Bettino e la storia dei falsi dossier
di Diego Novelli
Il vizietto, tutt'altro che «assurdo», dello spionaggio illegale degli avversari politici, ha una lunga tradizione nell'Italia democratica post unitaria. Gaetano Salvemini ha scritto memorabili pagine nel suo Il governo della malavita riferito al Gabinetto del liberale di Dronero Giovanni Giolitti. Ma a quei tempi questa illecita attività veniva svolta con mezzi rudimentali, direi manuali, de visu, attraverso infiltrati, che servivano il potere costituito come nelle roventi settimane del settembre del 1864 quando, segretamente, era stato deciso il trasferimento della capitale da Torino a Firenze.
L’allora presidente del Consiglio Marco Minghetti ed il suo ministro dell'Interno, Ubaldino Peruzzi (futuro sindaco di Firenze), fecero spiare tutti, dal sindaco della città il marchese Luserna di Rorà, ai parlamentari dell'opposizione, ai giornalisti come Giovanni Botero, fondatore del quotidiano l'Opinione eppoi direttore della Gazzetta del Popolo, servendosi di agenti provocatori reclutati anche tra la malavita, concorrendo a produrre la prima strage di Stato dell'Italia unificata, con decine e decine di poveri cristi massacrati nelle centralissime piazza San Carlo e Castello.
Per tornare ai giorni nostri, prima dei casi Telecom Serbia, Telecom (Prodi-Tronchetti Provera), Mitrokhin, l'esercizio dello spionaggio contro gli avversari politici ha avuto in uno dei più autorevoli esponenti di una stagione politica italiana il suo artefice massimo. Mi riferisco a Bettino Craxi, al latitante di Hammamet che anche a sinistra qualcuno si ostina a definire «l'esule» (come un eroe del Risorgimento!), al quale in queste settimane è stato da più parti richiesto di dedicare una strada, di Milano o di Roma. L'ex ministro Giovanardi, democristiano doc folgorato da Berlusconi, si è addirittura domandato perché in Italia si sono dedicate tante vie e piazze ad Antonio Gramsci, mentre per Craxi «che vale venti volte Gramsci!» (testuale), si fanno difficoltà... All'esponente dell'Udc, forzaitaliota, vorremmo consigliare un corso accelerato di storia contemporanea, ricordandogli che l'istruzione è obbligatoria, mentre l'ignoranza è facoltativa.
Dell'uso dello spionaggio illegale degli avversari politici da parte di Craxi, si dovrà riparlare nei prossimi mesi a seguito di un'azione giudiziaria promossa da Adalberto Minucci (assistito dal senatore avv. Guido Calvi) nei confronti di un ex consulente della commissione stragi designato da Forza Italia, autore tra l'altro, di un libro, La Gladio rossa del Pci, Ed. Rubbettino, nonché storico (molto discusso) all'Università di Lecce.
Il recente scandalo dello «spionaggio» politico ai danni di Romano Prodi ha fatto tornare alla mente di chi non ha perso il senso della dignità politica, il caso più lontano nel tempo ma ancor più clamoroso e grave: quello ordinato da Bettino Craxi nei confronti di Enrico Berlinguer e alcuni dei suoi collaboratori più vicini, (Minucci, Pecchioli, Tatò). Ciascuno di loro fu pedinato, fotografato, filmato da un fiduciario, agente dei servizi segreti. Craxi aveva commissionato la documentazione su Berlinguer e i «berlingueriani» e quando fu costretto a scappare (per non finire in galera) se la fece consegnare riservatamente da agenti del Sisde e se la portò ad Hammamet.
L'iniziativa spionistica di Craxi è la conferma dell'ostilità, dell'odio vero e proprio che egli nutriva verso Berlinguer e la sua politica. L'atteggiamento ostile era particolarmente virulento nei confronti dei più stretti collaboratori del leader del Pci, nella convinzione che con il loro «anticraxismo» fossero in grado di influenzare Berlinguer e la segreteria del Partito. Un suo editoriale su l’Avanti! del 1981 recitava: «Quando la politica verso di noi si fa piccina e accidiosa, scava, scava, ucci, ucci, senti odore di Minucci».
Il libro di Gianni Donno non è altro che la degna conclusione di quest'opera di spionaggio e di denigrazione. Non a caso tutto ciò che vi è scritto nei confronti di Minucci si regge su un «documento» (n. 170), redatto da un anonimo agente del Sisde, incappato in un clamoroso infortunio. Lo «storico» Donno (in quali mani cascano degli sfortunati studenti!) accusa di fatto Minucci di essere stato coinvolto in una trama terroristica dal 1945 al 1967, scelto dal Pci in quanto importante esponente del partito. Si dà il caso che all'inizio di quel periodo Minucci è stato uno studente di scuola media poi un giovanissimo cronista della Gazzetta di Livorno (non aveva vent'anni) e dopo redattore a l'Unità di Torino. Solo dalla metà degli anni 70 (direttore del settimanale Rinascita nel 1977, e dal 1979 nella segreteria nazionale del Pci) può essere considerato «un importante esponente del Partito».
Minucci viene descritto, fra l'altro, come implicato in un traffico di tutte le armi necessarie a un «Golpe rosso» provenienti dal Nord e dall'Est europeo, nascoste nei Tir e nei pescherecci, senza che sia mai stato denunciato, ricercato, o semplicemente interrogato da un procuratore della Repubblica o anche solo da un modesto maresciallo dei Carabinieri o da un agente della polizia di Stato. Dopo la fuga di Craxi, durante una perquisizione presso la sede socialista della Giovane Italia (un'organizzazione fondata dal craxiano Luca Iosi, con l'aiuto della sempre «sopralerighe» figlia di Bettino) furono trovate copie di documenti dei servizi segreti.
La scoperta avvenne durante una perquisizione diretta dal magistrato Paolo Ielo, il quale rinvenne nelle stanze della Giovane Italia 4000 documenti provenienti dal Sisde e dal Cesis. Tra il materiale illegalmente posseduto dal giovane fedelissimo di Bettino risultavano tra l'altro tabulati del traffico telefonico provenienti da Telecom. Particolare divertente, se non grottesco, mentre era in corso la perquisizione giunse «casualmente» nella sede della Giovane Italia socialista una telefonata da Hammamet. Dall'altro capo del telefono c'era Craxi che, pur nella sua condizione di latitante, volle parlare con il magistrato per protestare, rivendicando la proprietà di quelle carte, dichiarando di averle ricevute dal capo della polizia Parisi, guarda caso nel frattempo defunto.
La denuncia di Minucci nei confronti dell'autore del libro La Gladio rossa del Pci e dell'editore risale ormai ad alcuni anni fa, ma la procura della Repubblica di Lamezia Terme, inspiegabilmente, non ha mai dato alcun riscontro alla querela per diffamazione. In questi giorni sarà presentato un esposto al procuratore generale di Catanzaro e al vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura. Come si ricorderà Craxi, in uno scambio polemico con Andreotti, quando vennero trovati «fortunatamente» documenti relativi al caso Moro, aveva parlato di «manine e manone» che si erano mosse. Sarà bene che anche il ministro della Giustizia Mastella si interessi del caso Minucci-Donno, magari attraverso un'ispezione: ogni cittadino ha il diritto di avere una risposta (positiva o negativa che sia) a una sua iniziativa giudiziaria, altrimenti si può lasciare adito al pensiero che «le manine o le manone» si muovano ancora.
a prescindere dalla valutazione di merito per vicende che dalla lettura dell'articolo non capisco, trovo sommamente sgradevole che Novelli (non proprio un ragazzino) per attaccare uno storico lo definisca: berlusconiano, discusso etc.
I libri degli storici si discutono per il loro contenuto non attaccando l'autore.
La notizia che dirigenti del vecchio pci fossero coinvolti nel traffico con l'est non mi pare una grande novità. Poi trovo giusto che novelli difenda gli amici ma gioverebbe ricordare che il minucci divenne patron della editori riuniti, la casa editrice "discussa" durante mani pulite, e che novelli era il sindaco di una giunta in cui il vicesindaco socialista andò in galera. Ora se un sindaco non si accorge che il suo vice ruba, forse non sarà colpevole di nulla, ma ci eviti la morale, perchè quantomeno era un incapace. Quanto poi al fatto che i giudici debbano sentenziare sui libri degli storici, basta leggere l'appello di oggi sui giornali in merito alla vicenda negazionismo per non dover aggiungere nulla.
giustizia sommaria per Diego Novelli da chi non conosce la libertà di pensiero e l'indipendenza dalle convenzioni delle persone anziane
MALA TEMPORA CURRUNT!!!
Come dicono dalle mie parti: "sem in man a la pujana"
Se è questa la gente che ci governa siamo davvero a posto. In effetti si vede dove sta andando questa Repubblica delle Bucce di Banana!!!!!!!
l'istruzione é obbligatoria, certo, ma dovrebbe esserlo anche la buona fede.. all'epoca della guerra fredda tutti spiavano tutti. e il signore dovrebbe ben saperlo. come dovrebbe sapere che berlinguer, a mezzo pecchioli, autorizzò la costituzione di centri radio d'ascolto direttamente collegati al kgb. così come venivano regolarmente accantonati fondi (elargiti sempre dal noto servizio) destinati ad attività di copertura, camuffamento, contraffazione di documenti. il tutto fino agli albori degli anni 80 (proprio quando il signore era sindaco di torino). A dirlo (e documentarlo...) non è un forzitaliota o qualche storico "discusso" ma uno come Victor Zavlanskiy. Al soldo di berlusca pure lui? Che pecchioli fosse l'uomo di collegamento tra p.c.i. e kgb lo sapevano tutti. oggi, comunque, é ampiamente documentato. con tanto di fatture. Era la storia di quegli anni. In cui, nell'ambito della logica dei due blocchi, nessuno poteva dirsi estraneo a certe pratiche. da una parte e dall'altra. che poi novelli ritenga ancora che, per l'appunto, farlo per conto di una certa parte fosse meglio che per l'altra, beh.. affari suoi. Ma non ci venga a dare lezioni per favore.
ma questo e´ il colmo! E´ stato Novelli a denunciare il vicesindaco, carino! Roba da matti! Perche´ in Italia c´e´ sempre qualcuno che si diverte a fare lo storico non sapendo una mazza? Comunque il merito dell´articolo e´ un ottimo monito per quelli che si son fatti imbrogliare dai "riformisti" e dal loro vergognoso disprezzo per la decenza e per la verita´.
novelli è un anziano signore, prima pci, poi rete (candidandosi contro il candidato della sinistra), poi di nuovo ds, ultimamente dipietro occhetto. Giornalista dell'unità stalinista, sindaca che non si accorgava di quello che accadeva sotto il suo tetto, nemico giurato di falcone/borsellino (la sua rivista avvenimenti dedico svariate vignette a svillanneggiare il procuratore di palermo, oggi difende un vecchio amico e compagno di iniziative editoriali.
Lodevole. La descizione fa immaginare un craxi che da mandato ai servizi di spiare minucci Possibile? non saprei, in rete tuttavia si trovano articoli di minucci che raccontano di come andasse ai concerti di dalla assieme a craxi e come i due si conoscessero. Mi pare che che novelli usi un vecchio artificio retorico per forzare la sua tesi: gli storici sono discussi e comunque legati al nemico diabolico (in questo caso craxi) che essendo per l'appunto diabolico rende legittimo ogni sospetto e accusa.
Ad una certa età la pensione non è un diretto ma una necessità
Ma questo e´ il colmo e 2! Ma porca miseria... "a dirlo e´ uno come Victor Zaslavksy"... Appunto! Non so che razza di cenacoli accademici frequenti caro Giuseppe, ma e´ ben risaputo che 1) Zaslavsky é berlusconiano, 2) i suoi "liri" valgono meno della carta su cui sono stampati (che di solito é ottima, peraltro).
Ora, del punto 1 a me personalmente non frega nulla: ognuno puó essere ció che vuole, figuriamoci. Peró, visto che sei stato tu a negare la sua affiliazione politica... É invece il punto2 che conta: io i suoi libri li ho letti tutti, e pure quelli di sua moglie Elena Aga Rossi. Il caro Victor é uno specialista nel prendere documenti di dubbia credibilita´, ignorare tutto ció che li confuta e costruirci sopra piramidi teoriche senza basi. Il Pci ha smantellato l´apparato clandestino armato nel 1954 con la fuga di Giulio Seniga e l´estromissione di Pietro Secchia. É poi rimasta la cosiddetta "vigilanza" che é stata attivata varie volte in corrispondenza degli "allarmi golpe" scattati a ripetizione dagli anni ´60 in poi. Il che significava tener pronte vie di fuga per quelli che altrimenti sarebbero stati arrestati, torturati e assassinati come in America latina o in Grecia, e presidiare case del popolo, sezioni e fabbriche per evitare provocazioni e colpi di mano. La prospettiva di un "golpe rosso" non c´é mai stata. Altro discorso é il rapporto con Mosca. Li´ si´ che bisognerebe ancora accertare, manon certo nel modo a-storico di Zaslavsky,che vuol solo dimostrare che il Pci era tanto cattivo da rendere craxi e il craxismo (e lo stragismo di stato democristiano) una bazzecola. Il che, semplicemente, é una vergogna
zavlasnskiy é berlusconiano.. e cala la scure dell'ostracismo. Che tic stucchevole. Ieri nemico del popolo oggi berlusconiano. Documenti di dubbia credibilità...; e chi lo dice tu? Tranfaglia? Pavone? O qualche altro che non riesce a uscire dalla logica dell'"intellettuale (storico) organico"? Per taluni per chiunque osi contraddire le note e risibili vulgate (tra cui spicca quella dello "smantellamento" avvenuto negli anni cinquanta, addirittura prima ancora della destalinizzazione) vale, ancora, il marchio d'infamia. E la pregiudiziale inattendibilità. Metodo vecchio. Che, alla lunga, non mi pare abbia prodotto grandi risultati. Se non, per l'italia, quello di un partito che, non volendo ancora ben sapere quello che è stato, non sa nulla di quello che é. E, come giustamente rimarca macaluso, é destinato a un progressivo esaurimento. Che malinconia..
il revisionismo storico esiste in varie forme; una parte dalla lettura di nuovi documenti e discute la vulgata (dall'editto di costantino in poi) l'altra contrappone a tesi precostituite altre tesi precostituite, un'altra ancora è legata all'opportunismo politico, altri sparano cazzate per campare..
I fatti separati dalle opinioni per favore!!
i fatti sono che per 70 anni il mondo è stato diviso in due o più blocchi, Che persone per bene hanno avallato tesi ridicole ma spesso lo facevano perchè l'alternativa era peggio. Qualcuno ha fatto autocritica, qualcuno è morto prima, qualcuno non ha mai cambiato idea. Il padre politico di craxi era quel nenni che fu premio stalin, ma se si dicesse oggi che nenni era un servo dell'urss si cadrebbe nel ridicolo. Tutto è relativo. Quindi non vedo perchè negare che molti nel pci erano al servizio di mosca, molti nella dc erano al servizio degli usa, alcuni, anche medaglie d'oro della resistenza erano golpisti un decennio dopo etc etc etc.
la conclusione è che gli storici non devono dare giudizi morali ma giudizi storici e il personalismo serve a poco. Faccio un esempio: l'uomo politico più popolare negli anni '80 sandro pertini, fu organicamente stalinista per un certo periodo della sua vita e le sue campagne elettorali erano gestite da uno dei primi arrestati per furto (teardo). ma questo non mette in discussione il suo ruolo di eroe dell'antifascismo e di protagonista della moralità politica italiana. Si abbia il senso della misura per dio! che c'entra gramsci con craxi? serve solo ad avere un pò di spazio sui giornale della serie chi la spara più grossa.
Non capisco novelli. I dossier sono nella politica italiana dalla fondazione dello stato unitario. I contro dossier pure. Affermare che tizio fece spiare caio nel clima dei blocchi era un dovere se si riteneva che caio era manipolato da potenza straniera. Può sembrare inelegante, ma i servizi a che cosa servono se non a controllare le spie e a scoprirle. Rammento che willy brandt si dimise quando si scoprì che il suo segretario era una spia. Nel pci di spie ce n'erano molte, così come nel psi e negli altri partiti. Non ho mai visto nessuno dimettersi. Forse perchè si riteneva che essere al servizio dell'urss o degli usa fosse giusto. Rammento che quando gli usa hanno scoperto nel loro apparato statale spie di israele (mica di saddam) li hanno condannati all'ergastolo. Forse bisognerebbe fare una amnistia generalizzata per i reati politici dal terrorismo allo spionaggio rendendo però pubblici tutti i dossier. Invece nel nostro beneamato paese l'uomo dei quattrini di mosca al PCI (per sua affermazione) è oggi tra gli editori del riformista (mica di liberazione). Il problema è che essendo un paese cattolico siamo totalmente privi di etica. Come diceva malaparte sulla nostra bandiera dovrebbe esserci scritto "tengo famiglia"
caro Arcovazzi mi trovi perfettamente d´accordo.
Giuseppe, ma ti prendi la briga di leggere o no? Ho scritto che non mi freganiente che sia berlusconiano. Peró lo é, mentre tu lo volevi presentare come "super partes".Il che, gia´ di per se´, é sbagliato. Il metodo storico di Zaslavsky é lo stesso di quelli che hanno scritto il Libro nero del comunismo. Ossia anti-storici. Perché sono partiti con una tesi da dimostrare (in quel caso addirittura una cifra, gli 80 milioni di morti) e si sono concentrati solo suidocumenti a loro utili. Io dico solo questo. Altro che scure! Sono gli Zaslavsky, i Pigi Battista, i Galli Della Loggia a bastonare tutti quelli che non si piegano alle loro fandonie, che sono ovviamente verita´oggettive, come avrebbe detto Stalin, gran maestro della falsificazione storica. Per non parlare di Pansa, e dei suoi libri di pseudo-storia, dove non c´é mai una che sia una citazione!
Lo scandalo non sono Craxi, gli spioni, gli storici d'accatto, ma Novelli.
Avete ragione, il vecchio Diego dice di sè: "Non sono un apostata come Giuliano Ferrara. Non mi sono iscritto al Pci per combattere il comunismo, come ha dichiarato Piero Fassino. Il partito di Berlinguer e il Pci per me erano la stessa cosa, contrariamente a quanto vorrebbe far credere Walter Veltroni. Non è vero che non sono mai stato comunista, come ora dice di sé Claudio Petruccioli. Sono stato comunista non solo perché avevo in tasca una tessera di partito.E oggi non sono un ex comunista solo perché non ho in tasca una tessera di partito».
Capisco un briciolo di coerenza in questo paese è scandalosa.
Caro Diego, grazie per aver rappresentato una speranza per tanti operai, diseredati, immigrati in una città che fino ad allora era solo FIAT e adesso non è più niente.
Ti consideravo allora "destro", "vetero-stalinista", "riformista piccolo borghese" ma allora come oggi un uomo che almeno ci provava a combattere per un mondo migliore.
P.S.(I.) - Se siete craxiani perchè vi vergognate? Il vice sindaco lo avete chiesto battendo i pugni sul tavolo, ricattando, imponendo. Ovviamente contro lo strapotere comunista! Che c'è, ora lo accollate al Novelli? Avete trasformato un partito glorioso in una associazione a delinquere, siatene orgogliosi.
P.(M.)S.(I.) - Come mai le anti-vulgate sono pari pari le vulgate fasciste che sparavano i miei parenti ex-Salò? Ma allora l'RSI non era un governo fantoccio era una accademia di storici!
"gli storici d'accatto"
scusate ma voi i libri di novelli e minucci li avete letti?
al confronto donno è tucidide
Non dimentichiamoci che l'indecenza esiste gia ad Aulla(MS)non Messina ma MassaCarrara c'è una statua del cinghialone, e vaiiii con il PartitoDemocratico "cornuti e mazziati" il nostro triste destino.
si, non ti frega niente che sia berlusconiano.. Intanto metti (guarda caso) al primo punto la qualifica "d'infamia". Giusto per mettere subito le cose in chiaro, no.
Non ho ben capito dove si anniderebbe l'antistoricità del metodo di Zavlasckiy. Tu dici che parte da una tesi e cerca i riscontri. E' una tua legittima opinione. Giusto un filino apodittica. Ma solo un filino.. Che, peraltro, vedo investire tutti gli opinionisti (non solo gli storici) che si permettono di contraddire la nota vulgata. Sarà un caso... A me, come dicevo, pare un tic. Stucchevole..
ma scusa Giuseppe, vogliamo stare a spaccare il capello in 4 sulla "berlusconicita´" di Zaslavsky? Chissenefrega, ribadisco. Chiamarlo in causa per attaccare un galantuomo (perché se c´é un politico cui si attaglia tale titolo é proprio Novelli) é indegno. Tutto qui. Perché Zaslavsky non vale niente come storico, e perché Novelli i corrotti li ha combattuti con coraggio, e gli apostati, come i fassini, li degna dell´unico sentimento che meritano. Il disprezzo.
vabbeh, davanti a un argomentare di tale cartesiana e lucida geometricità rinuncio.. inutile.
uffa... hai detto che Novelli "non puó dare lezioni", e per sostenere tale tesi ti sei richiamato a Zaslavsky che, secondo te, é attendibile perché "non berlusconiano". Come, appunto, se il non essere berlusconiani fosse sufficiente. Io dico: chissenefrega se é berlusconiano o meno (e lo é, al contrario di quello che sostieni tu), il problema é che é un pessimo storico, o meglio uno che ha messo il suo indubbio talento al servizio di un pregiudizio violentemente anticomunista che ne ha offuscato totalmente la capacita´ di analizzare con acribia i fatti storici. E che, infatti, ha pubblicato, sempre piu´, libri di scarso valore, libri di storia a tesi, proprio come i pansa, o come gli autori collettivi del famigerato libro nero.
Detto questo, il tema era l´attacco a Novelli, cui si rimprovera di "aver taciuto". Lo scandalo sta tutto qui: accusare chi ha messo a repentaglio la sua carriera politica proprio per non aver taciuto, di una cosa inesistente. Perché non fai le pulci a Fassino, oppure a Berlusconi che aveva un mafioso per stalliere e un altro per braccio destro (dell´utri), e un delinquente comune (previti) per avvocato? Poi puoi continuare con quasi tutti i deputati di FI, di AN, dell´UDC, della Lega, e di un bel po´ di "riformisti" misto margherita-ds. Poi ce ne puó stare ancora per qualche furbetto annidato piu´ a sinistra...
Poi, finalmente, dopo aver fatto un bel respirone, perché ci sara´ voluto un pezzo per enumerare le porcate di cotanti individui, si potra´ criticare Novelli, magari perché ha una cravatta che non si intona coi calzini.