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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Ammazza un bastardo
Parigi si tinge di viola a primavera. E’ la campagna di un gruppo rivoluzionario,
il Soviet, che incita a far fuori un bastardo. Il loro manifesto viola invade la città in ogni arrondissement:
«Ovunque siate, chiunque siate, c’è un bastardo che vi rende la vita impossibile. Ammazzatelo». All’ora x il primo morto, a cui ne seguono altri, compreso un suicida che si cosparge di benzina e si dà fuoco accanto a un cartello con la scritta:
«Sono un bastardo».
Dalle note di copertina:
«Il giorno seguente un’onda di attentati, violenti e non, si abbatte sul paese. Un senatore viene ucciso, le indagini della polizia seguono a fatica le mosse dell’organizzazione, che riesce a mettere in atto azioni clamorose e provocatorie (come la tinteggiatura in viola delle facciate di un intero quartiere). Il governo trema, il Soviet dichiara la paternità delle operazioni».
Ammazza un bastardo, romanzo sovversivo e post-situazionista (è dedicato a Mesrine, icona illegalista degli anni Settanta) è scritto da Colonel Durruti, nome collettivo con cui Emmanuel Jouanne e Yves Frémion firmano una nuova serie di polizieschi sovversivi intitolata Il Soviet, inaugurata da questo feroce romanzo noir che volge al viola. Amore a prima vista, piacevolmente confermato dalla lettura.Uno strepitoso
instant classic per chi è all'altezza di apprezzarlo.
C'è una recensione anche
su Carmilla.
09.12.07 18:46 - sezione
libri