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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Lo scippo sventato
«I partiti avranno la possibilita' di istituire delle Fondazioni al fine di poter ricevere contributi pubblici». E' l'inizio dell'emendamento del relatore Marco Boato, un articolo aggiuntivo alla proposta di legge 1667 sui rimborsi elettorali, che in commissione Affari costituzionali della Camera ha ricevuto il consenso di tutte le forze politiche. L'iniziativa è stata messa in piedi da due creativi bipartisan del calibro di Ugo Sposetti (tesosriere DS, senatore grazie alla legge porcata perché uno così lo votavano in tre) e Giulio Tremonti (non ha bisogno di presentazioni) con lo scopo dichiarato di spostare il termine previsto per la richiesta di rimborso elettorale che spetta ai partiti all’indomani delle elezioni, consentendo in questo modo a tutte le formazioni politiche di presentare la richiesta in tempo utile. In realtà, tra le pieghe tel testo, l'emendamento Boato - che ovviamente ha ricevuto un consenso pressoché unanime - avrebbe consentito alle "associazioni a delinquere (impunemente)" che qualcuno insiste a voler definire "partiti politici" di incamerare quattrini (ulteriori rispetto al cospicuo finanziamento pubblico) in assoluta libertà aggiungendo al contempo altri privilegi a quelli che già si assegnano senza vergogna.
La pensata de magnifico duo di facce di bronzo "
diolifapoiliaccoppia" era di quelle geniali, aggiungere a una legge tecnica, di quelle che passano inosservate, un emendamento del tutto estraneo al testo, che avrebbe consentito alle neonate fondazioni di partito di ottenere soldi pubblici e utilizzare personale della pubblica Amministrazione (opportunamente messo in aspettativa).
L'edificante vicenda, per fortuna a lieto fine, è
raccontata sul sito di Tonino Di Pietro, unico ad opporsi, riuscendo a sventare l'ennesimo scippo alla collettività.