non ho capito se è la cultura che salverà l'italia o saranno le associazioni culturali a farlo.
"Un’associazione che nel tempo ha sperimentato nuovi linguaggi, dato voce a temi e diritti emergenti, sempre al centro del dibattito culturale del paese, antenna sensibile alle trasformazioni della società, fucina di idee, laboratorio di educazione popolare e di creatività."
E che poi è finita, almen dalle mie parti, a locali con tessera arci, gruppi ska di ordinanza, buttafuori e gente alternativa che è convinta che prendendo una birra lì invece che altrove (allo stesso prezzo, tra l'altro) sia fare politica.
Alla fine i locali arci sono meno zozzi di un centro sociale, ci puoi andare anche se non sei comunista e nessuno ti rompe le palle se non sei contro la guerra. Il resto? sporadiche apparizioni in piazza, magliette con scritte irriverenti, sciarpe e borsette pseudo-etniche, al venerdì l'iniziativa intellettuale e al sabato quella per i gggggiovani....
ho l'idea che anche all'interno dell'arci ci sia (e da tempo) una gran differenza tra chi vi adersice (aderiva) come movimento e chi ne fa(ceva?) business, locali, circoli e sponsorizzazioni...
una specie di azione cattolica con canne e dischi di manuchao in vendita...
magari nellle grandi città è diverso...
le parole sopra riportate sono interessanti e lucide ma personalmente non vi trovo parecchio riscontro almeno dalle mie parti anche perchè comunque è una cultura, intrattenimento, svago, arte che continuano ad essere a pagamento anche se invece che solo un calcio in culo in cambio si ricevono un calcio in culo ed un chinotto...(parafrasando benni)
Magari mi sbaglio...è qualche mese che non frequento più luoghi del genere, nonostante io continui a ritenerli i meno peggio, pur non sapendo più perchè...
neuro, per molti versi hai ragione.
semplicemente in italia non esistono centri sociali per i giovani (se non quelli che giustamente sono stati presi con le occupazioni).
infatti, a differenza del resto d'europa, in italia si presume che i giovani o vanno in discoteca o in patronato. non e' previsto altro.
ergo, qualsiasi luogo di aggregazione che non sia fetidamente cattolico o stupidamente commercial-modaiolo e' meglio del nulla.
con tutti i pesantissimi limiti che hai esposto.
purtroppo la classe politica dominante oltre che abbruttita per evidenti motivi ideologici e anagrafici e' anche estranea alla cultura che si respira nel resto d'europa.
@@ Solo la cultura salverà l’Italia
di Paolo Beni (presidente dell'ARCI) - sezione cultura
NON metto in dubbio ciò che dici nel tuo papiello,
certamente dici cose giuste.
Il problema italiano urgente impellente strategico e via cosi',é la questione morale a tutti i livelli.
se si,se si,se si,dovesse risolverlo "il problema" avremmo posto le basi per un vivere in un paese giusto e civile.
Fuoridisenno, sono d'accordo che la crisi numero uno in Italia e' quella morale. Pero' e' anche vero che se la persona media non fa un po' di sforzo per emanciparsi, leggere, viaggiare, guardare piu' in la', la crisi morale non si risolve. Perche' l'humus in cui mediamente si vive in Italia e' marcio, e se le tue frequentazioni sono Miss Italia e Gente nessuno te lo fa capire. Per esempio, tremo al pensiero di quale sarebbe stato il mio orizzonte culturale - e anche morale - se non avessi imparato bene qualche lingua straniera.
Che poi la soluzione siano le bancarelle etniche dell'arci e' tutto da vedere.
"Alla fine i locali arci sono meno zozzi di un centro sociale, ci puoi andare anche se non sei comunista e nessuno ti rompe le palle se non sei contro la guerra."
Non tutti i centri sociali sono zozzi, dipende da chi se ne occupa: mai pensato di occupartene tu? Entra chiunque (con pochi soldi in caso di concerto), a meno di non avere cranio rasato e celtica tatuata sul braccio; e personalmente non sono comunista. Ma se non sei contro la guerra è meglio che te ne stai a casa sul divano a guardare il TG4, invece di polemizzare.
Sulle opinioni sull'Arci, invece, tendenzialmente concordo.
Secondo me l'amico dell'arci non sta friggendo aria (come potrebbe sembrare ad una prima lettura) ma battendo cassa a contributi pubblici. Il tutto, ovviamente, con alate e burocratiche parole in politichese.
dedalus pero' vive in un mondo ideologizzato tutto suo, tra l'autismo e le droghe sintetiche.
mi pare quei giornali di destra che si inventano contributi pubblici anche ai csoa per far arrabbiare i borghesoni del centro e farli votare a destra sull'onda dell'indigliazione.
peccato che sian panzane
Mi sfugge quello che ti passa per la mente.
Pensi che non sia vero?
Che la sbrodolata del presidente arci sia retorica congressuale e basta?
Mi pari ingenuotto..(oppure ci fai?)
ma di cosa si parla?
i circoli arci non fanno politica.
Sono banali locali, quando uno vuole aprire un locale decide se farlo arci, così ha un tot di agevolazioni (vedi gruppi musicali). Fine.
Nei locali Arci che ho visto c'erano fior di gestori di destra, ne sono sicuro.
Si torna al punto. cioè la paritocrazia.
Fare attività culturale indipendente in Italia è quasi impossibile (a meno che si faccia una bella occupazione ;-).
Per chi non lo spaesse l'arci era il braccio culturale del Pci.
Così per aprire un locale o un'attività ed essere tutelati dagli abusi comunali o questurini, ci si federva in Arci.
Perchè se no ti chudevano il locale....
Ancora adesso è così. Ergo l'arci è un cappello tutto politico, anzi partitico per poter fare attività.
è l'Italia bellezza...
E fino a qualche anno fa in Italia esistevano solo dc psi e pci....
Oggi nasce il partito democratico e l'Arci guarda a caso punta gli occhi porpio li.
Per neuro vorrei solo dire che ci sono centri sociali che non sono così zozzi, e dove forse la zozzeria è più apparente che reale, il contrario di quello che accade altrove.
Tutto lindo, ma sotto sotto....