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Alberto Biraghi
Meo Patacca
«Prendete carta, penna e, in lettere, segnatevi questo numero: otto milioni. Ecco le firme degli italiani che seppelliscono Romano Prodi e il suo esecutivo. Qualcosa come cinquemila o poco meno cittadini che, in ogni minuto degli ultimi tre giorni, hanno messo nero su bianco la loro voglia di mandare a casa questo governo senza inciuci né accordi istituzionali».
8milioni di firme in tre giorni sono circa 1.800 firme al minuto. Non 5mila, come scrive Gianandrea Zagato su Il Giornale della famiglia Berlusconi, ma restano comunque un bel po'. Vuol dire che per tre giorni, 24 ore su 24, dalle tre del pomeriggio alle tre del mattino, 1.800 persone si sono prese la briga di andare a sottoscrivere un documento in cui si dice che un ipotetico terzo governo di Berlusconi sarebbe meglio del secondo governo Prodi.
Questa delle firme "per far cadere il governo" si avvia a diventare la più clamorosa patacca nella storia della repubblica italiana. Di gran lunga più clamorosa della altrettanto patacca degli oltre 4 milioni di voti nelle cosiddette primarie organizzate dal centrosinistra nell'ottobre 2005. La politica italiana si avvia a consolidare il proprio primato come luogo privilegiato di patacche.
L'amico e collega Zagato scrive alle 21:30 di oggi per precisare: «Caro Alberto, otto milioni di firme spalmate su 24 ore fanno - calcolatrice alla mano - poco meno di cinquemila. Ventiquattrore perché la tre giorni di raccolta firme anti-Prodi si è svolta dalle 10 alle 18, orario continuato».
Prendo atto delle 24 ore, stupito che Silvio si sia piegato a orari sindacali. Perdiana, otto ore di lavoro al giorno sono roba da comunisti! Mi aspettavo che il Cammino verso il Paese delle Libertà implicasse giornate lavorative di 24 ore, minimo.