Caro Ivan, Socrate era una ragazzino quando bevve sorridente la cicuta. Indro Montanelli si divertiva come un ventenne quando progettava La Voce. In compenso a Milano - e immagino ovunque - stiamo vedendo spuntare finti giovani politici che ragionano come i loro sponsor di mezza età. Certo, il ricambio generazionale è un valore per cui battersi, ma non a prescindere. Soprattutto, non deve essere un ostacolo. Bisogna andare oltre l'anagrafe, cercare la gioventù nelle idee e nell'essere aperti, diversi e puliti. Il PD sta nascendo non male, ma malisssimo, con la temuta sommatoria (
LC) di DS e Margherita. I cosiddetti giovani (o quasi) milanesi Majorino, Maran, Martina, giù giù giù fino a Mirabelli parteciperanno attivamente - con un'anagrafe in regola - alla costruzione della nuova cittadella della Casta. Saranno benedetti dal Nostro Sindaco, Walter, genio della comunicazione, eccellente amministratore, ma principe dello status quo e più vecchio di Andreotti per radicamento politico.
Furio Colombo non
si candida alla presidenza del consiglio, ma alla segreteria del PD. Molto diverso. Sono passionale, ma non ingenuo, sono certo che c'è del calcolo politico in questa sua candidatura, è chiaro che lui può portare al voto (cioè a nutrire la "grande festa di democrazia", altro
LC) tanti come me che non voterebbero mai una lista a sostegno dello status quo. Ma se lo conosco, immagino che la sua squadra includerà facce anagraficamente e/o politicamente giovani. Cioè aperte, incontaminate, diverse, di valore.
E ora una provocazione per tutti i moderatissimi riformisti presenti: sogno nella costituente del PD una brigata di guastatori con Pancho, Ricca, Moretti e altri pazzi dei Girotondi, quelli che tutta la politica guarda con disprezzo. Credo che sarebbe uno scherzo fantastico. Uno scherzo maledettamente giovane, immagini che bel casino succederebbe? Sarebbe... la Rivoluzione!
Carissimo Ivan, mi dite da tanto tempo che
volete fare la rivoluzione dei giovani e io vi credo e vi appoggio. Ma la rivoluzione non passa da un calcolo di pura opportunità numerica (vi ho sentiti dire la follia "sosteniamo Veltroni così mettiamo dentro qualcuno in più dei nostri nella Costituente del PD") che porta a poco o nulla. La rivoluzione non è questo, non è aggregarsi al carrozzone del vincitore per ottenere qualche briciola in più. Rivoluzione è battersi con coraggio, rischio, fantasia, distacco, burla, vitalità, sincerità, ironia. In questo senso il quasi ottantenne Furio ha dimostrato in questi anni di essere molto più giovane di tanti - come li chiami tu - "prevecchi" della nostra politica moribonda. Ma allora, perché non seguirlo per raccogliere il suo testimone di vecchio-giovane rivoluzionario?