non sarà rose e fiori di sicuro. è di destra. europea.ma non è comunque fascista.e se non deve dire "feccia" ma "cibo degli dei", che la sinistra faccia qualcosa tipo andare nei quartieri etc. per avvicinare certa gente a una condizione più "divina". ma non ho capito. noi abbiamo dei governanti che saranno ricordati sì e no perché sono deficienti. e il peggio del peggio è che abbiamo in giro una protesta che non è nemmeno lontanamente "girotondina" o che cazzo, ma è vandeana - sanfedista. sgulp.
Carolina
Sto fiano sta diventando un campione esemplare della disciplina della 'calata di braghe'....
Se vi va di parlare di cose serie e non di insultare gratuitamente, suggerirei una bella disussione su questa affermazione di Lele: "penso che sia sbagliato non guardare cosa succede in Francia, nella destra e nella sinistra, ci sono elementi di novità che noi ce li scordiamo, c'è un cambio di vocabolario e di stile che paga molto all'immagine ma forse è anche la spia di cambiamenti più profondi".
Siamo di nuovo lì: al tema del linguaggio. Ci si rilegga a questo proposito anche gli ultimi due articoli di Bidussa sul Riformista (articoli che credo Biraghi abbia ripreso).
Sono da tempo convinto che la distinzione a sinistra tra "riformisti" e "radicali" sia tra le più false e inutili; ma mi sa anche che non regge nemmeno più quella tra "innovatori" e "conservatori", almeno se intesa nel senso classico: il crinale oggi a sinistra (in Italia, ma forse anche in Francia e in tutta Europa) è tra chi pensa che la sinistra debba cambiare vocabolario, linguaggio, paradigmi e chi invece sostiene -leggittimamente ovviamente- che questo non debba essere fatto, che chi dice questo è solo un reazionario camuffato.
Guardando la composizione del governo francese mi viene da pensare che "non importa se sono di destra o di sinistra".. abbiamo buone ragioni di invidiarglielo lo stesso. Un governo per metà femminile (e soprattuto con donne in ruoli chiave e non nei soliti ministeri senza portafolgio delle cure parentali) è qualcosa che dobbiamo invidiare a un governo di sinistra (il governo Zapatero di allora) come di destra per una ragione molto semplice... sono governi che ci parlano di società complessivamente molpo più avanzate della nostra.
Proprio la multiculturalità non è uno dei cavalli di battaglia di Sarkozy (e per un figlio di immigrati fa un po' senso). Ma, ad esempio, per i rapporti con la Chiesa e i diritti civili la pensa come un qualsiasi eretico e terrorista della sinistra italiana.
Perchè non scrivere anche un bel articolo sulla speranza della sinistra italiana ovvero il buon Walter Veltroni. Il nostro amato sindaco dopo 15 anni circa ha fatto sua la tesi del "fascista" Fini, firmando il patto per la legalità che di fatto autorizza lo spostamento dei campi nomadi fuori dal Gra e addirittura autorizza un presidio fisso di forze dell'ordine.
E' ora di farla finita co st'ipocrisia...
Mi fa piacere che Fiano abbia voluto precisare - lasciandoci qualche giorno di apprensione, per la verità - che il titolo («Sto con Sarkozy») non gli appartiene. Il riferimento alla destra francese, comunque, lo trovavo forzato e lo trovo ancora parecchio inopportuno per comprendere i problemi dell'integrazione a Milano e in Italia. Che Sarkozy sia meglio di Berlusconi e della Lega, non ci voleva un'intervista al Corriere per argomentarlo: se è per questo la Merkel allora è una Pasionaria al confronto... Anch'io penso delle cose, e sono un po' diverse da quelle di Fiano. Che dobbiamo sempre avere presente la distinzione tra multiculturalismo e intercultura (o cultura e basta, come da tempo preferisco chiamare i rapporti tra 'culture' diverse). Che il servizio civile per gli immigrati per ottenere la cittadinanza - proposta che Fiano in quell'intervista dice di condividere - sia una soluzione velleitaria perché impossibile da mettere in pratica; insultante perché ingenerosa per chi svolge in Italia lavori umili, paga i contributi e le tasse e si comporta civilmente; inutile per chi in Italia delinque e basta. In generale, avviamo una riflessione sul tema della società che cambia senza aver bisogno di modelli presi allo schieramento avversario, un dibattito che non insegua l'attualità, che risponda con misure strutturali e serie ai problemi che abbiamo di fronte. Ad esempio, sui luoghi di socializzazione (dove sono? c'è qualcosa di diverso dagli spazi comunitari, dai phone center "etnia per etnia", dai centri di questa o quella religione?) e sulla laicità (quella vera) di un Paese che ha perso la trebisonda. Trebisonda, ecco una parola che la Sinistra deve recuperare, e che piacerebbe a Bidussa: un porto orientale, sede di mercato e di traffici, attraversato dalla genti, in comunicazione (e, magari, in confilitto) tra loro. Ve lo ricordate il bazar di Geertz? Ecco, per me la Sinistra così deve riflettere. E i paraocchi, quelli, caro Fiano, non so cosa siano, perché son miope, ma passo il tempo a guardarmi attorno. Forse perché quello che leggo sui giornali e che sta davanti a me non mi convince moltissimo...