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Alberto Biraghi
Il confronto
Marilena Adamo, capogruppo dell'Ulivo a Palazzo Marino: «La stragrande maggioranza dei tifosi di San Siro vive lo sport senza violenze e intolleranze. E sono questi i primi a volere l’isolamento dei violenti».
Roberto Donadoni, ct della nazionale italiana: «Ho visto le immagini di Bergamo, quei tifosi che rompevano una vetrata per interrompere una partita, e poi si facevano fotografare lì come fosse un trofeo: questo è il segno di che valori abbia certa gente. E anche questo, a suo modo, è una tragedia»
Alberto Grancini, Assessore alla sicurezza in Provincia di Milano: «Questi signori non hanno scelto a caso i loro obiettivi: a Milano i manifestanti hanno cercato di entrare nella sede Rai, picchiato operatori al seguito delle troupe giornalistiche, sia della tv pubblica che di Mediaset. Episodi che in futuro nessuno di noi vorrebbe più vedere. Non è più possibile che la collettività continui a pagare i danni, anche materiali, di questi mascalzoni»
E' interessante confrontare i commenti dei maggiorenti sportivi e politici sulle violenze del calcio di queste ultime ore con quanto si dice di Genova 2001.
In realtà quello di ieri è stato solo un picco in una consuetudine di violenza e saccheggi ormai abituali nelle domeniche di campionato grazie a decenni di risse di regime. Rispetto alle imprese dei tifosi nelle stazioni ferroviarie di mezz'italia, il peggio di Genova 2001 fa ridere. Eppure quelli di Genova 2001 erano tutti "no global sfasciavetrine", mentre qui che c'è di mezzo il calcio è tutto un distinguo ("questi non sono VERI tifosi", i "pochi delinquenti", "la stragrande maggioranza dei tifosi vive lo sport senza violenze", eccetera). E la cosiddetta sinistra è sempre in prima linea.
E allora, come al solito, una manciata di poveri cristi sarà data in pasto all'opinione pubblica rintronata dalla Domenica Sportiva. Tanto un sasso che "ha deviato devia la traiettoria del proiettile" si trova sempre.