Le vespe cocchiere
È davvero seccante, per chi sognava di inaugurare il Pd con un bell’inciucio, che le intercettazioni Raiset abbiano riportato alla ribalta lo scandalo del conflitto d’interessi. Tant’è che, al solito, il problema sono diventate le intercettazioni e non il loro contenuto. Claudio Petruccioli, divenuto presidente della Rai in seguito a una visita a casa Berlusconi, addita il vero pericolo che incombe sul servizio pubblico, anzi sul servizietto privato: “i professionisti dell’anti-inciucio”. Giuseppe Caldarola regala un’intervista al Giornale berlusconiano per invitare tutti ad analizzare la questione con «una bella borsa del ghiaccio sulla testa». Ma Caldarola è un giornalista prestato alla politica, che fortunatamente non l’ha più restituito. Dunque, anziché augurarsi che le notizie escano, possibilmente tutte, invoca «interventi per fermare l’ennesima fuga di veleni». Un po’ come fa Liberazione, che denuncia due scandali: la berlusconizzazione della Rai e la pubblicazione delle telefonate che la dimostrano. Come se ci fosse qualcosa di scandaloso nel legittimo e doveroso lavoro dei colleghi di Repubblica che han raccontato notizie vere in base a documenti ufficiali, non più coperti da segreto. Caldarola sposa in pieno le corbellerie del senatore Paolo Guzzanti (altro giornalista prestato alla politica, si spera in esclusiva) sullo stesso Giornale e da Bruno Vespa sul Gazzettino: è normale che i direttori di giornali e tg si consultino per «concertare». Avvenne anche ai tempi del terrorismo e di Tangentopoli. Alle vespe cocchiere sfugge un particolare da niente: lo scandalo non è che i direttori si telefonino, ma quel che si dicono. Ai tempi di Tangentopoli e del terrorismo, quando circolavano notizie e indiscrezioni spesso incontrollate che potevano mettere in pericolo, rispettivamente, la democrazia e le vite umane, i direttori si consultavano per dare le notizie nel migliore dei modi, senza cadere in trappole né avallare polpette avvelenate. Cioè per informare nel modo più attendibile possibile. Ora, dalle intercettazioni, risulta che dirigenti Rai infiltrati da Berlusconi concordavano con Mediaset e lo staff del premier come occultare, edulcorare, mascherare, ritardare, falsificare le notizie, a maggior gloria del Capo. Tant’è che i suddetti dirigenti Rai sono tutti ex assistenti, segretari, visagisti, deputati dello stesso Silvio, non giornalisti interessati a servire i cittadini. Caldarola, che negli ultimi anni deve aver vissuto molto all’estero, respinge come «grottesco» il sospetto di «una regìa in questa consultazione»: che cioè Berlusconi, «chiuso in una stanza, faccia il burattinaio della storia italiana, decidendo i dettagli dei programmi o i titoli». Ecco, questo proprio no: è un’orrenda calunnia inventata dai nemici dell’inciucio,anzi della «pacificazione fra due eserciti che sono stati in guerra». Capìta l’antifona? Un ducetto occupa militarmente la Rai epurando giornalisti, attori e soprattutto notizie, sostituendo quelle vere con quelle false. E alla fine salta su il Caldarola di turno a invocare «la pacificazione fra gli eserciti in guerra»: le vittime chiedano perdono ai carnefici, i censurati si scusino con i censori. Naturalmente è la stessa teoria del Cavaliere e dei suoi cari. I quali però si possono capire: di servi sciocchi e furbi è piena l’Italia. Poi c’è il sen. Polito margherito. Vorrebbe una commissione parlamentare d’inchiesta, ma non sullo scandalo Raiset: «sull’ uso improprio delle intercettazioni». E teme «un’inchiesta giudiziaria a orologeria per fini politici». E scrive tutto ciò sul Foglio di Berlusconi. Vespa, che pubblica i libri con Mondadori (Berlusconi- Previti),scrive impavido: «Ha ragione Confalonieri: la nuova guerra contro Berlusconi è solo all’inizio», ma «del polverone resterà solo un mucchietto di polvere». Con qualche insetto che ci ronza sopra, s’intende. Non si accorgono, le vespe cocchiere, che più parlano, più confermano lo scandalo del conflitto d’interessi. L’altroieri, a Otto e mezzo, Ferrara & Armeni intervistavano Berlusconi. Lui, stipendiato da Berlusconi, definiva «strepitose» le sue ultime mosse. Lei invece le giudicava soltanto «geniali». Infatti, è quella di sinistra.