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Alberto Biraghi
Le più perfette e vecchie logiche della nomenklatura
«Walter Veltroni, come ho scritto un mese fa, aveva la possibilità di ribaltare il risultato, o quantomeno di ridurre il margine di sconfitta. Ma per farlo avrebbe dovuto presentare delle liste di candidati radicalmente nuove, prive di condannati ed inquisiti, piene di giovani e di amministratori locali radicati sul territorio. Solo così avrebbe potuto rimarcare le differenze con lo schieramento avversario. E condurre, come si fa nelle democrazie mature, una campagna elettorale d'attacco. Che questa fosse l'unica strada percorribile lo dimostra quello che è accaduto in Sicilia, dove la donna di apparato Anna Finocchiaro, è riuscita a raccogliere il 15 per cento di consensi in meno, rispetto a quanto aveva fatto Rita Borsellino nel 2006. Invece la novità non c'è stata, e il centrosinistra ha perso. Di brutto. Veltroni farà tesoro della lezione? Per il momento c'è da dubitarne. La discussione che si è aperta nel Pd per la sostituzione di Prodi sulla poltrona di presidente del partito, lascia presagire il peggio. Quel posto è infatti reclamato a gran voce dagli uomini di Franco Marini e Massimo D'Alema, i quali vogliono sbarrare la strada a Rosy Bindi. E il tutto si sta svolgendo all'interno delle più perfette e vecchie logiche della nomenklatura».
di
Peter Gomez