie B, rendetevene conto. Le persone che perdono i loro cari provano tutte lo stesso dolore da entrambe le parti del conflitto. Così lo fu anche per le famiglie dei partigiani e quelle dei tedeschi, che vi piaccia oppure no. Anche perchè alla fine, ripeto, chi muore? Non chi decide di mandare i carriarmati o arma i kamikaze, ma sempre e solo la povera gente di entrambi gli schieramenti che da una parte ha l'obbligo di obbedienza verso lo stato, dall'altra viene spinta alla morte dalla disperazione, prendendo comunque con sè anche altre vite innocenti. In questa situazione in cui entrambe le fazioni vogliono avere ragione, solo considerando l'unica cosa che accomuna le due parti in guerra e cioè le vittime di guerra è possibile gettare le basi per un vero trattato di pace duraturo, altrimenti fra 100 anni saremo qui ancora a discutere di nuove ragioni e vecchi torti o viceversa.
"Alcuni israeliani sono degli assassini. Bene, anche alcuni palestinesi lo sono. E'questa la nuda verità."
Ma quale verità...! Continui incredibilmente a non concepire le responsabilità dei governi in questa mattanza. Finchè continuerai a considerare i singoli uomini cattivi, i singoli uomini buoni e le rispettive famiglie sofferenti, potremo anche provare gli stessi sentimenti e trovarci d'accordo, ma non arriveremo da nessuna parte. Cosa ce ne frega se "così lo fu anche per le famiglie dei partigiani e quelle dei tedeschi, che vi piaccia oppure no"...non è questione di piacere o non piacere, è questione che i tedeschi avevano un ruolo ben preciso in quella guerra, i partigiani tutt'altro, e le famiglie e le lacrime non c'entrano un fico! O vogliamo equipararli perchè in fondo...erano tutti esseri umani?!
"l'idea malsana incarnata in certa parte della sinistra che se in questa guerra muoiono israeliani è tutto ok, se invece sono i palestinesi a morire tutti a stracciarsi le vesti. In realtà bisognerebbe farlo per entrambi."
Senti Rackne, queste sono idiozie. Punto.
Ti ricordo inoltre che alle guerre partecipano oltre ai soldati volontari anche i mercenari, i quali non hanno affatto "l'obbligo di obbedienza verso lo stato" e se si ritrovano lì è per fanatismo o per soldi; eppure qui - chissà perchè - si va oltre l'umana pietas, li si considerano eroi, anche quando si tratta di fascisti belli e buoni.
Insomma, c'è davvero troppa confusione, e a costo di sembrare cinico ti dico che i buoni sentimenti non aiutano a fare chiarezza. La domanda che bisogna farsi piuttosto è sempre: chi ci guadagna da tutto questo? Nessuna guerra scoppia per caso.
non é la giustizia che si basa sul diritto; ma, ovviamente, é il diritto che deve basarsi sulla giustizia. Poiché oggi così non é, nè sul piano locale né su quello globale, la giustizia é nemica di quello che si pretende come diritto. In Palestina, in Italia, all'Onu, in ogni singola parte del mondo.
Quindi non solo la legalità non é giustizia, ma é precisamente ingiustizia, iniquità, arbitrio e tirannide.
Ogni liberazione, d'altronde, in ogni epoca storica, si é prodotta contro il diritto vigente. A Varsavia erano le SS nel diritto, gli ebrei fuori. In via Rasella, erano i poliziotti del Bozen Bataillon ad avere diritto di marciare e i gappisti a portare la giustizia. Idem oggi, in Iraq, in Palestina, e dove ti pare. Sarkozy é il diritto, le banlieues la giustizia e la libertà.
Perché giustizia e libertà esistono unicamente come sinonimi.
Nè vale il discorso che i morti sono tutti povera gente, mandata e costretta. Da una parte, c'é chi obbedisce, indossa la divisa dell'infamia, marcia dietro le bandiere: chi fa questo merita tutto quel che gli tocca, perché abdicando alla propria libertà, ha cessato di essere un uomo libero; dall'altra c'é chi si assume la responsabilità di agire per ciò che crede meglio. I fascisti, i poliziotti, i militari sono gente asservita, la cui morte é un fatto solo privato, e che difatti vengono pianti solo dalle loro famiglie e da servi analoghi a loro. Chi insorge per la libertà, muore per tutti.
In certo qual modo gli uni e gli altri non muoiono davvero, i primi perché già morti; i secondi perché la loro passione vive per sempre.
Infine, in Palestina le due parti vogliono avere ragione, peccato che una, la palestinese, avrà pure i suoi torti ma l'altra, l'israeliana, di ragioni non ne ha neppure una.