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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Residui tossici: la vendetta di Bettino
ROMA — «E' la vendetta di Bettino». Lo sussurrano ridendo amici, ex compagni di partito e di coalizione, antichi nemici, e parenti di Craxi riuniti nel cinema Embassy per assistere alla proiezione del documentario sul leader socialista. Il governo Prodi è morto da pochi minuti e tra le poltrone di velluto torna a nascere la speranza della rivalsa. C'è l'ex triunviro del Caf Arnaldo Forlani e nella stessa fila l'ex vicepremier Gianni Letta, l'azzurro Sandro Bondi, la figlia di Craxi Stefania e i nipoti. Ci sono anche Cesare Previti, Francesco De Lorenzo e Franco Carraro, gli ex ministri Claudio Scajola e Beppe Pisanu, Elio Vito e Assunta Almirante.
Festeggiatissimo Lamberto Dini. Il presidente Ciampi arriva con la moglie Franca e a chi gli dice «è caduto il governo», allarga le braccia. Ignazio La Russa (An) ha i coriandoli sui capelli. Lo segue Maurizio Gasparri.
Elettrizzata Margherita Boniver. Poi tutto si ferma e la platea applaude a scroscio. Sta arrivando Silvio Berlusconi. E' in ritardo di un'ora ma non basta ancora per essere il «dulcis in fundo». C'è ancora la poltrona vuota del presidente del Senato, Franco Marini, che arriverà di lì a poco. E una voce fuori campo annuncia che il segretario Veltroni arriverà a film iniziato. Ma alla fine della proiezione il suo posto è ancora vuoto. L'incontro delle larghe intese è rinviato. Intanto Berlusconi si gode la folla.
E ricorda Craxi: «E' stato un grande politico, vittima della demonizzazione dei comunisti che sono abituati a demonizzare gli avversari con le loro procure, i loro giornali, i loro mezzi di informazione». «Ora è in corso un processo di riabilitazione», «ma comunque è stato l'unico politico che in quel sistema di finanziamento illecito ha avuto il coraggio di denunciarlo in Parlamento».