Lo chiamano "essere responsabili"
A leggere i commenti post-elettorali dei capibastone del PD vien da plaudire
a Giuliano Ferrara, che ha avuto il buon gusto di dichiarare "gli italiani
mi hanno spernacchiato" a suggello del computo delle schede. Perché loro no,
loro che hanno perso le elezioni in modo che perderle di più non si poteva,
loro che hanno perso il sindaco di Roma in maniera che perdere di più si
sarebbe potuto fare soltanto barando all'incontrario, loro no: abbiamo fatto
bene, così si doveva fare, l'esito dimostra che la nostra linea è quella
giusta. Vedrete, vedrete che meraviglie. In fondo, nulla di nuovo. Da che
mondo è mondo chi vince ha vinto e chi ha perso ha vinto lo stesso, o perché
ha perso di meno di quanto si prevedeva, o perché ha rimontato dalla
precedente sconfitta. Son soddisfazioni.
Ma queste cose, appunto, le fanno i capibastone ed è normale. Quello che non
è normale, e che anzi preoccupa, è che le facciano i palafrenieri. Un giro
nei blog dei vari e improbabili comprimari (non nei giornali, perché lì mica
ce li mandano, e comunque non ce li mandano da soli), dei maniscalchi i
migliori dei quali erano addirittura candidati, ma in posizioni tali che per
essere eletti avrebbero dovuto ammazzare di persona mezza lista, e l'aria è
la stessa. Abbiamo perso perché abbiamo fatto bene, adesso largo ai giovani
ma senza rinunciare ai capataz, l'importante è aver staccato la zavorra
della sinistra radicale.
Se quelli son poco seri, questi sono come i muli, buoni solo a tirare la
carretta dove il padrone dice loro di tirarla. Non gli servono manco i
paraocchi, perché si fanno vanto di aver la visione tubolare, di essersela
costruita da soli a dovere.
Poi, siccome gli va di fare come gli opinionisti (che sono quelli che danno
opinioni senza che nessuno gliele abbia chieste), si piccano di saper fare
analisi e soprattutto distinguo: non è tutto così, la tua visione è
semplicistica, il massimalismo, le vuote ideologie sorpassate dal progresso,
il verdetto della storia.
E servi sono e servi resteranno, perché l'unica cosa che sanno fare è
servire. Perché gli piace, anche. Lo chiamano esser responsabili, saggi,
avveduti.