Invece la deontologia professionale dei giornalisti della tv ci salverà tutti. A mezzogiorno non una parola su tg1 e tg2, rete4 e canale5. Quelli di radio popolare però l'
hanno mandata come prima notizia e hanno trattato l'argomento in maniera equilibrata. Probabilmente il Corriere ha un informatore in procura e si sbilancia. RadioPop fornisce la notizia. La tv, per ora censura. Se il Corriere ha ragione e le intercettazioni sono quelle riportate sul sito non si capisce perchè Dell'Utri non sia ancora indagato e non abbia ancora ricevuto un avviso di garanzia. Cosa aspettano? Non vogliono essere accusati di giustizia ad orologeria?
Come risulta da
Rainews24: "Una fuga di notizie come quella di oggi, in una situazione cosi' delicata, rischia di avere effetti patologici sul buon esito dell'inchiesta". Lo ha detto il pm della Dda di Reggio Calabria Roberto Di Palma, titolare dell'indagine sui presunti brogli nel voto degli italiani in America latina."
Quindi volevano semplicemente aspettare. Ovvio, le logiche della magistratura non sono quelle della politica. E fin qui ci siamo. Ora però c'è stata la fuga di notizie e sembra chiaro che Dell'Utri non aveva ancora ricevuto l'avviso di garanzia per non compromettere l'inchiesta. Volevano insomma prenderlo con le mani nella marmellata.
"Le inchieste - ha aggiunto Di Palma - non dovrebbero comparire sui giornali prima che si concludano. Oggi siamo in una fase patologica della vicenda provocata proprio dalla fuga di notizie. L'esito dell'inchiesta rischia di essere compromesso perche' sono stati pubblicati particolari che non dovevano assolutamente venire fuori. Non mi interessa tanto il problema del condizionamento del voto, perche' e' un punto di cui abbiamo parlato per tempo col Ministro dell'Interno e ritengo che quello che dovevano fare, a livello di prevenzione, sia stato fatto, come ha detto Amato. Sono problematiche che non mi riguardano Quello che mi interessa e' il resto dell'indagine, che adesso e' tutto compromesso".
Il ministro dell'interno Amato sa tutto e, come dice sempre il
Corriere, i consolati sono stati allertati della possibilità di brogli.
Per
concludere:" Ma forse sarà meglio attendere fino a martedì perché solo allora, dopo le elezioni, si insedierà il nuovo procuratore dello Stretto, Giuseppe Pignatone, in arrivo da Palermo. Lo stesso che coordinò l'inchiesta su Bernardo Provenzano, il padrino arrestato da Enrico Cortese, proprio il funzionario frattanto promosso Capo della Mobile a Reggio e timoniere dell'inchiesta che coinvolge Micciché. Una coppia palermitana ricostituita per lui. E in qualche modo pure per Dell'Utri".
La magistratura si trova spiazzata dalla fuga di notizie.
I giornalisti, forti della mancanza di avvisi di garanzia per Dell'Utri e sotto pressione politica evidentemente fortissima, se ne sbattono e non danno la notizia.
La logica è perversa. La procura non manda l'avviso di garanzia per non compromettere le indagini che evidentemente allo stato attuale possono ancora essere inquinate (e lo saranno ormai, sopratutto politicamente).
I giornalisti, visto che non c'è avviso di garanzia, decidono di non parlarne. Se ne riparlerà dunque dopo le elezioni, martedì. Elezioni che probabilmente vincerà Berlusconi. E a quel punto sarà troppo tardi. Si tratterà solo di giustizia ad orologeria e di magistratura comunista.
Se la notizia dei brogli non andrà in tv sarà vera censura che, indipendentemente dalla riuscita dell'operazione di falsificazione del voto in sud america, potrebbe essere decisiva. Notizie di questo tipo infatti cambierebbero, o almeno dovrebbero farlo, gli equilibri politici.
Dell'Utri è il numero 2 di Berlusconi ed il fondatore di Forza Italia.
Pochi giorni fa, secondo Peter Gomez, avrebbe "chiesto" sottilmente il voto alla mafia siciliana.
Alle 15:31 a pagina 103 del televideo Rai non si parla dei brogli all'estero e nemmeno a pagina 120 (politica).